venerdì,Marzo 29 2024

Riaperture del 18 maggio, Confesercenti: «Poca chiarezza, ci sarà il caos»

Per l’organizzazione di rappresentanza permangono gravi incertezze, specie nel comparto turistico. Il direttore provinciale Fresca: «Serve un piano ad hoc o in molti non riapriranno affatto»

Riaperture del 18 maggio, Confesercenti: «Poca chiarezza, ci sarà il caos»

Nessun ritorno alla normalità senza sostegni concreti agli imprenditori. Organizzazioni di rappresentanza sul piede di guerra in vista delle riaperture fissate dal Governo per lunedì 18 maggio. Sebbene le risorse annunciate dal premier Conte siano giudicate positivamente, molti sono gli interrogativi che ancora permangono. L’incertezza è relativa soprattutto alle tempistiche e alla mancanza di un piano dedicato alle imprese che operano nel settore turistico.

A farsi portavoce delle problematiche è, tra le altre organizzazioni, anche Confesercenti Vibo Valentia che, attraverso il direttore provinciale Rocco Antonio Fresca, chiede che ogni dubbio circa la ripartenza venga definitivamente fugato.

«Complessivamente – spiega – le risorse annunciate per il Dl rilancio sembrerebbero ingenti, pur se ridotte rispetto a quanto mobilitato da altri Paesi europei. Adesso sarà fondamentale che arrivino rapidamente e senza incertezze alle imprese. A pochi giorni dalla data prevista – aggiunge Fresca -, manca ancora un provvedimento che chiarisca esattamente quali imprese possono riaprire e a quali condizioni. Il Dl rilancio introduce diversi strumenti per l’economia, alcuni positivi – come gli indennizzi a fondo perduto e lo stop agli aumenti Iva – ed altri da rivedere». [Continua]

A creare particolare apprensione è il capitolo turismo. «È un settore per il quale servono misure mirate e visione strategica, difficilmente il bonus 500 euro salverà la stagione. Bisogna anche assicurarsi dell’efficacia operativa dei provvedimenti. Sono moltissime le imprese, soprattutto di minori dimensioni, che attendono ancora di accedere ai benefici previsti dai decreti precedenti. Le inefficienze hanno riguardato non solo l’erogazione effettiva dei bonus, ma anche cassa integrazione e credito. I finanziamenti fino a 25000 euro, garantiti da mediocredito e riservati alle imprese minori, ad artigiani e professionisti, hanno al momento mobilitato solo 2,8 miliardi erogati alle imprese grandi».

Per Fresca a creare un clima di sfiducia tra gli operatori sono proprio «i ritardi registrati, riconosciuti dallo stesso Governo, che hanno aumentato le incertezze al pari della mancanza di chiarezza sulla ripartenza. A parte le linee guida, il cui valore è però tecnico, e le molte dichiarazioni politiche – segnala il presidente provinciale di Confesercenti – non c’è ancora nulla di definito sull’avvio della Fase 2. Nemmeno la data del 18 maggio che è in realtà la scadenza del precedente Dpcm. Esaurito il periodo di validità di questo (a partire da mezzanotte del 17 maggio) teoricamente potrebbero riaprire tutti. Occorre dunque un nuovo provvedimento per permettere alle imprese di programmare l’attività».

Fresca ritiene quindi «intollerabile che, ad oggi, centinaia di migliaia di bar, ristoranti, stabilimenti balneari, mercati, alberghi, affittacamere, campeggi, guide turistiche e negozi non sappiano ancora se potranno lavorare ne per quanto. La ripartenza graduale e le nuove limitazioni aumenteranno i costi di gestione delle imprese riducendone la produttività. E riaprire potrebbe essere problematico quanto star chiusi, fra linee guida Inail, protocolli regionali, crediti che rimangono impossibili, fondo perduto col contagocce, consumi in caduta libera e casse integrazioni che tardano ad essere pagate. Occorre avere tutti la consapevolezza che dal 18 non ci sarà il ritorno alla normalità senza un sostegno rapido ed efficace per le imprese. Il rischio – afferma in conclusione Fresca – è che lunedì moltissimi rimarranno comunque chiusi, rimandando di fatto, ancora una volta, la ripartenza del Paese».

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