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Catanzaro, i sindacati scendono in piazza contro la manovra del Governo Meloni

Cgil e Uil Calabria elencano le ragioni della protesta, dai bluff su alta velocità e statale 106, al regionalismo definito “incostituzionale”

Catanzaro, i sindacati scendono in piazza contro la manovra del Governo Meloni
Giorgia Meloni

I sindacati Cgil e Uil Calabria promuovono uno sciopero contro la manovra finanziaria che si terrà lunedì 12 dicembre alle ore 11 in piazza Prefettura a Catanzaro. «Un appuntamento importante a tutela del Sud, dei più poveri e fragili e dei pensionati. Lanciamo un appello alla Calabria, alle associazioni, ai sindaci, ai partiti, al mondo dell’università e della scuola, alla cittadinanza attiva». Le sigle sindacali spiegano le ragioni alla base della mobilitazione di piazza: «Diciamo no all’articolo 143 della legge di bilancio che forza la mano sulle riforme e punta a introdurre un regionalismo incostituzionale, che sostiene pesanti tagli agli investimenti per le scuole e ricuce drasticamente la presenza delle istituzioni scolastiche sul territorio. No al mancato potenziamento delle Zone economiche speciali applicato attraverso la cancellazione del credito di imposta e della decontribuzione delle assunzioni». Malumori sono poi legati al «bluff sull’Alta Velocità ferroviaria per la realizzazione della quale il Governo ha ammesso il mancato finanziamento, alle promesse sulla Strada statale 106, per la cui concreta realizzazione chiediamo la riduzione dei tempi di intervento, la definizione e la cantierizzazione dei tratti: Catanzaro/Crotone e Catanzaro/Reggio Calabria». [Continua in basso]

Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi

I sindacati si dicono inoltre contrari «alla cancellazione del Reddito di cittadinanza che viene deciso quando ancora non è partito il progetto Gol, non si sono effettuate le assunzioni nei centri per l’impiego e non si è messa mano alla riforma delle politiche attive per il lavoro, al mancato finanziamento del fondo per la forestazione, strumento utile alla manutenzione del territorio e alla mitigazione del rischio di dissesto idrogeologico, all’innalzamento dei voucher che riteniamo dannosa per diversi comparti dell’economia regionale, alla riforma del sistema pensionistico che discrimina le donne e mette a repentaglio il futuro dei giovani». No al mancato «investimento sulla pubblica amministrazione che non viene potenziata con nuove assunzioni, mettendo così in difficoltà gli enti locali nella gestione dell’ordinario ed in quella, determinante per il futuro del nostro territorio, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, alla scarsa attenzione che il Governo presta al mondo dell’università, della ricerca e della scuola che, nel merito, vengono private di quegli investimenti utili a formare i professionisti del domani, alla scelta, inaccettabile e disarmante, di non investire nel potenziamento del Servizio sanitario attraverso la stabilizzazione del personale precario, l’assunzione di quelle figure necessarie a potenziare l’offerta sanitaria e lo stanziamento dei fondi per il rinnovo del Contratto scaduto da oltre un anno».

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