venerdì,Marzo 29 2024

‘Ndrangheta: processo “Black Widows”, chieste 12 condanne a Vibo

Dinanzi al Tribunale collegiale il pm Annamaria Frustaci ha formulato le richieste di pena per gli imputati delle Preserre accusati anche del tentato omicidio di Giovanni Nesci e del fratello

‘Ndrangheta: processo “Black Widows”, chieste 12 condanne a Vibo
Il paese di Sorianello e nel riquadro Giovanni Nesci
Vincenzo Cocciolo

Dodici richieste di condanna sono state formulate dal pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia (presidente Macrì, a latere i giudici Cavasino e Romano) nel processo nato dall’operazione antimafia denominata “Black Widows” che mira fra l’altro a far luce sul tentato omicidio di Giovanni Nesci e del fratello dodicenne (affetto dalla sindrome di down) commesso il 28 luglio 2017. Queste le richieste di pena: 10 anni e 6 mesi di reclusione Vincenzo Cocciolo, di 32 anni, di Gerocarne; 10 anni e 10 mesi per Rosa Inzillo, di 52 anni, di Sorianello; 6 anni e 6mila euro di multa per Viola Inzillo, di 54 anni, nativa di Sorianello e residente a Gerocarne; 12 anni e 6 mesi Michele Nardo, di 49 anni, di Sorianello; 3 anni e 6mila euro Teresa Inzillo, di 57 anni, di Gerocarne; 10 anni e 6 mesi Antonio Farina, di 45 anni, di Soriano Calabro; 4 anni e 4 mesi Domenico Inzillo, di 65 anni, nativo di Sorianello, ma residente a Francica; 4 anni e 6mila euro Michele Idà, 23 anni, di Gerocarne; 4 anni e 6mila euro Ferdinando Bartone, 21 anni, di Gerocarne; 4 anni e 6 mesi (e 6mila euro) Salvatore Emmanuele, di 26 anni, di Gerocarne; 6 anni e 6 mesi (più 8mila euro di multa) Gaetano Muller, di 21 anni, di Sorianello; 3 anni e 6mila euro Maria Rosaria Battaglia, di 86 anni, di Sorianello. [Continua]

Viola Inzillo

Le accuse. Secondo l’accusa, Antonio FarinaRosa Inzillo, Michele NardoBruno Lazzaro (successivamente ucciso) avrebbero concorso nel tentato omicidio di Giovanni Nesci e del fratello dodicenne.

Rosa Inzillo e Michele Nardo avrebbero avuto il ruolo di concorrenti morali del fatto di sangue, quali istigatori ed organizzatori del progetto omicidiario, mentre Antonio Farina ed il defunto Bruno Lazzaro sarebbero stati gli esecutori materiali. In particolare, su mandato di Rosa Inzillo e Michele Nardo, Antonio Farina e Bruno Lazzaro si sarebbero posizionati nella tarda serata del 28 luglio 2017 in uno stabile disabitato di Sorianello, su corso Vittorio Emanuele II, di fronte all’abitazione delle persone offese attendendone il rientro ed esplodendo poi al loro indirizzo numerosi colpi di arma da fuoco e, nella specie, almeno quattro colpi di fucile calibro 12 e 9 colpi di pistola calibro 9.  

Michele Nardo

Ai tre imputati vengono quindi anche contestati i reati di ricettazione, porto e detenzione illegale di armi da fuoco: il fucile calibro 12 marca Breda, compendio di un furto consumato a Stoppiana (Vc) il 13 febbraio 2011, e la pistola calibro 9 usata contro i fratelli Nesci. Altri reati in materia di detenzione e porto illegale di armi (un’arma corta non meglio identificata e il relativo munizionamento calibro 7,65) vengono contestati al solo Michele Nardo, mentre lo stesso Michele Nardo e Vincenzo Cocciolo sono accusati di detenzione e porto illegale di armi. Rosa Inzillo, Teresa InzilloMaria Rosaria Battaglia devono poi rispondere del reato di detenzione illegale di un’arma da fuoco corta non meglio identificata, “originariamente posseduta da Rosa Inzillo e poi ceduta a Battaglia Maria Rosaria”. 

Antonio Farina

Michele Nardo, Rosa Inzillo, Viola InzilloAntonio Farina, Salvatore EmmanueleFerdinando Bartone sono quindi accusati – in concorso con il defunto Bruno Lazzaro – di aver ostacolato l’identificazione della provenienza delittuosa di un’autovettura Fiat Punto (in ragione dell’assenza del numero di telaio), rinvenuta e sequestrata in data 23 gennaio 2018. Con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di mettere a segno il progetto omicidiario in danno di Giovanni Nesci e con l’ulteriore aggravante di essersi avvalsi del contributo causale del figlio minore di Rosa Inzillo. Alla sola Viola Inzillo vengono poi contestate una serie di ipotesi di reato legate alla detenzione illegale di un fucile da usare contro Giovanni Nesci, arma nascosta in concorso con il defunto Bruno Lazzaro, così come una serie di munizioni. 

Gaetano Muller

Infine, Michele Nardo, Antonio Farina, Vincenzo Cocciolo, Gaetano Muller, Domenico Inzillo e Michele Idà sono accusati di detenzione e porto in luogo pubblico di un fucile Franchi automatico provento di un furto commesso a Montù Beccaria (Pv) l’8 maggio 2012, nonché di ulteriori armi e munizioni. Materiale risultato inizialmente nella disponibilità di Michele Nardo e Antonio Farina, i quali l’avrebbero ceduto successivamente a Gaetano Muller che lo avrebbe custodito, a sua volta, tramite Michele Idà. Con l’aggravante di aver commesso il fatto per mettere a segno il progetto omicidiario in danno di Giovanni Nesci. Tutti i reati sono inoltre aggravati dalle finalità mafiose. 

Nel collegio di difesa figurano gli avvocati:  Giuseppe Di Renzo, Enzo Galeota, Francesco Sorrentino, Salvatore Staiano, Pamela Tassone, Giovanni Russano, Nazzareno Latassa e Marcello Scarmato. L’inchiesta – portata a termine dalla Squadra Mobile di Vibo – è stata coordinata dal pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, e dal pm della Procura di Vibo Valentia, Filomena Aliberti, applicata per questa inchiesta all’antimafia.

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