giovedì,Aprile 25 2024

Mileto, ritornano a “casa” il frammento vitreo con occhio e la ciotola con cavaliere

I due reperti sono stati riportati nel museo statale dopo l’esposizione a una prestigiosa mostra presso il “Reiss-Engelhorn Museen” di Mannhein, in Germania

Mileto, ritornano a “casa” il frammento vitreo con occhio e la ciotola con cavaliere

Sono ritornati a “casa” il frammento vitreo con occhio e il coccio di ciotola con figura di cavaliere, entrambi provenienti dal Parco archeologico medievale di Mileto antica, sito che fino al 1783 ospitava la città a metà dell’anno mille elevata da Ruggero I d’Altavilla a capitale della propria contea normanna. I preziosi reperti archeologici dallo scorso mese di settembre facevano parte – insieme ad altri 300 capolavori provenienti dalle più famose collezioni d’Europa – della prestigiosa  mostra “I Normanni. Una storia di Mobilità, Conquista e Innovazione”, svoltasi presso il “Reiss-Engelhorn Museen” di Mannhein, in Germania. Nei giorni scorsi il loro ritorno in Calabria, per essere di nuovo allocati ed esposti nella loro sede abituale, all’interno del Museo statale di Mileto attualmente diretto da Maurizio Cannatà. I visitatori del plesso afferente alla Direzione reginale musei Calabria, quindi, potranno di nuovo ritornare ad ammirare le due opere. Il frammento vitreo con occhio risale all’XI-XII secolo ed è emerso nel 1995 nel corso di una campagna di scavo portata avanti dall’Università di Salerno nella Mileto antica, nell’area dell’abbazia mausoleo della Santissima Trinità elevata nel 1063 dai normanni nell’ambito del processo di rilatinizzazione del meridione d’Italia. Il frammento di ceramica con cavaliere, invece, viene fatto  risalire al XIII secolo ed è stato rinvenuto poco tempo dopo da alcuni membri della locale associazione culturale “Accademia Milesia” nella parte opposta della città. [Continua in basso]

Nello specifico, nella zona che ospitava la vecchia cattedrale e l’ex seminario vescovile. Il prestito dei due preziosi reperti al rinomato museo tedesco ha comunque fatto il paio con quello concesso, sempre lo scorso anno, per la seicentesca scultura in avorio attribuita ad Alessandro Algardi, ritenuta prototipo di una serie di crocifissi sparsi in Italia e nel mondo.

Il capolavoro eburneo dell’artista bolognese in quel caso è stato inviato in Emilia Romagna, per essere temporaneamente esposto alla mostra “I Farnese. Architettura, Arte, Potere”, patrocinata dal Ministero della Cultura presso il Complesso monumentale della Pilotta di Parma. A testimonianza, se mai ce ne fosse bisogno, dell’inestimabile valore del patrimonio storico, artistico e archeologico presente nelle sale del Museo statale di Mileto.

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