mercoledì,Aprile 24 2024

Rinascita-Scott: a processo un imprenditore, un ex sindaco e un avvocato

Insieme a Giancarlo Pittelli compariranno dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia anche Mario Lo Riggio, Salvatore Rizzo e Giulio Calabretta. Ecco tutte le accuse

Rinascita-Scott: a processo un imprenditore, un ex sindaco e un avvocato

Sarà giudicato unitamente ad altri tre imputati, l’ex parlamentare di Forza Italia ed avvocato Giancarlo Pittelli, ammesso al giudizio immediato ed accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione di segreti d’ufficio ed abuso d’ufficio. Il 9 novembre prossimo dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia – così come disposto dal gup distrettuale Paola Ciriaco – compariranno infatti anche: l’imprenditore Mario Lo Riggio, 59 anni, di Vibo, l’ex sindaco di Nicotera Salvatore Rizzo, 64 anni, e l’avvocato Giulio Calabretta, 45 anni, di Lamezia Terme. [Continua]

Mario Lo Riggio

Le accuse nei confronti di Lo Riggio. L’imprenditore, ad avviso della Dda di Catanzaro, avrebbe messo le sue imprese ed i suoi rapporti imprenditoriali e finanziari alle dirette dipendenze di Gregorio Gasparro di San Gregorio d’Ippona e dei Lo Bianco-Barba di Vibo “in modo sistematico al fine di raggiungere gli obiettivi della consorteria”, finanziando le attività di Paolino Lo Bianco, Saverio Razionale e Gregorio Gasparro, erogando prestiti. Ad accusarlo di essere stato in affari con Paolo Lo Bianco, ritenuto al vertice dell’omonimo clan, anche il pentito Andrea Mantella.

E’ anche accusato del reato di trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante delle finalità mafiose, in concorso con il boss di San Gregorio d’Ippona Saverio Razionale, il commercialista vibonese Paolo Basile, l’avvocato Nazzareno Latassa, Antonio LatassaSalvatore Malara, tutti di Vibo. Secondo l’accusa, per agevolare la commissione del reato di riciclaggio, Paolo Basile, Mario Lo Riggio e Nazzareno Latassa, quali soci occulti della Italiantrade srl, avrebbero attribuito fittiziamente la titolarità di quote di tale società ai soci fittizi Antonio Latassa e Salvatore Malara.

Saverio Razionale

Saverio Razionale e Mario Lo Riggio (quale espressione imprenditoriale – secondo l’accusa delle cosche Fiarè-Gasparro-Razionale e Lo Bianco-Barba), oltre a Paolo Basile e Nazzareno Latassa quali esperti professionisti legati allo stesso Lo Riggio, avrebbero inoltre gestito di fatto, quali soci occulti, la Italiantrade che, nel frattempo, aveva preso in gestione – dalla curatela fallimentare del Tribunale di Vibo Valentia – l’Hotel 501, di proprietà della fallita 501 Hotel S.P.A., con l’intento di acquistarlo, mandando al ribasso le aste indette dal Tribunale fallimentare e consentire così, tra l’altro, alla cosca Lo Bianco-Barba di rientrare dell’investimento di 1.200.000 euro, costituenti, almeno in parte (300.000 euro) provento delle attività delittuose dell’associazione mafiosa.

Salvatore Rizzo

Le accuse nei confronti dell’ex sindaco di Nicotera. Salvatore Rizzo è accusato del reato di associazione mafiosa e viene ritenuto uomo del clan Mancuso. In particolare, secondo l’accusa, Salvatore Rizzo, ritenuto dagli inquirenti già vicino al boss Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, avrebbe assicurato “la penetrazione dell’organizzazione nell’acquisizione e gestione di attività imprenditoriali, soprattutto nel campo ricettivo (come nel caso del Villaggio Valtur di Nicotera)”. E’ inoltre accusato di aver aiutato il boss di Limbadi Luigi Mancuso a nascondersi e muoversi sul territorio nel periodo in cui lo stesso si era sottratto all’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale”. Come ricostruito dai carabinieri, Salvatore Rizzo, oltre che sindaco, è stato anche vicesindaco e assessore del Comune di Nicotera, nonché consigliere comunale e membro del Comitato pro Marina di Nicotera. Ma, soprattutto, Salvatore Rizzo ha ricoperto la carica di consigliere provinciale di maggioranza (Udeur) a Vibo Valentia sia con presidente Gaetano Ottavio Bruni che Francesco De Nisi.

Luigi Mancuso

Il nome Salvatore di Salvatore Rizzo emerge poi anche nell’inchiesta del Ros denominata “Purgatorio” (richiamata ora dall’indagine “Rinascita”) in quanto indicato come persona coinvolta nella gestione del villaggio Beach Village – Venta Club di Nicotera Marina poiché la moglie, Addario Angela Maria, era socia accomandataria unitamente a Buccafusca Santa (accomandante), convivente (deceduta nel mese di aprile 2011) di Mancuso Pantaleone, inteso “Scarpuni”, nella HELIOS sas con sede in Nicotera Marina c.da Gagliardi. Come noto, Santa Buccafusca è deceduta ingerendo acido muriatico. Qualche giorno prima aveva contattato i carabinieri per collaborare con la giustizia per poi però ritornare sui propri passi. Per Salvatore Rizzo, anche l’ulteriore accusa di essersi posto fra i soggetti capaci di assicurare al boss Luigi Mancuso i raccordi necessari al clan per mantenere i contatti con l’esterno.

Le accuse nei confronti di Calabretta. Rivelazione di segreti d’ufficio in concorso con l’avvocato Giancarlo Pittelli ed il tenente colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli (già comandante provinciale di Teramo), è invece l’accusa mossa all’avvocato lametino Giulio Calabretta. In particolare, “Naselli, su richiesta di Pittelli – a sua volta investito della questione dall’avvocato Giulio Calabretta, fratello dell’amministratore Calabretta Giuseppe, e da Rocco Delfino – si sarebbe interessato della vicenda esaminando una “pratica” relativa alla M.C. Metalli srl, pendente in Prefettura a Teramo e la cui documentazione risultava altresì detenuta nel suo Ufficio, rivelando le criticità oggetto delle verifiche in corso coperte dal segreto istruttorio. Per tale ultimo capo di imputazione, la Cassazione si è pronunciata annullando senza rinvio per gli imputati. Giulio Calabretta dovrà inoltre rispondere del reato di concorso in falso ideologico (capi di imputazione A bis 6 e A bis 7) in relazione ad un verbale di assemblea straordinaria dei soci della M.C. Metalli e alla cessione delle quote della stessa società.

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