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Omicidio Penna a Stefanaconi: Antonio Emilio Bartolotta irreperibile

Dopo la condanna definitiva della Cassazione, arrivata mercoledì sera, il 39enne si è “volatilizzato”. Gli sono stati inflitti 24 anni di carcere

Omicidio Penna a Stefanaconi: Antonio Emilio Bartolotta irreperibile

E’ “uccel di bosco” Antonio Emilio Bartolotta, 39 anni, di Stefanaconi, condannato mercoledì sera a 24 anni di reclusione per l’omicidio e la scomparsa di Michele Penna, l’assicuratore e segretario cittadino dell’Udc eliminato nell’ottobre del 2007 ed il cui cadavere non è stato mai ritrovato. La sentenza è definitiva, provenendo dalla Cassazione. Antonio Emilio Bartolotta, sottoposto all’obbligo di dimora, non è ancora tecnicamente “latitante”, ma manca dal suo domicilio di via tenente Fortuna.

L’ordine di esecuzione pena non è stato quindi al momento eseguito e gli investigatori – carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia in primis – sono impegnati in queste ore a capire se quello di Bartolotta sia solo un allontanamento momentaneo allo scopo di costituirsi poi in tempi brevi al fine di scontare la pena oppure, come appare quasi certo, ci si trova dinanzi ad una fuga al fine di sottrarsi alla condanna definitiva.

Michele Penna avrebbe pagato con la vita l’intenzione di staccarsi dalla cosca del paese, che sarebbe stata guidata dal presunto boss Nicola Bartolotta (di cui Penna aveva sposato la figlia), con l’intenzione di formarne una nuova. La vittima sarebbe stata poi punita dal clan, secondo l’ipotesi degli investigatori, anche per una presunta relazione con la moglie di un affiliato alla cosca all’epoca detenuto.

Per l’omicidio di Michele Penna è già stato condannato con sentenza divenuta definitiva Andrea Foti (che si trova in carcere), mentre il presunto esecutore materiale del delitto, Salvatore Foti, sarebbe stato inghiottito anche lui dalla lupara bianca.

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Il personaggio. Antonio Emilio Bartolotta, secondo le risultanze investigative dell’inchiesta denominata “Gringia” e secondo le dichiarazioni della collaboratrice di giustizia, Loredana Patania, ricoprirebbe un ruolo di primo piano nelle dinamiche criminali di Stefanaconi, alleato del clan Bonavota di Sant’Onofrio contrapposto al clan dei Patania, tanto che tale ultima consorteria avrebbe programmato la sua eliminazione che doveva avvenire con l’assalto armato al furgone con il quale l’allora detenuto Bartolotta veniva spostato da un carcere ad un altro per seguire il processo che lo vedeva imputato.

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