sabato,Aprile 20 2024

Rinascita-Scott, il collaboratore Arena: «Dovevamo uccidere Sergio Gentile»

Le accuse di Mantella e Moscato nei confronti dei “Toba”. Ivan Gentile candidato alle comunali di Vibo pestato per gli scioperi. L’intervento dei Lo Bianco-Barba per “riabilitarlo” dopo un'accusa di "trascuranza"

Rinascita-Scott, il collaboratore Arena: «Dovevamo uccidere Sergio Gentile»

Doveva morire per mano del gruppo di Bartolomeo Arena, il 41enne di Vibo Valentia Sergio Gentile, alias “Toba”, anche lui fra gli arrestati dell’operazione “Rinascita-Scott”. Sono diverse le novità che emergono dai verbali resi ostensibili del collaboratore di giustizia, Bartolomeo Arena, che ha riferito anche dell’affiliazione alla ‘ndrangheta di Ivan Gentile, fratello di Sergio, e candidato lo scorso anno a consigliere comunale di Vibo Valentia nella lista “Fare con Tosi”, il movimento politico fondato dall’ex sindaco di Verona Flavio Tosi. Ivan Gentile – che non è indagato – non è poi stato eletto. [Continua]

Salvatore Furlano

I contrasti fra Furlano e Sergio Gentile. Fra le persone coinvolte nell’operazione Rinascita-Scott c’è Salvatore Furlano, 51 anni, indicato quale commesso del negozio di abbigliamento Giannini a Vibo Valentia e soggetto che sarebbe dedito all’usura. Sul suo conto Bartolomeo Arena ha dichiarato: “Salvatore Furlano, detto Testa o Testazza, è il cugino di Raffaele Franzè, detto lo Svizzero, ha la dote del Vangelo e si tratta di un soggetto che è stato con noi fin dall’inizio, ovvero da quando nel 2012 si è creato il nuovo locale di ‘ndrangheta a Vibo. A Furlano intorno al 2012 incendiarono la macchina e lui sospettava che l’autore fosse stato Sergio Gentile, detto “Toba”, con il quale aveva avuto un disguido all’interno del negozio Giannini, dove Furlano lavorava, in quanto non gli aveva voluto applicare uno sconto maggiore per la vendita di indumenti”.

Sergio Gentile

Il tentativo di uccidere Sergio Gentile. Bartolomeo Arena spiega così che il suo gruppo decise per tale motivo di attentare alla vita di Sergio Gentile. La decisione fu presa in quell’occasione da me – ricorda il collaboratore – ed Antonio Macrì. Io ed Antonio Franzè – altro componente del nostro gruppo che abita a San Gregario – ci appostammo nei pressi della sua abitazione, armati di pistola, dopo aver indossato delle parrucche e passamontagna. Aspettavamo uno squillo da Domenico Camillò che ci doveva avvisare del suo arrivo a casa. Quella sera Gentile non rincasò e successivamente l’azione di fuoco non si realizzò poiché Sergio Gentile venne tratto in arresto”.

Ivan Gentile

I Gentile nel mirino. Bartolomeo Arena ricorda a questo punto la vendetta messa comunque in atto dal suo gruppo contro i Gentile. “Siccome non siamo riusciti ad uccidere Sergio Gentile, dovendo dimostrare ai Lo Bianco-Barba che il nostro gruppo non poteva tollerare un simile affronto fatto ad un proprio componente, successivamente decisi di mandare Domenico Camillò e Domenico Catania ad esplodere dei colpi di arma da fuoco all’indirizzo del bar del fratello di Sergio, Emilio Gentile. Anche tale Luca Prestia pure ci disse che aveva avuto problemi con uno dei Gentile e noi lo incitammo – spiega il collaboratore – ad incendiare una delle loro macchine, garantendogli protezione. Così fu incendiata da parte di Prestia la macchina di Antonio, figlio di Ivan Gentile, quest’ultimo attuale componente del Buon Ordine in quota Lo Bianco-Barba. Ricordo che Ivan Gentile aveva la dote della camorra datagli dai Barbieri di Pannaconi”. E’ bene precisare che, allo stato, Ivan Gentile, Luca Prestia e Antonio Franzè non sono indagati nell’operazione Rinascita-Scott, a differenza dei fratelli Sergio ed Emilio Gentile.

