giovedì,Aprile 25 2024

Filadelfia, letture e testimonianze sull’emigrazione calabrese in Svizzera

Ottima riuscita per l’edizione 2019 di “Roots: le radici dei popoli migranti”. Partendo dagli spunti del libro del giornalista di Repubblica Concetto Vecchio si sono susseguiti gli interventi di chi ha vissuto il fenomeno che continua ancora oggi

Filadelfia, letture e testimonianze sull’emigrazione calabrese in Svizzera

L’emigrazione calabrese in Svizzera, dagli anni ’60 ad oggi, è stata al centro di un interessante dibattito in piazza San Francesco a Filadelfia, per l’edizione 2019 di “Roots: le radici dei popoli migranti”. La serata del 6 agosto è stata introdotta dalla lettura di un brano del libro “Cacciateli! Quando i migranti eravamo noi”, a cura di Francesco Pileggi (il Teatro che non c’era). Il libro, scritto dal giornalista di La Repubblica Concetto Vecchio, racconta la storia dell’emigrazione italiana in Svizzera nel secondo dopoguerra, con particolare riferimento al periodo a cavallo tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 del novecento, quanto il politico svizzero James Schwarzenbach promosse un referendum per cacciare i lavoratori italiani dalla Svizzera. Successivamente Mariano Serratore, coordinatore dell’action network iLikeCalabria che ha ideato l’iniziativa, ha presentato il programma della serata, moderando gli interventi. «L’iniziativa Roots – ha spiegato Serratore – si pone l’obiettivo di raccontare l’emigrazione, con pacatezza e razionalità. In un paese, una regione e un comune come quello di Filadelfia, caratterizzati da ingenti flussi di emigrazione, non possiamo non parlare di questo argomento, ponendo al centro del discorso il “migrante”, inteso come l’uomo, la donna e il bambino, che lascia la propria casa per rincorrere un posto migliore. Per l’edizione 2019, siamo stati ispirati dalla lettura del libro di Vecchio e abbiamo deciso di parlare in modo specifico dell’emigrazione calabrese in Svizzera». 

Giuseppe Rondinelli, presidente dell’associazione Italia nostra di Mellingen (cantone Argovia, Svizzera), nel suo intervento ha raccontato la sua personale esperienza di emigrazione, dalla partenza in giovanissima età, alle problematiche incontrate nelle relazioni con la popolazione locale, fino alla successiva integrazione. Una testimonianza viva e toccante, che ha emozionato il pubblico presente. L’assessore Bruno Caruso ha portato i saluti dell’amministrazione comunale di Filadelfia, parlando della necessità di mantenere la continuità delle relazioni tra gli emigrati e la cittadina di origine. Saverio Ciccarelli, autore del libro “Calabria positiva”, ha ricostruito il quadro storico dell’emigrazione italiana in Svizzera, con particolare riferimento agli emigranti calabresi. Vito Rondinelli, storico e studioso di Filadelfia e di Castelmonardo, ha invece incentrato l’attenzione sulla realtà locale, evidenziando come il flusso di emigranti da Filadelfia continui ai giorni nostri, esponendo il territorio a problematiche di natura demografica ed economica. Nell’ambito della serata si sono susseguite le letture di diversi brani del libro di Concetto Vecchio. Particolarmente emozionanti sono state le testimonianze dirette degli emigranti filadelfiesi intervenuti nel dibattito. Positivo è stato il riscontro del pubblico partecipante, composto per buona parte da emigranti di Filadelfia, rientrati in città in questi giorni estivi. 

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