venerdì,Aprile 19 2024

Mileto e le storiche guglie, testimonianza della grande civiltà normanna

Elevate circa due secoli fa, erano parte dell’acquedotto che portava alla prima grande fontana pubblica della città

Mileto e le storiche guglie, testimonianza della grande civiltà normanna

A circa due secoli di distanza dalla loro elevazione, continuano a resistere imperterrite le tre “guglie” poste sulla statale 18, alla periferia nord di Mileto. I reperti, al di là del loro valore artistico, fungono da sorta di biglietto da visita per chiunque giunga nella cittadina normanna, risultando, tra l’altro, fondamentali per il mantenimento della memoria storica del luogo e dei suoi abitanti. Le guglie, infatti, hanno fatto parte dell’acquedotto che nell’ottocento ha consentito di portare l’acqua dalla fonte Santa Barbara, posta ad un miglio di distanza dalla città, ad una fontana pubblica situata al centro dell’odierna villa comunale, all’epoca “Gran piazza per li mercati straordinari”. L’idea di un acquedotto che risolvesse l’approvvigionamento idrico della comunità risale precisamente al 1783, allorquando, subito dopo il terremoto che distrusse il vecchio insediamento normanno, i miletesi decisero di costruire un nuovo abitato nell’attuale sito, posto a due chilometri di distanza. Al centro della pianta della città, redatta dall’ingegnere Pietro Frangipane in collaborazione con l’architetto Ferraresi, fu prevista, appunto, una grande piazza “con fontana nel mezzo”. I lavori iniziarono, presumibilmente, nel 1800, su progetto dell’ingegnere Ermenegildo Sintes e per volontà del vescovo Enrico Capace Minutolo che provvide, tra l’altro, a finanziarne in parte l’opera. Molto probabilmente la prima fontana pubblica della nuova Mileto cominciò ad erogare acqua nel mese di giugno del 1804, nello stesso punto dove oggi si erge maestosa la statua bronzea del Gran Conte Ruggero. Documenti certi che la fontana fosse attiva risalgono, però, al 28 febbraio 1841, allorquando il vicario generale scrisse al sottointendente di Monteleone lamentandosi del fatto che, quella mattina, nonostante fosse stato fatto ogni sforzo per allontanarle, numerose donne avessero lavato per ore il loro bucato in giorno di doppio precetto davanti all’Episcopio. Nel 1852 un ulteriore progetto di costruzione della fontana pubblica, al quale contribuì economicamente anche il re Ferdinando II di Borbone, permise lo spostamento della fonte dal centro della grande piazza ai quattro angoli della stessa. Centralmente, al posto della fontana, fu collocata successivamente la scultura bronzea di Conte Ruggero d’Altavilla.

top