«Gasolio a 2,60 euro e benzina a 2,50 entro sabato», l’allarme di Assopetroli Calabria
Mario Metallo dell'associazione che rappresenta i distributori di rifornimento chiama in causa Palazzo Chigi sul caro carburanti: «Serve un decreto immediato, altrimenti si blocca tutto»
Prezzi costantemente sopra i 2,20 euro, cittadini sempre più scoraggiati e distributori costretti ad aumentare sempre di più gli importi. Raggiunge cifre impensabili la crisi del carburante che, nella giornata di ieri, è aumentato in media tra 10 e 15 centesimi con costi che iniziano a divenire realmente insopportabili per cittadini, imprese e aziende. A lanciare l’allarme è nuovamente la sezione calabrese di AssoPetroli-AssoEnergia, rappresentata da Mario Metallo che, dopo quanto annunciato nelle scorse settimane, continua a chiedere al Governo che vengano presi provvedimenti importanti da subito, nelle prossime ore, per evitare che la situazione degeneri rapidamente.
«Nei Futures di Amsterdam – commenta Metallo -, nella giornata di ieri, il prezzo ha raggiunto prezzi incredibili, che alla colonnina si trasformano in circa 4 euro al kg, cifre assolutamente mai viste per il mercato e che continuano a crescere senza sosta. Se non si prendono provvedimenti immediati tagliando le accise nei prossimi giorni gli aumenti saranno realmente insostenibili. Non parliamo di un orizzonte lontanissimo ma di qualche giorno. Due punti tra sabato e lunedì e il prezzo del gasolio potrebbe schizzare a 2,60 euro al litro e quello della benzina raggiungere i 2,50. Questi prezzi potrebbero portare realmente ad una paralisi dei sistemi produttivi ed a rivolte immediate di quei settori che abbiamo visto protestare nelle scorse settimane. Molte aziende stanno fermando le produzioni, gli autotrasportatori si stanno fermando perché non hanno merci e non hanno soprattutto i soldi per poter fare il pieno ai mezzi».
«Una prima soluzione, immediata e rapida, è quella di tagliare le accise – spiega il coordinatore regionale di Assopetroli –, ciò non costituirebbe nessun onere per le casse dello Stato. In queste ultime settimane, con i rincari vertiginosi che abbiamo trattato, è aumentata anche l’Iva: attualmente per ogni litro di benzina o gasolio ci sono circa 40 centesimi dell’aliquota più le accise, che sono 65 centesimi sul gasolio e sui quali si aggiunge anche l’IVA. Inoltre, l’Italia è uno dei pochi paesi che calcola l’Iva anche sulle accise, nonostante le proteste dell’Unione Europea che ha più volte sottolineato come questa pratica non sia lecita. Basterebbe quindi, con un semplice decreto, tagliare le accise fino a 30 centesimi per dare un sostegno immediato ai cittadini, alle imprese e ai trasportatori senza oneri per le casse dello Stato che continuerebbero ad avere le stesse entrate di qualche mese fa».
Il caro prezzi per l’energia e gli scenari futuri, i venti di guerra che arrivano dall’Ucraina e dalla Russia preoccupano molto: «La situazione è complicata e nessuno sta facendo nulla per risolvere la questione – conclude Metallo –. Le dichiarazioni di Biden sul blocco delle importazioni, tra l’altro inutili perché gli Usa non fanno entrare praticamente nulla dalla Russia, fanno però schizzare i mercati e stringono l’Europa in una morsa. Non si vede uno scenario roseo proprio perché non si riescono a fare previsioni: il mercato dei carburanti è come un malato la cui febbre continua a salire, ma senza la medicina giusta si arriva a 40, 41, 42 gradi di temperatura finché il termometro esplode».