mercoledì,Aprile 24 2024

L’arte oltre ogni disabilità, successo per la mostra all’Archivio di Stato di Vibo

Proposto un percorso per dare la possibilità ai visitatori di comprendere in che modo il non vedente possa fare arte e fruire delle varie forme artistiche

L’arte oltre ogni disabilità, successo per la mostra all’Archivio di Stato di Vibo
Alcuni momenti dell'iniziativa

Nei giorni scorsi il Ministero della Cultura ha voluto lanciare il forte messaggio inclusivo del “patrimonio culturale per tutti” attraverso una serie di iniziative inserite nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio, che a Vibo Valentia sono state celebrate anche presso l’Archivio di Stato, grazie alla Mostra Documentaria “La cultura unisce. Gli archivi custodi della memoria”.

Mondi che si incontrano

Per l’occasione, è stato riproposto il rodato tandem Archivio di Stato – Uici, organizzazione – quest’ultima – che ha subito aderito all’evento coinvolgendo, tra gli altri, alcuni artisti del territorio particolarmente sensibili al tema dell’integrazione ed approfittando per realizzare, quale momento di presentazione ai giovani dell’importante manifestazione, la quinta edizione di “Mondi che si Incontrano” (Mostra di Ausili per Ciechi e Ipovedenti), pomeriggio di conoscenza con un gruppo di studenti dell’Istituto De Filippis – Prestia di Vibo Valentia, gruppo guidato dal docente prof. Salvatore Marturano.

Oltre ogni barriera

Tale prima giornata delle tre dedicate alla formazione inclusiva, è partita dalla consapevolezza che, nonostante il costante impegno dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, convivano ancora due mondi incastonati nell’unico “pianeta di tutti”, quello nel quale “tutti” abbiamo il diritto di “vivere nel rispetto delle pari opportunità”. Scopo, quindi, abbattere ogni barriera e facilitare il concretizzarsi di un solo universo comune, facendo comprendere meglio ai vedenti (particolarmente ai ragazzi in età scolare) come vive la persona con disabilità visiva, grazie alla sperimentazione di un “percorso condiviso”. All’excursus di venerdì 24 settembre, condotto da Rocco Deluca e Francesco Bretti (presidente e vice presidente Uici) ed introdotto dal segretario sezionale Paolo Massaria, ha fatto seguito, il sabato e la domenica, la Mostra presso l’Archivio di Stato.

La mostra all’Archivio di Stato

In quella sede, è stato proposto un percorso che desse ai vedenti la possibilità di comprendere in che modo il non vedente possa fare arte e fruire delle varie forme artistiche, rendendolo edotto di come, attraverso piccoli accorgimenti, il patrimonio possa davvero essere goduto da tutti. Dai pochi ma significativi esempi di quadri a rilievo realizzati da persone con disabilità visiva, a ciò che rappresenta il sistema del rilievo, e quindi la fruizione tattile, anche nel generale accesso alla cultura, fino a tre esempi di fruibilità delle opere di altrettanti artisti locali: Amalia Politi (tra storia, mitologia e leggenda), Antonio La Gamba (innovazione e tradizione nell’arte scultorea), Domenico Chiarella (bellezze in miniatura della nostra terra).

Poche opere per consentire al visitatore di viverle pienamente e far tesoro del messaggio straordinario di arte di tutti e per tutti, sgorgante dalla nostra travagliata ma meravigliosa terra. A dare ancora maggiore spessore a tale significativo percorso inclusivo, il voluto contrasto con esempi storico – documentali dell’Archivio di Stato, testimonianti – nel tempo – l’emarginazione di persone di ogni età e sesso, escluse da barriere mentali, culturali e fisiche.

In apertura, il benvenuto alla mostra da parte del direttore della struttura organizzatrice ed ospitante Nicola Congestri, alla presenza del direttivo, del personale e dei volontari Uici. Lo stesso Congestrì ha aderito all’invito di eseguire il percorso espositivo con gli occhi bendati da una tradizionale mascherina, la stessa che, ormai da tempo, ci protegge dal Covid e che, per l’occasione, ha consentito una nuova ed unica esperienza di apertura al mondo, divenendo anche utile per «difenderci dalla scarsa conoscenza ed aprirci alla consapevolezza che rende liberi».

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