martedì,Aprile 16 2024

Nuovo esame per i permessi all’ergastolano di Mileto Ottavio Galati

La Cassazione annulla con rinvio dopo la decisione della Corte Costituzionale sull’ergastolo ostativo. Gli omicidi di Scuteri e Vecchio a San Calogero, il delitto Trungadi e gli interrogativi ancora da sciogliere

Nuovo esame per i permessi all’ergastolano di Mileto Ottavio Galati

La prima sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio al Tribunale di Sorveglianza di L’Aquila il reclamo in tema di permesso premio presentato dall’ergastolano Ottavio Galati, 52 anni, di Comparni di Mileto.

La sentenza della Cassazione scaturisce dalla recente (4 dicembre 2019) decisione della Corte costituzionale sull’ergastolo ostativo proprio in riferimento all’istituto del permesso premio ed al regime legale dell’ostatività. In particolare, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma sull’ordinamento penitenziario nella parte in cui non prevede che anche agli ergastolani per delitti di mafia possano essere concessi permessi premio pure in assenza di collaborazione con la giustizia allorché siano stati acquisiti elementi tali da escludere, sia l’attualità di collegamenti con la criminalità organizzata, sia il pericolo del ripristino di tali collegamenti. [Continua dopo la pubblicità]

La Corte di Cassazione

La collaborazione effettiva non può – dunque – essere più ritenuta quale unica prova legale di avvenuta rescissione del legame con il contesto criminale di provenienza.

Per tale motivo, la Cassazione nell’annullare con rinvio la decisione del Tribunale di Sorveglianza di L’Aquila di negare permessi premio all’ergastolano Ottavio Galati, scrive che nel caso di specie si rende “doverosa la riapertura della fase di merito” in quanto non è stato affrontato il tema della pericolosità sociale in concreto. La difesa di Galati, inoltre, aveva sottolineato nel ricorso in Cassazione che mancava nella condanna la contestazione dell’aggravante mafiosa nel fatto di sangue.

L’ergastolo e l’omicidio Scuteri. Ottavio Galati – fratello dell’ex boss di Comparni di Mileto, Carmine Galati, deceduto in un incidente col il trattore – sta scontando l’ergastolo per l’omicidio di Domenico Scuteri, il 45enne di San Calogero fatto fuori con numerosi colpi d’arma da fuoco il 25 ottobre 2001 nelle campagne di “Barbasana” a Candidoni. E’ rimasto provato in sede processuale che il 25 ottobre 2001 Ottavio Galati sparò contro Scuteri, ma sul movente del fatto di sangue non è mai stata fatta luce, così come sul fatto che quella stessa sera a “Mutari” di Francica venne scaraventato da un’auto in corsa il cadavere di Gennaro Trungadi, 33 anni, di Joppolo. Trungadi e Galati – quest’ultimo arrivato all’ospedale di Reggio con ferite di arma da fuoco che il processo accerterà essere state provocate dalla pistola di Scuteri – si trovavano insieme? E l’omicidio di Domenico Scuteri ha rappresentato la risposta al delitto del pluripregiudicato Gennaro Vecchio ucciso a San Calogero il 7 settembre 2001?

Aspetti mai chiariti, nonostante formidabili spunti investigativi siano contenuti nell’inchiesta “Golden Jail” della Dda di Bologna e della locale Squadra Mobile (in parte poi trasferita alla Dda di Catanzaro) sui patrimoni dei broker della cocaina Vincenzo Barbieri (ucciso a sua volta nel marzo del 2010 a San Calogero) e Francesco Ventrici (attualmente detenuto), tutti nel 2004 coinvolti nell’inchiesta “Decollo” sul narcotraffico internazionale. Delitti, quelli di Scuteri – per il quale sta scontando l’ergastolo Ottavio Galati – e Gennaro Vecchio che, in ogni caso, nulla avrebbero a che fare con il narcotraffico, così come svelato in aula dall’allora colonnello del Ros di Catanzaro, Giovanni De Chiara il quale, deponendo il 2 luglio 2010 dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia nel processo “Decollo”, ha spiegato che Gennaro Vecchio era stato ucciso per un regolamento di conti legato a “cose paesane”.

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