giovedì,Aprile 25 2024

«La speranza non è morta», Denardo (Cgil) crede nel riscatto del Vibonese

Il segretario provinciale del sindacato elenca i segnali di fiducia registrati nei giorni scorsi dalle cronache cittadine ed esorta ad insistere sulla strada tracciata per conquistare la “normalità”.

«La speranza non è morta», Denardo (Cgil) crede nel riscatto del Vibonese

«Un esercito della speranza sotto le bandiere della resistenza. Ventotto sindaci in prima fila a manifestare, il 21 novembre, per difendere il territorio e le ragioni dei loro tanti cittadini, che soffrono il disagio economico e sociale, in preda ai sentimenti di paura e di insicurezza. Centinaia di studenti in corteo per avvincere le battaglie e le sconfitte dei loro padri. Sei nuovi magistrati per rafforzare la carenza degli organici ed imprimere uno slancio al processo di giustizia ed al valore della legalità, come efficaci antigeni nel profondo radicamento del fenomeno criminale della malavita organizzata. Dozzine di aziende e di imprenditori vibonesi promossi dalla Prefettura a pieni voti sulla base di controlli di “qualità” ed immessi in una White List per stimolare il mercato e l’offerta di lavoro».

Il segretario provinciale della Cgil, Luigi Denardo, elenca così, partendo dalla mobilitazione che sabato scorso ha fatto risuonare un forte “No” nei confronti del previsto accorpamento della Prefettura, alcuni fattori di “speranza” registrati dalle cronache cittadine negli ultimi giorni.

Per l’esponente sindacale «E’ questa l’altra faccia di una terra che, spesso piange nel silenzio e nella rassegnazione ma, che riesce ancora a muovere aliti di vento per sospingere la fiducia a ricercare condizioni di normalità. Quella che come Cgil quotidianamente insistiamo nella protesta e nelle lotte, prima e più di altrove, per rivendicare la dignità e l’identità del nostro territorio. E, ne siamo fortemente convinti, perché laddove la piazza reagisce lo Stato e le Istituzioni hanno il dovere di ascoltare e dove la politica sfugge si sente assediata nell’ impegno e nella responsabilità».

La riflessione di Denardo si conclude con la constatazione che «non serve a nulla condannare indistintamente tutti, perché alla fine, ovviamente, saranno tutti assolti. Chi può e vuole fare la differenza dobbiamo metterlo alla prova e le cruenta vertenza vibonese ne è un’ineludibile palestra di maturità. Spetta a noi la capacità di insistere e di continuare l’unica strada percorribile, avendo il carattere e la forza di arrivare fino in fondo».

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