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‘Ndrangheta: “Costa Pulita”, torna il libertà il presunto boss di Briatico

Scaduti i termini massimi di fase nel processo in corso a Vibo. Divieto di espatrio e di dimora in Calabria. Non lascia il carcere, invece, il boss di Santa Domenica ma solo perché già condannato all’ergastolo

‘Ndrangheta: “Costa Pulita”, torna il libertà il presunto boss di Briatico
Pino Bonavita catturato a Praga
Giuseppe Bonavita

Arriva una scarcerazione di “peso” a seguito della scadenza dei termini di fase per gli imputati detenuti del processo nato dall’operazione antimafia denominata “Costa Pulita” in corso dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia il cui dibattimento si è aperto il 24 luglio 2017 ed è ancora lontano dall’essere concluso. Lascia gli arresti domiciliari (con obbligo di braccialetto elettronico) e torna in totale libertà – ma con il divieto di dimora in Calabria ed il divieto di espatrio all’estero (con ritiro del passaporto Pino Bonavita, 74 anni, ritenuto il boss storico di Briatico (unitamente ad Antonino Accorinti).

La decisione è del Tribunale collegiale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Giulio De Gregorio. A Pino Bonavita viene contestato il reato di associazione mafiosa in posizione di promotore dell’omonimo clan di Briatico. Altra contestazione attiene all’intestazione fittizia di beni. Il 14 luglio 2016 era stato catturato dalla polizia a Praga dopo essersi dato alla latitanza proprio per sfuggire all’ordinanza di custodia cautelare emessa a suo carico nell’ambito dell’operazione antimafia “Costa pulita”. Anche la Procura distrettuale di Catanzaro – che rappresenta l’accusa nel processo –, vista la scadenza dei termini massimi di carcerazione preventiva, aveva chiesto la sostituzione della misura cautelare in atto con quella del divieto di dimora in Calabria e del divieto di espatrio.

Le risultanze investigative dell’inchiesta “Costa pulita” hanno evidenziato che Pino Bonavita ha “interessenze, tramite interposte persone”, in diverse imprese ed immobili quali: il villaggio “Green Garden di Briatico”; la “Horacle srl”; il “Green Beach srl”; appartamenti a Briatico siti in località “Piani di Vadi”; società di costruzioni di edifici Sicam srl”. Pino Bonavita viene anzi ritenuto dalla Dda “un vero e proprio partner di primo piano sia di Accorinti Antonino e sia dello stesso Mancuso Pantaleone detto Scarpuni”, con accordi fra Bonavita e Mancuso anche per “il sostentamento delle spese legali dei detenuti”.  

Pino Bonavita si trovava agli arresti domiciliari a Torino a casa della figlia dopo una decisione del Tribunale del Riesame (avvocati Giovanni Vecchio e Giuseppe Bagnato) che l’aveva scarcerato ravvisato quell’eccezionale gravità del quadro cautelare capace di giustificare il mantenimento in carcere per gli ultrasettantenni. La Dda di Catanzaro aveva fatto ricorso avverso tale decisione chiedendo il ripristino del carcere, ma la Cassazione lo scorso anno aveva rigettato l’appello della Procura distrettuale confermando gli arresti domiciliari ora venuti meno per scadenza dei termini massimi di custodia cautelare.

Pasquale Quaranta
Pasquale Quaranta

Non lascia il carcere, ma solo perché condannato in via definitiva all’ergastolo, Pasquale Quaranta, 57 anni, di Santa Domenica di Ricadi. Nell’ambito dell’inchiesta “Costa Pulita” risponde del reato di associazione mafiosa ed estorsione aggravata dalle finalità mafiose ed in tale caso il Tribunale di Vibo Valentia ha rigettato la proposta di applicazione di misure cautelari avanzata dalla Procura distrettuale di Catanzaro nell’ambito del processo “Costa Pulita”, proprio perché già condannato all’ergastolo al termine dell’operazione denominata “Peter Pan” condotta sul “campo” dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia. Da qui la dichiarazione di inefficacia della misura cautelare nei confronti di Pasquale Quaranta da parte del Tribunale di Vibo nell’ambito del processo “Costa Pulita”.

Nel processo “Peter Pan”, invece, Pasquale Quaranta è stato ritenuto colpevole in via definitiva dell’omicidio di Saverio Carone (avvenuto il 12 marzo 2004 a Santa Domenica di Ricadi) e delle tentate lesioni personali aggravate ai danni di Ivano Pizzarelli e Pietro Carone (30 novembre 2002 a Tropea e 6 giugno 2004 a Santa Domenica). Pasquale Quaranta nel processo “Costa Pulita” è difeso dall’avvocato Diego Brancia.

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