martedì,Aprile 23 2024

“Parroci vibonesi ambigui sulla mafia”, le parole di Borrello (Libera) fanno irritare il vescovo Renzo

Dura presa di posizione della diocesi di Mileto conto il referente provinciale dell’associazione antimafia per la frase pronunciata nella presentazione della “Giornata regionale della memoria”, in programma a Vibo il prossimo 21 marzo

“Parroci vibonesi ambigui sulla mafia”, le parole di Borrello (Libera) fanno irritare il vescovo Renzo

«Suscitano meraviglia e sconcerto le dichiarazioni fatte alla stampa da Giuseppe Borrello, referente provinciale dell’associazione “Libera“, in vista della “Giornata regionale della Memoria delle vittime della mafia” – programmata a Vibo per il prossimo 21 marzo -. Con espressioni abusate e luoghi comuni, accusa di “totale fallimento”, oltre a tutte le altre realtà istituzionali, anche la Chiesa e i suoi parroci che, a suo giudizio, “non rimangono immuni dall’onta dell’ambiguità” davanti al grave e nefasto fenomeno della ‘ndrangheta. In verità abbiamo la convinzione che la benemerita associazione “Libera” non condivida affatto questi falsi assunti». 

Inizia così la dura presa di posizione della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, riguardo alle parole pronunciate dal neo referente provinciale di “Libera”. A firma dell’Ufficio per le comunicazioni sociali, l’intervento punta il dito su Borrello, “reo” soprattutto di «ignorare elementi incontrovertibili che dimostrano l’inconsistenza delle sue accuse». 

Ad esempio, per la diocesi, il fatto «che l’Associazione nazionale è stata fondata da un sacerdote, che il referente regionale è stato in passato ed oggi un sacerdote, che il referente provinciale di Vibo fino a pochi mesi fa era un sacerdote», ma anche gli ultimi 50 anni di attività dell’Episcopato calabro, «fatti di documenti disciplinari e di denuncia e di orientamenti pastorali tesi ad estirpare alla radice la piaga della ‘ndrangheta, “negazione del Vangelo” e quindi “religione alla rovescia”». 

Nello scritto, si ricorda poi quanto la diocesi «col suo vescovo Luigi Renzo si stia prodigando, prima con un “Direttorio delle Feste religiose” (2009) ed a seguire con un Regolamento sulle processioni e con “Norme per una degna celebrazione dei Sacramenti e svolgimento cristiano delle esequie” (2015), affinché tutte le manifestazioni religiose siano purificate dagli elementi che ne ammorbano la natura».

E, al riguardo, si sottolinea che per attuare coraggiosamente queste norme «diversi parroci, contrariamente a quanto da lui affermato, stanno pagando di persona, subendo sulla pelle minacce e gravi atti intimidatori. La diocesi – si ribadisce – coerente con la sua missione evangelizzatrice di formare le coscienze ad una mentalità cristiana ed al rispetto delle regole della convivenza civile, da tempo ha avviato una Scuola di formazione alla Dottrina sociale della Chiesa anche con dibattiti di piazza e con incontri nelle scuole, quest’anno sul tema “La ‘ndrangheta è l’antivangelo“». 

Da anni, si aggiunge, «col Progetto Policoro della Cei sta favorendo tra i giovani la nascita di Cooperative di lavoro, tra cui la “Talità Kum” che, con due sacerdoti animatori, qualche anno fa ha subito come ritorsione il taglio di “mille piante di ulivi” perché non si è piegata all’estorsione malavitosa. Monsignor Renzo e la nostra diocesi, tra l’altro, hanno già dato piena adesione alla celebrazione della “Giornata della Memoria”, quest’anno in programma a Vibo».

Il documento, si conclude con l’invito a Borrello «a non fare proclami e a non sparare con colpi bagnati alla ricerca forse di notorietà», ma al contrario «ad informarsi e ad impegnarsi nella formazione alla vera legalità, per come hanno fatto e fanno da sempre gli amici di “Libera”». 

Il tutto, fermo restando che per quanto riguarda la Chiesa locale, essa, «senza cercare visibilità esteriore e senza proclami eclatanti, opera nel silenzio con l’atteggiamento tipico della mamma che accompagna la crescita dei figli e soffre quando qualcuno si mette su strade sbagliate, facendo tutto il possibile per ricuperarlo e riportarlo sulla strada giusta del rispetto delle regole e del bene comune».

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