martedì,Aprile 16 2024

Rinascita-Scott: a giudizio anche Michele Bonavota

La posizione era stata stralciata in attesa di una perizia sulla sua capacità di intendere e volere. Nel 2008 avviò una corrispondenza epistolare con Bernardo Provenzano, capo di Cosa Nostra

Rinascita-Scott: a giudizio anche Michele Bonavota
L'aula bunker di Lamezia nel primo giorno del processo
Michele Bonavota

Rinviato a giudizio anche l’ultimo indagato di Rinascita-Scott la cui posizione era stata a dicembre stralciata dal gup distrettuale in attesa di una perizia medico legale che ne accertasse la capacità di intendere e volere. Si tratta di Michele Bonavota, 53 anni, di Sant’Onofrio, rinviato a giudizio dal gup distrettuale di Catanzaro, Claudio Paris, per il reato di associazione mafiosa dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia. La sua posizione dovrà essere riunita a quella dei 325 imputati del troncone dell’ordinario già a giudizio. Michele Bonavota è in particolare accusato di essere “pienamente inserito nelle dinamiche criminali del sodalizio di famiglia diretto dai cugini Pasquale, Domenico e Nicola Bonavota, partecipando alle riunioni del clan e mettendosi a disposizione dell’organizzazione, rendendosi anche disponibile a favorire l’irreperibilità degli esponenti apicali della cosca”. [Continua dopo la pubblicità]

Il defunto boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano

Michele Bonavota, noto nel Vibonese poiché in passato coinvolto nell’operazione “Bluff” su una maxi truffa alle assicurazioni (poi finita in prescrizione), nel 2008 intrattenne una corrispondenza epistolare con l’allora capo di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano, arrestato l’11 aprile del 2006 dopo 43 anni di latitanza e deceduto all’ospedale San Paolo di Milano il 13 luglio 2016. Proprio a causa della corrispondenza epistolare, al numero uno della mafia siciliana Bernardo Provenzano venne all’epoca inasprito il carcere duro. Nel processo Rinascita-Scott, Michele Bonavota è difeso dall’avvocato Diego Brancia.

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