giovedì,Marzo 28 2024

Reddito di cittadinanza, al via le domande: nel Vibonese 10mila aventi diritto

In Calabria, secondo le proiezioni dell’Inps, sono quasi 144mila i potenziali beneficiari della misura varata dal Governo. Positivo il giudizio dei sindacati

Reddito di cittadinanza, al via le domande: nel Vibonese 10mila aventi diritto

Sono quasi 144.000, secondo le proiezioni dell’Inps, i calabresi potenzialmente beneficiari del reddito di cittadinanza. Oggi sono partite le domande e in Calabria, regione che le statistiche collocano in fondo alle graduatorie per reddito pro-capite ed in cima a quelle relative alla disoccupazione, i Caf sono già presi d’assalto da qualche giorno. «Già dall’altro ieri – dice all’Agi – il segretario generale dell’Uil Calabria, Santo Biondo – abbiamo gli uffici pieni di persone che chiedono informazioni sulle procedure». Nell’estrema regione peninsulare la platea dei possibili fruitori è vasta in termini percentuali rispetto alla popolazione residente. Cinquantamila, secondo i dati, per ora basati su proiezioni, trasmessi dall’istituto di previdenza ai sindacati, sono residenti nella provincia di Cosenza, quella più vasta e popolosa della regione; 37.000 sono in provincia di Reggio Calabria, 27.300 nella provincia di Catanzaro, 19.500 in quella di Crotone e 10.000 nel Vibonese. In tutto sono 143.900. Complessivamente il giudizio delle organizzazioni sindacali più rappresentative sul provvedimento è positivo, ma a patto che ad esso facciano seguito misure volte al reinserimento nel mondo del lavoro e a creare nuova occupazione. «In un Paese con 5 milioni di poveri – spiega Biondo – c’è la necessità di una misura di contrasto alla povertà. Va dato atto al Movimento cinquestelle di aver aperto il dibattito. Non c’è dubbio alcuno, però, che siamo davanti ad una misura da rimodellare, per correggere alcune distorsioni. Per esempio – spiega il segretario dell’Uil calabrese -, chi ha un lavoro a reddito basso e guadagna meno di 10.000 euro all’anno, deve pagare le tasse, i beneficiari del reddito di cittadinanza no. Si tratta di un’evidente disparità che può tradursi in un disincentivo al lavoro, in una regione nella quale, invece, occorrerebbe introdurre investimenti e strumenti per incentivare l’occupazione. In questa situazione si troverà, per esempio, un lavoratore su due nella provincia di Crotone». Poi c’è la decisione di bloccare per tre anni il reddito di collocazione che non riguarderà i beneficiari del nuovo strumento e che, secondo i sindacati, penalizza una vasta platea di persone che hanno perso il lavoro e questo rappresenta un altro elemento di distorsione. 

«Abbiamo qualche dubbio sul funzionamento – dichiara il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato – perché i centri per l’impiego non sono pronti. I nostri Caf sono comunque all’opera, così come prevede la convenzione firmata a livello nazionale. Una misura finalizzata a sostenere il reddito delle fasce sociali svantaggiate era necessaria, ma per la Calabria servono investimenti pubblici, politiche del lavoro basate su incentivi alle imprese al fine di consolidare il lavoro esistente ed aprire nuove opportunità. Non abbiamo dati precisi su quanti calabresi potranno accedere al reddito di cittadinanza, ma la platea sarà ampia, se si pensa che nella regione ci sono 10.000 tirocinanti e migliaia di disoccupati». Anche Tonino Russo, segretario generale della Cisl calabrese, garantisce che la rete dei Caf messa a punto dal suo sindacato è solida e pronta a dare il supporto necessario. «Abbiamo previsto – dice – una grande affluenza. Gli aventi diritto sono tanti, almeno 100.000 in tutta la regione. Ci siamo organizzati sia per dare consulenza sia, dal punto di vista più propriamente, con proposte finalizzate all’occupazione. E’ chiaro che il reddito di cittadinanza è uno strumento necessario per fronteggiare l’emergenza, ma noi siamo fortemente impegnati per chiedere una lavoro vero e dignitoso a chi ne ha bisogno». 

 

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