venerdì,Aprile 19 2024

Mancato dragaggio dei fondali, nel porto spunta una spiaggetta

Il fenomeno rende evidente lo stato di abbandono in cui versa lo scalo e la necessità di un intervento. Il materiale prelevato potrebbe rivelarsi utile per il ripascimento del litorale

Mancato dragaggio dei fondali, nel porto spunta una spiaggetta
La lingua di sabbia nel porto di Vibo Marina

di Giuseppe Addesi

L’immagine della massa sabbiosa accumulatasi all’estremità del Molo Verde, formando una piccola spiaggia, rende evidente, in maniera iconica, lo stato di incuria e di abbandono in cui versa il porto. Il problema è sempre lo stesso e il messaggio pure: se un porto non viene dragato regolarmente, quel porto rischia di non essere più utilizzabile. La sicurezza delle navi e delle persone viene posta a rischio e si pregiudica irrimediabilmente la funzionalità dell’infrastruttura, con immaginabili riflessi sul piano economico e strategico.

A causa del mancato dragaggio dei fondali, che nel porto di Vibo Marina non avviene da decenni, il moto ondoso sta provocando il progressivo insabbiamento dell’imboccatura portuale e delle banchine. Da tempo si parla di ricercare nello sviluppo crocieristico una possibile strada per consentire il rilancio dell’ importante infrastruttura, ma le navi da crociera, affette da gigantismo, avrebbero bisogno, fra le altre cose, di fondali più profondi per scegliere Vibo Marina come destinazione. Sarebbe quindi auspicabile l’immediato avvio di rilievi batimetrici per stabilire le quote da raggiungere, tenendo presente che tale tipo di navi richiedono una batimetrica di almeno nove metri, per cui occorrerebbe la realizzazione di un sistema di continuo dragaggio per garantire la navigabilità.

Strettamente legato al dragaggio dei fondali del porto è il problema legato al ripascimento degli arenili soggetti all’erosione costiera, che in questi anni ha interessato in maniera marcata il litorale da Vibo Marina a Trainiti. Il materiale sabbioso prelevato all’interno del porto potrebbe infatti essere utilizzato, dopo aver accertato l’assenza di fattori inquinanti, per una distribuzione dello stesso lungo la costa, con il duplice vantaggio di liberare i fondali e di procurare materiale sabbioso direttamente in loco con evidente risparmio economico e intuibili benefici sia per i lidi balneari che per l’utenza, la quale potrebbe così fruire di un arenile più ampio.

Mentre ancora si attende l’avvio operativo dell’Autorità di Sistema portuale del Basso Tirreno, legato alla nomina del presidente, atto che il ministro per le Infrastrutture aveva annunciato per il mese di febbraio (anche se non era stato specificato l’anno), circostanza, questa, che lascia il porto vibonese senza un soggetto di governance, diventa tuttavia improcrastinabile la programmazione, in tempi ragionevolmente rapidi, di un’attività di dragaggio, in mancanza della quale sarà difficile raggiungere l’obiettivo di un rilancio dello scalo e, senza porto, Vibo Marina rischia sempre più di diventare una “ghost town”.

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