venerdì,Marzo 29 2024

Precari in Tribunale, Provincia e Asp di Vibo, la Confial per la stabilizzazione

Incontri del segretario nazionale Di Iacovo e dell’avvocato Lo Torto per affrontare le problematiche dei lavoratori part time e dei tirocinanti. Preannunciate forme di agitazione in caso di mancate risposte

Precari in Tribunale, Provincia e Asp di Vibo, la Confial per la stabilizzazione

Il segretario nazionale della Confial, Benedetto Di Iacovo e l’avvocato Nicola Lo Torto, consulente legale del provinciale di Vibo Valentia, hanno incontrato i lavoratori ex dipendenti della Provincia di Vibo Valentia ricollocati dal Ministero della Giustizia a seguito della legge “Del Rio”. I dipendenti assunti con contratto par time chiedono da tempo la conversione in full time al pari di tutti i loro colleghi ricollocati nei diversi enti. “Anche il procuratore capo di Vibo Valentia ha, con diverse missive, fatto analoga richiesta – spiega la Confial – al Ministero della Giustizia. L’utilizzo a tempo pieno dei lavoratori consentirebbe un migliore e più efficace funzionamento degli uffici giudiziari, a supporto dei giudici,  in un territorio difficile con carichi di lavoro per magistrati e lavoratori sempre più elevati, per la pervasiva presenza della ‘ndrangheta”. Confial puntando quindi sul coinvolgimento dell’Ordine degli avvocati, spiega così che “si adopererà verso le istituzioni e forze politiche locali e il Ministero competente perché possa essere risolta questa incresciosa anomalia che rischia di minare la credibilità del più importante presidio di legalità del territorio, nonostante le responsabilità non siano da addebitare agli organi direzionali dell’importante presidio giudiziario vibonese. Coinvolgeremo la deputazione calabrese di maggioranza e di opposizione – ha dichiarato il segretario nazionale Di Iacovo – perché anche attraverso interrogazioni parlamentari, si chiedano lumi al Ministero competente, evidenziando che non provvedendo si decideranno anche forme di agitazione nel rispetto dell’esercizio della giustizia nel presidio giudiziario vibonese. Il Ministero deve spiegare perché non pone fine ad un’infrazione di legge, quale il rapporto sproporzionato, illegittimo ed illegale – secondo la Confial – tra lavoratori full time e parte time che, per legge e contratto, nel secondo caso non dovrebbe superare il 25% del totale del personale a tempo indeterminato. In questo caso, per quanto riguarda il personale in forza alla Procura di Vibo, siamo di fronte ad un’assurdità, con quattro lavoratori a tempo pieno (full time) e circa quattordici a tempo parziale (part time). Il Ministero, siamo sicuri vorrà correre ai ripari al più presto. Faremmo tutti più fatica – conclude Di Iacovo – a spiegare ad esempio ai datori di lavoro privati che devono osservare la legge e quindi il rapporto che vede nel 25% la soglia massima non superabile di rapporti parte time, rispetto al totale dei full time. É per questo indispensabile porre rimedio a questa assurdità”. Il segretario nazionale Di Iacovo ed il consulente legale avvocato Lo Torto, hanno poi incontrato una delegazione di ex lavoratori della Provincia di Vibo, pure loro a tempo indeterminato ma a sole 18 ore settimanali, con un gravoso carico di lavoro e responsabilità. Situazione che si è aggravata sia per il dissesto finanziario dell’ente, sia per il passaggio di oltre 200 lavoratori dei centri per l’impiego, già dipendenti provinciali, alla Regione Calabria. Condizione che ha portato la dotazione organica della Provincia dalle precedenti oltre 400 unità alle circa 160 attuali. Anche per questa vertenza la Confial dichiara di aver “tracciato un percorso preciso di coinvolgimento delle istituzioni locali e regionali, nonché specifiche iniziative di mobilitazione”. A seguire, altra assemblea con alcuni lavoratori tirocinanti dell’Asp di Vibo. Anche questa una vertenza incresciosa, con circa 22 lavoratrici e lavoratori “tenuti in modo precario come tirocinanti a 500 euro al mese. Una vertenza che si trascina da circa 13 anni senza risultati. I lavoratori e le lavoratrici sono stufi e stanchi ed hanno detto basta, minacciando iniziative eclatanti, atteso che il 23 ottobre cessa anche l’attuale contratto di tirocinio e non si intravedono risposte di continuità. Si tratta di 22 famiglie che reclamano risposte dalle istituzioni, a prescindere dalle  vicende, anche giudiziarie, che hanno interessato il datore di lavoro  precedente. La Confial ha preso in tale direzione impegni con i lavoratori e chiamerà a confronto e al fianco degli stessi anche alcune altre organizzazioni che hanno, precedentemente, sottoscritto accordi, poi non mantenuti con l’Asp, perché si diano risposte occupazionali adeguate”.

 

 

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