martedì,Aprile 16 2024

Processo Rinascita-Scott: il collaboratore Pino Vrenna e il “Crimine” della ‘ndrangheta

I rapporti fra i clan crotonesi e reggini. Il filo diretto con San Luca, Cirò e Cutro. Il ruolo dei Mancuso e l’alleanza con i Pesce e i Piromalli

Processo Rinascita-Scott: il collaboratore Pino Vrenna e il “Crimine” della ‘ndrangheta
Giuseppe Vrenna

E’ stato Giuseppe Vrenna, 70 anni, di Crotone, già a capo dell’omonimo clan della ‘ndrangheta e collaboratore di giustizia da circa dieci anni, il primo pentito ad essere ascoltato nel maxiprocesso Rinascita-Scott. Rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia (Brigida Cavasino presidente, a latere i giudici Gilda Romano e Claudia Caputo), Pino Vrenna ha spiegato di aver raggiunto un ruolo apicale di ‘ndrangheta all’interno della propria famiglia nella quale è stato affiliato all’età di 17 anni con il grado di “picciotto”. Figlio di Luigi Vrenna, alias “U Zirru”, che già dagli anni ’60 era considerato in Calabria un capo-società, ha sottolineato che all’epoca la struttura apicale della ‘ndrangheta denominata “Crimine”, oltre che a San Luca, esisteva anche a Catanzaro ed era guidata da Peppe Catanzariti, con capo-contabile Alfredo Consarino che aveva un tabacchino vicino lo stadio di Catanzaro. Una struttura che però – pur se nata con il consenso dei fratelli Giuseppe e Antonio Nirta di San Luca – per mancanza di uomini, da Catanzaro si allargò nella città di Crotone. In tale Crimine – ha ricordato Giuseppe Vrenna – c’era all’epoca pure mio zio Peppino Vrenna ed eravamo tutti legati al Crimine principale che stava a San Luca ed era guidato all’epoca dai Nirta. [Continua dopo la pubblicità]

Orazio De Stefano imputato in Rinascita e fratello

In seguito da Crotone si sono formate delle ‘ndrine distaccate a Isola Capo Rizzuto, Cirò Marina e Belvedere Spinello. A mio padre nei primi anni ’70 è subentrato mio fratello Raffaele Vrenna alla guida del clan, mentre negli anni ’80 a guidare la cosca è stato Giovanni Bonaventura. Sempre negli anni ’80 il Crimine di Catanzaro, che si era allargato a Crotone negli anni precedenti, è stato sostituito dal Crimine di Cirò Superiore guidato da Giuseppe Farao al quale hanno dato il proprio benestare Ciccio Canale e Paolo De Stefano da Reggio Calabria. All’epoca con i Farao c’era anche Nick Aloe che è stato poi ucciso e gli è subentrato Cataldo Marincola”. Pino Vrenna ha poi raccontato di aver sentito parlare dell’esistenza del “Crimine” all’interno della ‘ndrangheta parlando in carcere con personaggi del calibro del boss Umberto Bellocco di Rosarno (che gli conferisce nel carcere di Trani il grado di “Trequartino”, dopo quelli di “santista” e “vangelo”), i Ruga di Monasterace, Franco Muto di Cetraro, i fratelli Sebastiano e Vincenzo Giorgi di San Luca.

Quindi il racconto sul contrabbando di sigarette negli anni ’60 e ’70 con l’alleanza fra i Vrenna, i clan napoletani e gli allora emergenti Paolo, Giovanni e Giorgio De Stefano di Reggio Calabria. Le navi con i carichi di “bionde” arrivavano al largo delle acque crotonesi e venivano prelevate con piccole imbarcazioni dagli uomini dei Vrenna e dei De Stefano, con le sigarette poi dirottate sulle piazze di Napoli e Milano. Per altro sbarco di hashish, invece, sarebbe stato utilizzato negli anni ’70 il porticciolo di Le Castelle con un’alleanza fra i Vrenna e gli Zumpano di Roma”. [Continua in basso]

Luigi Mancuso

Infine, gli unici riferimenti al Vibonese. “Nel Vibonese c’erano i fratelli Francesco e Antonio Mancuso che detenevano il Crimine ed hanno poi lasciato il potere al fratello Luigi Mancuso con il quale sono stato detenuto nella stessa sezione al 41 bis (carcere duro) e già all’epoca, anni ’90, si diceva che lui fosse un capo-crimine. Ricordo pure che nella ‘ndrangheta negli anni ’90 si diceva che i Mancuso di Limbadi, i Pesce di Rosarno ed i Piromalli di Gioia Tauro si erano saldamente alleati e dividevano i principali affari”. Il controesame di Pino Vrenna da parte dei difensori è stato fissato per l’8 febbraio prossimo. Il processo sta proseguendo con l’esame di altri collaboratori

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