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Medico interdetto si candida a dirigente dell’Asp di Vibo: arrestato

Nell’agosto scorso ha dichiarato falsamente di essere in servizio nonostante la misura cautelare e la sospensione disciplinare emessa dall’Azienda ospedaliera di Catanzaro

Medico interdetto si candida a dirigente dell’Asp di Vibo: arrestato
La sede dell'Asp di Vibo Valentia

I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, su disposizione della Procura del capoluogo, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip Matteo Ferrante, nei confronti di Giuseppe Monterosso, 55 anni di Catanzaro, ortopedico dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Il medico era già stato oggetto di indagini, culminate nel marzo dello scorso anno con l’emissione a suo carico della misura cautelare di interdizione dai pubblici uffici o servizi per 12 mesi.

Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Veronica Calcagno con il coordinamento del Procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del Procuratore capo Nicola Gratteri, avevano consentito di accertare che il medico aveva falsificato la rendicontazione delle attività di servizio svolte tra marzo 2014 e febbraio 2015 presso l’Irccs “Humanitas” di Rozzano (MI), ove era stato inviato in comando dall’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro per necessità di aggiornamento professionale e che, una volta rientrato alla sede catanzarese, in molteplici occasioni aveva utilizzato modalità fraudolente per certificare la propria presenza in servizio

Dagli approfondimenti svolti dalla Guardia di Finanza di Catanzaro è ora emerso che nell’agosto 2020 Monterosso aveva preso parte a una procedura di selezione pubblica indetta dall’Asp di Vibo Valentia, finalizzata al conferimento di un incarico dirigenziale di esperto in ortopedia e traumatologia, dichiarando falsamente di essere in servizio nonostante la misura cautelare (ancora valida) e la correlata sospensione disciplinare emessa dall’Azienda ospedaliera di appartenenza. La condotta ha, quindi, evidenziato la necessità di una rimodulazione delle misure cautelari in atto e, pertanto, la Procura catanzarese ha richiesto al gip l’aggravamento dell’interdizione dai pubblici uffici, commutata ora negli arresti domiciliari.

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