giovedì,Aprile 18 2024

Capitale della cultura: «Ecco perché il Mibact ha escluso Tropea»

Il sindaco Giovanni Macrì torna sulla querelle e risponde alla coordinatrice del progetto che l’aveva accusato di aver violato la legge

Capitale della cultura: «Ecco perché il Mibact ha escluso Tropea»
Tropea (foto Borghi più belli d'Italia)

Nuovo capitolo sulla querelle intorno al titolo di Capitale italiana della cultura 2022, competizione da cui Tropea era stata esclusa già in una prima scrematura e che ha portato alla designazione di Procida. Il batti e ribatti tra il sindaco della Perla del Tirreno, Giovanni Macrì, e la coordinatrice del progetto, Luisa Caronte, vede oggi un nuovo intervento del primo cittadino, che con un comunicato ha voluto rendere note le motivazioni del Mibact sull’esclusione del centro vibonese.

Nel verbale del 5 novembre scorso, che ha decretato l’uscita di scena della città, il ministero riporta infatti il seguente giudizio: «Candidatura priva di un tema culturale, ma incentrata su un interessante progetto pilota. Presenta buona connessione e collaborazione con il territorio e le imprese. Fragilità nella definizione della governance e del budget. Non sempre evidenziate le possibili ricadute turistiche del progetto».

Alla luce di questa analisi, nel comunicato il sindaco Macrì ha sottolineato che «la colpa della mancata vittoria, o almeno della mancata inclusione nella tornata finale, é veramente mia. É diventata mia nel momento in cui non ho seguito il mio intuito, lo stesso che mi aveva indotto, assieme all’amministrazione che ho l’onore di guidare, a candidare Tropea, attirandomi gli appellativi, nei casi migliori, di folle, velleitario e vanaglorioso, sensibilità che a marzo mi aveva allertato circa la reale capacità della coordinatrice (Luisa Caronte ndr) di condurre a buon fine l’impresa. Ho ignorato i campanelli d’allarme non irrilevanti e non ho osato abbastanza procedendo, sia pure in corsa e con poco tempo innanzi, alla sua rimozione e sostituzione nell’incarico».

Secondo il sindaco, quanto fatto da Caronte negli ultimi giorni «conferma il convincimento e aumenta i sensi di colpa. Il suo scendere in campo per osannarsi – ha proseguito -, sostenendo, presuntuosamente, la perfezione assoluta del dossier, e la gravissima e menzognera affermazione di inammissibilità del progetto cagionata dal sindaco sono emblematici e si commentano da soli. Le dichiarazioni da lei avanzate, infarcite di contraddizioni e mistificazioni, hanno il solo, maldestro, scopo di ingenerare confusione per tentare di nascondere il desiderio deluso di ottenere l’incarico apicale nella gestione del progetto, in caso di vittoria. Purtroppo, l’incartamento di Tropea, pur dotato di un interessante progetto pilota e di una buona connessione e collaborazione col territorio e con le imprese, non ha avuto, a giudizio della Giuria, il pregio di crescere intorno ad un tema culturale, in altri termini si è sviluppato senza un’anima e, nonostante la fortissima vocazione turistica che ci contraddistingue, non sono state sempre evidenziate le ricadute in questo settore strategico, obiettivo che ci sta particolarmente a cuore».

E ancora: «La fragilità nella definizione della governance, di poi, non si lega assolutamente all’incarico non assegnato alla dott.ssa Caronte ma, piuttosto, alla deficitaria illustrazione dell’azione di governo, ovverosia alla mancata, opportuna articolazione e accurata descrizione delle azioni e degli interventi che si sarebbero dovuti realizzare per gestire il complesso percorso, così come confermato dal confronto con i dossier redatti da altre città concorrenti giudicate adeguate in questo campo; lo stesso vale per il budget».

Per quanto riguarda, poi, l’accusa della coordinatrice che aveva parlato di violazione della legge da parte del sindaco, Macrì ha definito «del tutto disancorata da un serio e coerente riferimento normativo l’affermazione della signora Caronte secondo cui il Sindaco, occupandosi direttamente del dossier avrebbe violato il c.d. principio di separazione tra politica e gestione, sancito dall’art. 107 del T. U. Enti Locali, in virtù del quale organi politici e dirigenti, a cui compete l’attività di gestione dell’Ente, vengono a costituire due apparati distinti, senza possibilità di interferenze. Il riferimento normativo operato dalla Caronte é assolutamente inconferente, e per la verità risibile, per l’assorbente considerazione che il citato art. 107 del TUEL fa, ovviamente, riferimento ai soli dipendenti dell’Ente, cioè a chi é titolare di un rapporto organico e di servizio con l’amministrazione, e non già a chi, come nel caso di specie, da esterna, é stata inserita in un gruppo di lavoro deciso e formalizzato dall’organo di indirizzo del Comune, attribuendo al sindaco il compito di sovrintendere ai lavori quale massima espressione istituzionale dell’ente».

Alla luce di quanto esposto, il primo cittadino si è detto «convinto che l’esperienza della candidatura di Tropea a Capitale Italiana della Cultura 2022, é stata e rimane importante, significativa e produttiva: si é compreso, finalmente, che nessun traguardo é precluso ad un contesto come il nostro. Nonostante la diatriba che, mio malgrado e non per mio input, si é accesa rimane in me un sentimento di gratitudine verso tutti quelli che con sincerità intellettuale e morale si sono dedicati a questo bellissimo compito che ci ha fatto crescere insieme. Credo che il valore più importante emerso in quest’avventura, che le tristi discussioni in atto non intaccano, sia stato lo spirito di servizio e di questo vado orgoglioso. Traguardi così ambiziosi richiedono tempo ed esperienza specifica nel campo, noi abbiamo incominciato e continueremo forti dell’iniziativa intensamente vissuta», ha concluso Macrì.

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