La richiesta dei Gentile di essere affiliati. Secondo Bartolomeo Arena, prima della frattura nel locale di ‘ndrangheta di Vibo Valentia fra il clan Lo Bianco-Barba ed i Pardea a seguito della sparatoria in piazza Municipio di Loris Palmisano ai danni di Domenico Camillò, cugino di Bartolomeo Arena, i fratelli Sergio ed Ivan Gentile avrebbero chiesto di entrare nel Locale quando ancora ne faceva parte anche il mio gruppo e non entrarono in quel momento perché non li volevamo, sia perché erano drogati – ha dichiarato Arena – sia perché avevamo attentato alla vita di Sergio Gentile”. Ad avviso di Bartolomeo Arena, i fratelli Sergio e Ivan Gentile sarebbero entrati nel nuovo locale di ‘ndrangheta costituito a Vibo nel 2012 “dopo che io e il mio gruppo ne eravamo usciti”.

moscato raffaele
Raffaele Moscato

Le dichiarazioni di Moscato sui “Toba“. Bartolomeo Arena non è però il solo collaboratore di giustizia ad aver riferito in merito ai fratelli Gentile. Prima di lui, anche Raffaele Moscato aveva raccontato particolari interessanti agli inquirenti. Conosco i fratelli Gentile, Sergio, Ivan ed Emilio e so che sono soprannominati Toba. Sergio, dopo 12 anni, è stato scarcerato per un omicidio. La storia – ha raccontato Moscato – è che ha ammazzato questa persona che aveva fatto degli abusi a suo padre, uccidendolo per strada quando l’ha incontrato, senza programmarlo. Questa cosa me l’ha riferita lui stesso in un’occasione in cui abbiamo mangiato assieme al Pequod, ristorante di Giovanni Battaglia, alle tre di notte dopo che io gli chiesi “come l’aveva pagato”, intendendo come si era fatto scoprire per l’omicidio. Sergio Gentile mi ha così raccontato che l’agguato non era stato programmato e incontrando per strada la vittima l’aveva uccisa. Nel corso del colloquio, avvenuto prima del mio arresto per la pistola e dopo l’omicidio di Patania Fortunato, Sergio Gentile – ha aggiunto Moscato – mi disse anche che stavano facendo delle rapine con Francesco Macrì, proponendomi di farne una assieme alla posta di Vena di Jonadi, ufficio postale che era un facile obiettivo poichè non aveva neanche le telecamere. Ultimamente (la collaborazione di Moscato risale al 2015) Sergio “Toba”, per come mi è stato riferito in carcere da Antonio Pardea, viene utilizzato, dopo la morte di Francesco Macrì, per collocare taniche per conto di Andrea Mantella. In pratica mi disse che era un amico loro e che era a disposizione per fare “lavori” di questo tipo”.

Andrea Mantella

Andrea Mantella sui Gentile. Anche Andrea Mantella – che ha iniziato a collaborare nel maggio del 2016 – ha rilasciato dichiarazioni sui Gentile. Sergio Gentile era amico di Antonio Forastefano di Cassano – ha dichiarato Mantella – poi divenuto collaboratore di giustizia e andava da lui a prendere la cocaina. Ivan Gentile lavorava invece nella spazzatura e ci dava dei problemi perché voleva fare sciopero ed in qualche occasione lo abbiamo anche picchiato”.

Sergio Gentile in favore del fratello Ivan. Per dare conto dell’appartenenza alla ‘ndrangheta di Sergio Gentile, il gip distrettuale valorizza quindi nell’operazione Rinascita-Scott un’intercettazione ambientale del 16 agosto 2017 con Antonio Lo Bianco (cl. 48), ritenuto uno dei vertici del clan Lo Bianco, nella quale Sergio Gentile – scrive il gip – cercava il sostegno dei sodali in favore del fratello Ivan, a cui erano state mosse accuse di “trascuranza”, a sintomo dell’inserimento organico di Sergio Gentile chiamato a rivolgersi ai suoi superiori a cui doveva dare conto della questione. Dal tenore complessivo della conversazione emergeva l’insistenza di Sergio Gentile di salvare il fratello da tali accuse di “infamità” trascuranza”. Rimarcano la Dda di Catanzaro ed i carabinieri: In data 16 agosto 2017 alle ore 15.49 Sergio Gentile accedeva nell’immobile di Antonio Lo Bianco in contrada Nasari e poi insieme a Lo Bianco si recavano presso il fabbricato rustico attiguo.

Antonio Lo Bianco

La conversazione evidenziava delle difficoltà insorte per i fratelli Gentile, in particolare per Ivan Gentile, con una persona fuori territorio che gli stava attribuendo dichiarazioni infamanti, dal ché il timore di conseguenze spiacevoli che li spingevano a chiedere l’aiuto dell’importante membro dei Lo Bianco ai quali Sergio Gentile apparteneva. Un “forestiero” aveva riferito un presunto comportamento infamante da parte di Gentile Ivan senza portare un minimo di prova di quanto affermato. Ciononostante questi decideva di portare l’accusa nei confronti di Gentile Ivan per bloccarne, a seguito di tale accusa, ogni operatività nell’organizzazione come da regole di ‘ndrangheta. L’accusa veniva respinta dall’interessato Ivan Gentile (“Ivan piangeva…”) che all’uopo, grazie all’intraneità del fratello Sergio Gentile nella cosca Lo Bianco, ha chiamato a difesa importanti ‘ndranghetisti vibonesi come Vincenzo Barba, Antonio Lo Bianco (cl.’48) e Carmelo D’Andrea. Nonostante un’ulteriore accusa di «trascuranza» per aver omesso di eseguire alcuni furti di salumi – concludono gli inquirenti – Ivan Gentile riusciva ad essere riabilitato”.

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