venerdì,Marzo 29 2024

La preoccupazione dei lavoratori delle Poste di Vibo: «Dal 26 marzo sarà un inferno»

Molti utenti usano il servizio «come scusa per uscire di casa» in barba alle disposizioni sul coronavirus. Chiesto un intervento del sindaco in vista del pagamento anticipato delle pensioni

La preoccupazione dei lavoratori delle Poste di Vibo: «Dal 26 marzo sarà un inferno»

Tra i servizi essenziali in tempi di coronavirus, per i quali neppure l’ultimo decreto varato dalla presidenza del Consiglio dei ministri ha disposto l’interruzione, vi è quello fornito dagli uffici postali sparsi sul territorio nazionale. Gli sportelli restano aperti, seppure in certi casi con una riduzione dell’orario di ricevimento del pubblico, con tutte le conseguenze del caso. Situazione che non manca di ingenerare preoccupazione nel personale in servizio, come denunciato in questi giorni anche da diverse sigle sindacali di categoria che hanno chiesto alle autorità di regolamentare il flusso dell’utenza limitandolo solo alle situazioni di reale necessità. [Continua]

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Operatori preoccupati a Vibo

Un campanello d’allarme che suona anche dalla sede centrale di Poste italiane di Vibo Valentia, dove il flusso di utenti, sebbene ridotto rispetto al normale, rimane comunque significativo. In ogni caso tale da giustificare non poca apprensione da parte del personale. Mentre l’ufficio di via Dante Alighieri viene aperto a giorni alterni, la sede centrale continua a ricevere l’utenza quotidianamente. Ma la stessa utenza, a detta dei lavoratori, non sempre si attiene alle disposizioni di sicurezza e alle norme di buonsenso contenute nelle varie ordinanze e raccomandazioni.

Sebbene l’ingresso sia consentito ad un numero di utenti pari agli sportelli aperti per volta, in tanti – si spiega – utilizzano la Posta come pretesto per uscire di casa, nonostante molte scadenze fiscali siano state differite e la possibilità di gestire molte operazioni online. «Non è un giudizio rispetto alle necessità, soggettive, che portano un utente a ricorrere ai nostri servizi – si tiene a precisare in una testimonianza -, non possiamo tuttavia non far notare come molti ricorrano, purtroppo, all’ufficio postale come mera scusa per uscire di casa in un momento in cui viene richiesto in tutti i modi di limitare al minimo gli spostamenti, per il bene proprio e della collettività». Per questo, prosegue la testimonianza, «riteniamo che, come sta avvenendo in molte città, anche a Vibo il sindaco debba interessarsi al problema e adottare misure più restrittive che regolamentino l’accesso agli uffici solo ai casi di necessità inderogabili, predisponendo controlli e perseguendo eventuali violazioni. Altrove sono stati emessi avvisi pubblici diffidando i cittadini dal creare assembramenti. Chiediamo che anche a Vibo si proceda in questo senso».

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La preoccupazione da parte dei lavoratori vibonesi di Poste italiane vibonesi è palpabile anche in previsione dell’afflusso che si determinerà con il pagamento delle pensioni. «All’interno degli uffici si vive una perenne condizione d’ansia e non osiamo immaginare cosa avverrà dal 26 marzo con il pagamento anticipato delle pensioni. Se non si prenderanno provvedimenti, qui sarà un inferno».

Pagamenti scaglionati in ordine alfabetico

L’invito agli utenti, in ogni caso, è quello di tenere in considerazione il calendario dei pagamenti che saranno scaglionati in ordine alfabetico, come comunicato da Poste Italiane. Nel dettaglio: “coloro che non possono evitare di ritirare la pensione in contanti, nell’ufficio postale, dovranno presentarsi agli sportelli rispettando la turnazione alfabetica prevista dal calendario seguente: I cognomi dalla A alla B giovedì 26 marzo; dalla C alla D venerdì 27 marzo; dalla E alla K la mattina di sabato 28 marzo; dalla L alla O lunedì 30 marzo; dalla P alla R martedì 31 marzo; dalla S alla Z mercoledì 1 aprile“.    

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