martedì,Aprile 23 2024

‘Ndrangheta: operazione Talitha Kumi, chieste tre condanne a Vibo

Gli imputati di Sant’Onofrio sono accusati di aver tagliato mille ulivi dopo il rifiuto di una cooperativa a cedere gratis l’olio. Domenico Bonavota è latitante

‘Ndrangheta: operazione Talitha Kumi, chieste tre condanne a Vibo
Domenico Bonavota

Requisitoria del pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia nel processo nato dall’operazione antimafia denominata “Talitha Kumi”, dal nome di una cooperativa agricola Talità Kum, con sede a Stefanaconi, presa di mira dai clan.

Queste le richieste di condanna: 10 anni Domenico Bonavota, 41 anni, ritenuto a capo dell’omonimo clan di Sant’Onofrio ed attualmente latitante; 8 anni e 9 mesi per Domenico Cugliari, 60 anni, detto “Micu i Mela”, zio di Bonavota; 8 anni e 9 mesi per Giuseppe Barbieri, di 46 anni, detto “Pino 38”, pure lui di Sant’Onofrio. [Continua]

Domenico Cugliari

Estorsioni e danneggiamenti, aggravati dal metodo mafioso, le contestazioni mosse agli imputati, accusati di aver tagliato nel 2011 mille alberi di ulivo di proprietà di un socio della cooperativa dinanzi al suo rifiuto di cedere gratis al clan Bonavota 500 litri di olio all’anno. Il socio della cooperativa, Pietro Lopreiato, sarebbe stato poi costretto a cedere un terreno al clan. Della cooperativa, oltre a Pietro Lopreiato, principale vittima delle pretese dei clan, facevano parte anche due sacerdoti: don Salvatore Santaguida, già parroco di Stefanaconi, e don Domenico Muscari, parroco di San Nicola da Crissa. La cooperativa aveva fra le altre finalità anche la gestione dei terreni confiscati alla mafia ed era nata con un progetto finanziato dalla Cei per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel meridione.

Domenico Cugliari è difeso dagli avvocati Francesco Muzzopappa e Michelangelo Miceli; Domenico Bonavota dagli avvocati Vincenzo Gennaro e Nicola Cantafora; Giuseppe Barbieri dagli avvocati Sergio Rotundo e Salvatore Staiano. Il Collegio è presieduto dal giudice Chiara Sapia, con a latere i giudici Claudia Caputo e Giorgia Ricotti.

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