sabato,Aprile 20 2024

Droga fra Messina, il Vibonese e Rosarno: cinque condanne

L’operazione "Scala reale" era scattata nel luglio scorso. Il processo è stato celebrato con il rito abbreviato. Condannato pure un carabiniere

Droga fra Messina, il Vibonese e Rosarno: cinque condanne

Il gup del Tribunale di Messina, Carmine De Rose, ha emesso la sentenza in abbreviato nel processo nato dall’operazione “Scala reale” scattata nel luglio scorso nei confronti di una presunta associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti anche a minori, nonché detenzione illegale di armi da fuoco. Il blitz dei carabinieri del Comando provinciale di Messina aveva portato all’esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 12 persone (otto ristrette in carcere, due ai domiciliari, un minore ristretto in un  istituto penale minorile e un minore collocato in una struttura comunitaria).

Gli indagati, oltre che gestire una propria fiorente rete di spaccio al dettaglio nella rispettiva zona di residenza, erano accusati di aver costituito anche un ulteriore canale di fornitura ad altri spacciatori dell’hinterland tirrenico della provincia peloritana, con lo stupefacente proveniente interamente dalla Calabria dove i vertici del sodalizio avrebbero contato su stabili e consolidati rapporti “commerciali” con persone ritenute vicine ai clan della provincia di Vibo Valentia e Rosarno. In particolare, l’attività investigativa nel suo sviluppo aveva portato all’arresto in flagranza di due corrieri e al sequestro di considerevoli quantitativi di stupefacente.

Questa la sentenza:  assoluzione per Dicosta Antonio, 27 anni, di Santa Domenica di Ricadi (disposta l’immediata liberazione, difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio); 3 anni e 7 mesi per Mazzone Giuseppe, 50 anni, di San Calogero (più interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, divieto di espatrio e ritiro della patente di guida per due anni, difeso dall’avvocato Vecchio. Il pm aveva chiesto 10 anni); 5 anni e 10 mesi Brigandì Alessandro, 20 anni, di San Ferdinando (difeso dall’avvocato Gaetano Cirella. Il pm aveva chiesto 8 anni); 7 anni ed un mese di reclusione per il carabiniere Brigandì Paolo, 45 anni, nato Scherzingen (Svizzera), residente a Falcone (difeso dall’avvocato Gaetano Cirella. Il pm aveva chiesto 12 anni e 8 mesi); 2 anni per Fiducia Luigi, 43 anni, di San Calogero (difeso dall’avvocato Giuseppe Varone. Il pm aveva chiesto 8 anni); 2 anni La Torre Giancarlo, 57 anni, di San Ferdinando (avvocato Francesco Schimio. Il pm aveva chiesto 6 anni e 8 mesi). 

 

 

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