giovedì,Aprile 25 2024

Mercati generali di Vibo, operatori scrivono al sindaco: «Noi esclusi dalle trattative»

Dopo l’ordinanza di sgombero del capannone per mancanza del requisito urbanistico e il progetto di ripristino del vecchio sito in fase di valutazione, c’è chi lamenta il mancato coinvolgimento promettendo battaglia

Mercati generali di Vibo, operatori scrivono al sindaco: «Noi esclusi dalle trattative»

Hanno assistito da spettatori interessati all’evolversi delle trattative tra il Comune e alcuni loro colleghi. Hanno aspettato, probabilmente sperato, di essere chiamati in causa, avendo a pieno titolo il diritto di poter dire la loro sulla questione. Le loro speranze si sono tuttavia rivelate mal riposte e la loro opinione non è stata neppure presa in considerazione.

Così tre tra gli storici operatori commerciali del mercato generale di Vibo Valentia, hanno preso carta e penna scrivendo al Comune, nelle persone del sindaco Elio Costa e dell’assessore al Commercio Nico Console, chiedendo di essere convocati e offrendo da subito la loro disponibilità a collaborare.

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L’argomento sul tavolo è, ovviamente, la questione dello “smantellamento” del capannone della Same che ospita i grossisti di frutta e verdura in località “Aeroporto” a Vibo Valentia (imposto dall’Asp in seguito ad un’ispezione del Nas per mancanza del requisito urbanistico) e il progetto di ripristino della sede originaria abbandonata da qualche tempo.

Antonio Scrugli, Rocco Ciccone e Franco Timpano vogliono dire la loro e non accettano di restare ai margini di una trattativa che ha interessato 6 loro colleghi (i quali hanno presentato un progetto di riqualificazione a loro spese in attesa di approvazione del Corap) chiedendo legittimamente di partecipare al tavolo di concertazione.

«Avendo appreso da articoli di stampa l’iniziativa dell’amministrazione comunale di affidare la ristrutturazione dei mercati generali ad alcuni degli operatori – scrivono gli interessati -, chiediamo di essere ricevuti con la massima urgenza dal sindaco e dall’assessore al Commercio. Gli scriventi – aggiungono – sono operatori che nel 2014 sono stati costretti ad abbandonare la struttura poiché inagibile. Gli stessi hanno operato nei mercati generali per molti anni (qualcuno da 30 anni) e ad oggi si vedono inspiegabilmente esclusi da scelte di notevole importanza».

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I tre operatori ricostruiscono così la vicenda della dismissione della vecchia sede: «nel 2014, all’epoca dei fatti, decidemmo di non trasferirci all’interno dei capannoni della Same per consentire a chi non aveva altri sbocchi commerciali di proseguire con l’attività commerciale: i locali erano piccoli per ospitare tutti noi».

Quindi la mano tesa al Comune: «Manifestiamo fin da ora la disponibilità a contribuire in maniera fattiva al progetto presentato al Comune dai 6 colleghi operatori». E, più esplicitamente, «per maniera fattiva intendiamo con dei fondi. Riteniamo che l’amministrazione debba coinvolgere tutti noi e non solo alcuni di noi. Siamo convinti che collaborando e cooperando saremo in grado di superare le difficoltà che in questi anni sono state per tutti, anche per chi aveva un box da generazioni. In attesa di essere convocati porgiamo i più cari saluti».

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