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Vendemmia 2019, nel Vibonese vince la qualità – Video

Si prevede un’ottima annata per le aziende del comparto vinicolo e un nuovo banco di prova per un settore che vuole uscire dall’ombra. Benvenuto, produttore emergente, spiega: «Questo territorio può esprimere molto»

Vendemmia 2019, nel Vibonese vince la qualità – Video

Una nuova stagione si affaccia all’orizzonte della viticoltura vibonese. Una stagione fatta di consapevolezza sulle potenzialità delle materie prime ma anche di maturità. Quella di un vino uscito ormai dai retrobottega delle cantine e che ha saputo guadagnare interesse e rispetto tra addetti ai lavori e consumatori. Merito, molto spesso, di giovani e dinamiche aziende e di vignaioli innovativi, che hanno fatto una scelta precisa puntando sulla qualità. La vendemmia 2019 diventa quindi un nuovo banco di prova, utile a consacrare le migliori produzioni o ad incoronare nuove stelle pronte a conquistare un mercato sempre più esigente. 

«Si prevede un’ottima annata. A discapito della quantità ci sarà una notevole qualità» afferma Giovanni Celeste Benvenuto, a capo di una delle aziende che guida il risveglio della viticoltura nella provincia tirrenica. «Nel Vibonese – prosegue – finalmente c’è una ripresa, si vedono diverse realtà che riemergono e puntano sulle peculiarità del territorio. Come abbiamo fatto noi recuperando lo Zibibbo di Pizzo, ora qualcun’altro segue lo stesso percorso e questa è una soddisfazione perché significa recuperare una vocazione del territorio, non perderla. Questa d’altronde – spiega – può essere un’opportunità per tutti». 

Cantine Benvenuto sorge su una manciata di ettari di vigne adagiate sui terrazzamenti tra le colline di Francavilla Angitola che guardano il mare. Giovanni, talento di ritorno nella terra degli avi… in un percorso a ritroso che dall’Abruzzo lo ha riportato nel “Paese del drago”, la guida con il piglio dell’innovatore e del rivoluzionario. Partendo dal vitigno del quale il territorio è stato culla: quello Zibibbo di Pizzo di cui è il primo vinificatore ufficiale. Un vino dal sapore inconfondibile e antico che racchiude in sé la generosità della terra da cui proviene e quella sapidità regalatagli dal mare. «Il mio progetto nasce da questo desiderio di voler tornare nella terra di mio padre – rimarca con una punta di emozione -. Un po’ per l’amore indotto dal lui, un po’ per la rabbia nel vedere questo magnifico territorio abbandonato e un po’, ancora, per spirito di avventura. Credevo e credo fortemente in questo e lo farò, spero, sempre. L’idea era quella di recuperare ciò che stava scomparendo: lo Zibibbo che ora produciamo in 8.000 bottiglie che, paradossalmente, hanno successo più all’estero che in Italia. La speranza è che tutto questo possa portare ad una cooperazione con altri produttori e a risvegliare l’interesse di giovani viticoltori affinché queste terre possano essere recuperate». 

Molti i riconoscimenti ottenuti da un’azienda che si appresta ad effettuare la sesta vendemmia della sua giovane storia. In ultimo l’ingresso del suo prodotto di punta, lo Zibibbo Benvenuto Igp, nella guida Slow Wine che lo segnala per qualità organolettiche e filosofia di produzione. Faro in un territorio che, in fatto di vino, ha ancora molto da dire. «C’è una sorta di complesso d’inferiorità che ci porta ad imitare altre zone, altri territori, nella convinzione che tutti abbiano qualcosa più di noi. Ma più semplicemente credo che abbiamo dimenticato ciò che questo territorio ci ha dato in passato e ciò che può ancora dare. Le possibilità ci sono e sono concrete – conclude Giovanni Benvenuto -. L’importante è far parlare questo territorio e riuscire a trasmettere le potenzialità che ha».

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