venerdì,Aprile 19 2024

Omicidio Franzoni a Portosalvo, chiesto l’ergastolo per Nazzareno Mantella

Il fratello del collaboratore di giustizia di Vibo Valentia si trova sotto processo dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro

Omicidio Franzoni a Portosalvo, chiesto l’ergastolo per Nazzareno Mantella

Ergastolo. Questa la richiesta di condanna del pm della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso, nei confronti di Nazzareno Mantella, 37 anni, di Vibo Valentia, fratello del collaboratore di giustizia Andrea Mantella. La richiesta del carcere a vita è stata formulata dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro (Bravin presidente) nel processo con rito ordinario nato dall’operazione denominata “Outset”.

Nazzareno Mantella è accusato di aver preso parte all’omicidio del 29enne Mario Franzoni, fatto di sangue commesso il 21 agosto del 2002 a Portosalvo mentre la vittima si trovava a bordo della sua Fiat Punto dopo essere rientrato in paese per un periodo di vacanza proveniente da Mariano Comense. Franco Barba e Andrea Mantella vengono indicati come i mandanti del fatto di sangue (oltre ai defunti Francesco Scrugli, ucciso nel 2012, e Carmelo Lo Bianco, alias “Piccinni”, il boss dell’omonimo clan di Vibo morto in carcere), ma la loro posizione è stata separata da quella degli altri imputati. Salvatore Mantella e Nazzareno Mantella avrebbero invece curato la logistica dell’omicidio fornendo le armi e un motorino ai killer. Domenico e Vincenzo Giampà di Lamezia Terme sarebbero stati invece gli esecutori materiali del fatto di sangue con il secondo che avrebbe guidato la moto con a bordo i due. Contestati anche i reati di concorso in detenzione di armi illegali e ricettazione. Gli altri imputati che rispondono con Nazzareno Mantella di concorso nel fatto di sangue hanno invece scelto di essere processati con il rito abbreviato. Nazzareno Mantella è difeso dagli avvocati Antonio Porcelli e Salvatore Sorbilli. [Continua]

Giuseppe Giampà

Il collaboratore di giustizia Giuseppe Giampà ha spiegato che l’omicidio era stato ordinato da Andrea Mantella e Francesco Scrugli per conto della cosca Lo Bianco. L’autore materiale dell’omicidio, secondo il pentito, sarebbe stato Domenico Giampà che avrebbe utilizzato una pistola calibro 9 short a nove colpi monofilare. Per portare a termine l’omicidio era stato utilizzato uno scooter guidato da Enzo Giampà, pure lui di Lamezia Terme. Ad avviso di Giuseppe Giampà, il mandato omicidiario di uccidere Mario Franzoni sarebbe pervenuto pure dal defunto boss Carmelo Lo Bianco, detto Piccinni”. In cambio dell’omicidio il gruppo criminale di Mantella e Scrugli avrebbe dovuto ammazzare Pasquale Torcasio, detto “Carrà” o “Ciccio bello”, ed anche Francesco Zagami, entrambi ritenuti esponenti del clan Torcasio di Lamezia Terme, cosca avversaria dei Giampà. Tali ultimi omicidi ai danni dei lametini dovevano essere compiuti – secondo Giuseppe Giampà – da Francesco Scrugli e Salvatore Mantella.

Andrea Mantella

Andrea Mantella, a differenza degli altri collaboratori, ha invece indicato anche le ragioni dell’omicidio da ricercare nel fatto che Mario Franzoni aveva picchiato e poi puntato la pistola e colpito in faccia i figli di Franco Barba, di nome Bruno ed Enzo.

La contropartita di Barba a Mantella. Mantella ha precisato poi che Franco Barba, a fronte dell’incarico di morte, si era impegnato a costruirgli gratuitamente due villette in località “Cervo” di Vibo Valentia, una per lui e l’altra per Francesco Scrugli, villette che effettivamente furono costruite subito dopo l’omicidio. Mantella avrebbe quindi dato incarico a Francesco Scrugli di organizzare l’omicidio, chiedendo a Pasquale Giampà, detto “Mille Lire”, di mandargli “due ragazzi dei suoi a Vibo”.

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