martedì,Aprile 23 2024

Estorsione, obbligo di dimora per il cognato del boss Mancuso

Lascia gli arresti domiciliari in attenuazione delle esigenze cautelari. E’ coinvolto nell’operazione che vede vittima l’imprenditore Zappia di Nicotera

Estorsione, obbligo di dimora per il cognato del boss Mancuso
Giuseppe Cicerone

Il gup distrettuale di Catanzaro, accogliendo le argomentazioni proposte dall’avvocato Francesco Capria, ha disposto la sostituzione della misura degli arresti domiciliari con quella dell’obbligo di dimora nel comune di residenza nei confronti di Giuseppe Cicerone, 89 anni, di Nicotera, coinvolto nell’operazione della Dda denominata “Maqlub”. L’indagato è accusato, in concorso con il cognato Antonio Mancuso e il nipote Alfonso Cicerone, del reato di estorsione aggravata dalle modalità mafiose ai danni del commerciante Carmine Zappia di Nicotera. L’avvocato Francesco Capria, nella propria istanza, ha evidenziato che le esigenze cautelari ravvisate al momento dell’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare potessero essere soddisfatte mediante una misura meno afflittiva, alla luce dello stato d’incensuratezza dell’ indagato ed alla luce del tempo trascorso dal momento dell’applicazione della misura degli arresti domiciliari. Il gup, ritenendo fondata la richiesta difensiva, ha sostituito la misura cautelare con altra meno afflittiva. Da ricordare che nei giorni scorsi per Giuseppe Cicerone ed altri dieci indagati, il pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, ha chiuso le indagini preliminari per la vicenda che vede quale vittima l’imprenditore Carmine Zappia. Il 7 marzo scorso, invece, Giuseppe Cicerone è stato condannato in primo grado a 2 anni e 6 mesi per detenzione illegale di armi e munizioni.

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