venerdì,Marzo 29 2024

Il rilancio del Porto di Vibo Marina nel dibattito tenuto sulla banchina Fiume

Lo scalo inserito nell’Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Meridionale e dello Ionio con sede a Gioia Tauro. Si attendono 18 milioni di euro ma per una definitiva ripresa serve ben altro

Il rilancio del Porto di Vibo Marina nel dibattito tenuto sulla banchina Fiume

Il porto di Santa Venere venne costruito 1865 riprendendo il progetto in base al quale il Re di Napoli aveva decretato nel 1858 la costruzione di un porto nella fascia tirrenica meridionale e per lunghi anni fu il solo scalo marittimo esistente tra Salerno e Messina. Ma quello che fu il più importante porto calabrese conobbe nel corso degli anni un lento quanto inesorabile declino. Lasciato privo di interventi di ampliamento e modernizzazione, ma soprattutto dimenticato dalla politica, vedeva accendersi l’interesse solo nel corso delle campagne elettorali. Oggi, dopo il suo recente inserimento nell’Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Meridionale e dello Ionio, con sede a Gioia Tauro, i riflettori sembrano riaccendersi sull’infrastruttura marittima vibonese che ritorna al centro dell’interesse grazie alle prospettive aperte dal nuovo status tecnico-organizzativo che vedrà l’Autorità Portuale come unico ente con funzione di indirizzo, coordinamento e gestione delle attività economiche in ambito portuale. [Continua in basso]

A sottolineare il rinnovato interesse per il porto di Vibo Marina si è tenuto, presso la banchina Fiume dello scalo vibonese, il secondo Tavolo di Economia e Sviluppo che ha registrato la partecipazione di importanti figure istituzionali quali il viceministro alle Infrastrutture, Alessandro Morelli, unitamente al presidente f.f. della Regione Calabria. Antonino Spirlì. Il dibattito, coordinato dal giornalista Pietro Bellantoni, ha inoltre visto la partecipazione del comandante della Capitaneria di Porto, Massimiliano Pignatale e dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Domenica Catalfamo oltre al sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo.

In apertura dei lavori, il capo dell’amministrazione comunale ha subito chiesto ai rappresentanti regionali di conoscere lo stato attuale del finanziamento di 18 milioni destinato al porto di Vibo Marina, ricevendo in merito le rassicurazioni sia da parte del presidente Spirlì che dall’assessore Catalfamo. Con un puntuale e articolato intervento, il comandante Pignatale ha successivamente illustrato il contenuto dei cambiamenti che interesseranno il porto dopo l’avvenuto passaggio di consegne all’A.d.S.P. che comporteranno principalmente la gestione delle concessioni e delle aree portuali. In base alla ratio che sottende la legge di riforma dei porti, gli scali marittimi italiani saranno infatti visti in un’ottica manageriale alla pari di ogni altra risorsa economica capace di produrre ricchezza. L’ammiraglio Preziosi, segretario generale dell’Autorità di Gioia Tauro, ha poi sottolineato come il porto di Vibo Marina possieda delle caratteristiche uniche in quanto inserito in un contesto urbano con il quale realizza una perfetta simbiosi. L’ammiraglio si è, inoltre, soffermato, nel suo intervento, sull’importante presenza del settore diportistico che è in grado di  offrire 500/600 posti barca facendo del porto vibonese una delle più importanti realtà, in questo segmento, a livello regionale. Il segretario generale dell’Adsp ha infine sottolineato l’importante funzione che continuerà a svolgere la Capitaneria di Porto, alla quale saranno affidati compiti di polizia, sicurezza e security. Il presidente f.f. Nino Spirlì ha poi evidenziato l’importante presenza di un comparto della pesca che non trova riscontro in altre realtà portuali, ricordando come, in anni passati, era solito recarsi nel porto vibonese per assistere al suggestivo spettacolo del rientro dei pescherecci carichi delle ricchezze del mare. Lo stesso presidente della Regione ha inoltre auspicato che, accanto all’importante movimentazione di natura commerciale, il porto di Vibo Marina possa diventare una porta di ingresso per un turismo internazionale di livello superiore. «Vedere un grande yacht ormeggiato nel porto, in attesa di ospitare anche le grandi navi da crociera – ha affermato – conferisce alla località un valore aggiunto che contribuisce ad accrescere il suo appeal in campo turistico». [Continua in basso]

L’assessore Catalfamo, nel suo intervento, ha sottolineato come il rilancio della portualità sia un’operazione fondamentale per una regione che possiede 800 chilometri di costa, mentre il viceministro Morelli, concludendo i lavori, ha posto l’accento sull’importanza dei finanziamenti che saranno destinati allo sviluppo degli scali marittimi nazionali, nell’ambito della realizzazione delle grandi opere.

Non si contano, nel corso degli anni, gli incontri, le conferenze, i dibattiti, le tavole rotonde, che sono state dedicate al tema trattato ieri sera sulla banchina Fiume del porto di Vibo Marina. Ma stavolta non sono stati solo i politici a parlare, ma anche i tecnici e gli addetti ai lavori, grazie all’ importante novità costituita dal cambio di gestione dell’infrastruttura che forse determinerà l’auspicata svolta. Ma è bene ricordare che il finanziamento dei 18 milioni che da ogni parte si attende sarà destinato al consolidamento delle banchine, mentre per una politica di autentico rilancio servono finanziamenti di altra natura ed entità per cui si rende necessario, dopo l’inserimento del porto vibonese nell’Adsp, un aggiornamento del Piano Triennale predisposto dal comitato di gestione dell’Authority di Gioia Tauro, senza dimenticare che 18 milioni sono soltanto briciole rispetto a quanto lo Stato e la Regione Calabria introitano dal porto di Vibo Marina grazie alle accise prodotte dalla movimentazione dei prodotti petroliferi. A tale riguardo occorre, infine,  sottolineare come l’intervento di dragaggio o livellamento dei fondali sia diventato un’operazione non più procrastinabile anche in un’ottica di vantaggi economici per l’ente regionale, in considerazione del fatto che le cisterne delle petroliere vengono caricate al 40/50 per cento della loro portata, facendo in tal modo perdere alla Regione Calabria un’importante fetta delle accise in quanto per coprire il fabbisogno petrolifero si deve ricorrere al trasporto dei carburanti da altri porti collocati fuori regione ( Taranto, Catania, ecc.).

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