sabato,Aprile 20 2024

Opere da demolire alla Rada di Vibo Marina, sospensiva dal Consiglio di Stato

I giudici amministrativi in attesa di una celere trattazione nel merito della vicenda sospendono gli effetti della sentenza del Tar. Le dichiarazioni dell’imprenditore Cascasi

Opere da demolire alla Rada di Vibo Marina, sospensiva dal Consiglio di Stato

La sesta sezione del Consiglio di Stato – in attesa delle trattazione nel merito della vicenda – ha sospeso l’esecutività della sentenza con la quale il Tar di Catanzaro nell’aprile scorso ha ritenuto corretto l’operato del Comune di Vibo Valentia che ha ordinato la demolizione ritenendo abusivi tutti i lavori effettuati nello stabilimento balneare con bar e ristorante denominato “La Rada” con sede a Vibo Marina. Il Tar ha salvato solo tre pergotende ed un gazebo in pvc, ritenendo legittima la sospensione della licenza alla Rada. I giudici del Consiglio di Stato hanno ora sospeso l’esecutività della sentenza del Tar in attesa di una celere trattazione nel merito della vicenda, rilevando che “le questioni di fatto implicate nella presente controversia necessitano di approfondimenti incompatibili con il carattere sommario tipico della presente fase cautelare e che occorre definire celermente la questione nel merito”. Il Consiglio di Stato, quindi, “nel bilanciamento tra i contrapposti interessi”, ha ritenuto “nelle more della udienza pubblica, sospendere gli atti impugnati, al fine di consentire la definizione del giudizio di merito re adhuc integra, in considerazione soprattutto del pregiudizio all’attività commerciale gestita dall’appellante alle porte della stagione estiva”. Le società La Rada srl e Gramaca srl sono difese dall’avvocato Alessio Colistra. [Continua]

Francesco Cascasi

Opere da demolire alla Rada di Vibo Marina, il Tar dà ragione al Comune

Sulla decisione del Consiglio di Stato di sospendere gli efeftti della sentenza del Tar in attesa della trattazione nel merito della vicenda (l’udienza nel merito è stata fissata per il 28 gennaio del prossimo anno), l’imprenditore Francesco Cascasi – titolare della Rada – ha inteso rilasciare la seguente dichiarazione:

Registro con soddisfazione la decisione del Consiglio di Stato che evidentemente ha colto le anomalie consumate nell’attività di accertamento operato dal Comune di Vibo Valentia che, con una scansione temporale accelerata, ha effettuato una serie di verifiche ed ha assunto una sequela di atti chiaramente orientati per ottenere la sospensione e la chiusura dell’attività pur non sussistendone i presupposti. Non ritorno sulla questione di merito relativa alla natura di opere amovibili o pertinenze o sul fatto che ogni intervento risulta essere stato autorizzato o comunicato all’Autorità competente ma mi preme segnalare come sta diventando oltremodo difficile continuare ad impegnare rilevanti risorse finanziarie per lo sviluppo di attività d’impresa nel settore turistico quando si registra la cronica resistenza dell’amministrazione comunale che prosegue ormai da venti anni.

Ricordo che è ancora sottoposta al vaglio della Conferenza dei servizi la richiesta di concessione demaniale marittima presentata nel 2000 per la realizzazione di un pontile per nautica da diporto in ordine alla quale sono stati presentati molteplici ricorsi al Tar, anche per risarcimento del danno, oltre che denunce all’autorità giudiziaria penale e sulla quale si è poi innestato un episodio di estorsione al vaglio del processo Costa Pulita.

Per un’altra richiesta di concessione presentata nel 2005 sono in attesa della pronuncia del Tar dopo una prima decisione favorevole del giudice amministrativo e avente ad oggetto gli stessi spazi che avrebbero dovuto essere occupati per il mega progetto del muro paraonde, per fortuna naufragato visto che si trattava di opera non finanziabile da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.

Il ristorante La Rada

Anche la richiesta di messa in sicurezza di un immobile per ristrutturazione edilizia da destinare ad albergo nel Porto di Vibo Marina è stata negata e anche su questo è pendente il ricorso al Tar Calabria. Da ultimo, per l’unica struttura operante rispetto ai miei progetti d’investimento che avrebbero creato un indotto occupazionale di 150 persone è attiva soltanto La Rada (oggi occupa 21 persone) che resiste a costo di un continuo contenzioso giudiziario e che deve anche subire l’assurda perimetrazione delle curve di rischio previste dal Piano di emergenza esterno. Spero ancora che la nuova amministrazione comunale voglia finalmente liberarsi da quelle incrostazioni di interessi e protezioni che gravano sul Porto di Vibo Marina e che hanno impedito in questi anni di favorire sviluppo e occupazione. Non servono mediazioni, tentennamenti o timidezze.  Basta semplicemente prendere atto della vocazione turistica e di accoglienza di Vibo Marina ed agire di conseguenza eliminando tutto ciò che è incompatibile con questa destinazione, verificare i progetti in atto e favorirne, nel rispetto della legalità, la loro esecuzione procedendo anche, dove occorra, a rimuovere tutti di atti amministrativi assunti negli anni scorsi che, orientati a mantenere le situazioni di privilegio o come nel mio caso impedire l’apertura di nuove attività, hanno chiare connotazioni di illegittimità o di inopportunità.

Il porto di Vibo Marina

Cominciando fin da subito nel chiedere al prefetto e alle Autorità interessate di voler con celerità rimettere mano al Piano di Emergenza Esterno non essendo possibile che occorrano degli anni prima che si possa valutare compiutamente se lo stabilimento della Meridionale Petroli sia compatibile o meno con il primario interesse pubblico alla fruizione della spiaggia, senza alcun limite, di via Vespucci ovvero,  laddove questa compatibilità non vi sia, decidere di spostare l’ubicazione dello stabilimento  in altra sede liberando un’area fondamentale per la fruizione pubblica. Occorre ampliare l’offerta della ricezione turistica aprendo l’accesso al Porto per i diportisti e favorire l’accoglienza alberghiera ed una ristorazione di qualità con effetti benefici su tutta la costa e anche sulla città alta consentendo così anche al capoluogo di ritrovare la sua identità culturale che pare aver smarrito negli anni. Questa è la sfida ambiziosa alla quale è chiamata a confrontarsi l’amministrazione comunale.Vedremo – conclude Cascasi – se ne sarà capace“.

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