mercoledì,Aprile 24 2024

Coronavirus e lockdown in Calabria, ecco tutti negozi che resteranno aperti

Diverse le attività commerciali in cui potersi recare per “aggirare” i divieti di spostamento. Un Dpcm che rende quasi impossibili i controlli delle forze dell’ordine. Ecco perchè

Coronavirus e lockdown in Calabria, ecco tutti negozi che resteranno aperti
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Finisce anche la Calabria, al pari di Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta fra le regioni a “zona rossa” per le misure anti-Covid. “E’ vietato in tali regioni ogni spostamento in qualsiasi orario” ha tuonato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, tranne per comprovate ragioni di lavoro, salute e situazioni di necessità. Ma è davvero così? Tralasciando i problemi di costituzionalità in ordine alle limitazioni alla libertà di circolazione – garantita dalla Costituzione e che si vorrebbe limitare attraverso un semplice Dpcm che non è un atto avente forza di legge – e tralasciando anche il fatto che sinora tutti i Giudici di Pace dei Tribunali italiani hanno annullato le sanzioni comminate durante il lockdown di marzo e aprile proprio per illegittimità costituzionale dei vari Dpcm (Decreti del presidente del Consiglio dei ministri), l’elenco delle attività che da venerdì resteranno aperte nelle regioni a “zona rossa” come la Calabria è lungo. E se un’attività commerciale resta aperta è chiaro che qualunque cittadino la potrà raggiungere e non si potrà impedir loro alcun movimento o circolazione. [Continua]

Questo l’elenco delle attività che resteranno aperte anche nelle “zone rosse” e, quindi, in Calabria: oltre a chi vende generi alimentari, alle farmacie, alle parafarmacie, ai tabaccai ed alle edicole, non dovranno tirare giù la serranda nemmeno le librerie, le cartolerie, le cartolibrerie e i negozi di ferramenta. Consentito pure il commercio al dettaglio di apparecchiature informatiche, il commercio di macchine per l’agricoltura, la vendita di articoli per l’illuminazione, le calzature per bambini, la vendita di articoli sportivi e biancheria intima, giochi e giocattoli. Aperte pure le concessionarie di auto e moto, i negozi che vendono cibo per animali, fiori e prodotti per la casa. Via libera anche agli ambulanti nei mercati (a patto che si vendano solo queste categorie di prodotti) e alle macchinette automatiche.

In particolare, le attività che resteranno aperte sono: commercio in esercizi non specializzati con prevalenza di prodotti alimentari e bevande (ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati ed altri esercizi non specializzati di alimenti vari); commercio al dettaglio di prodotti surgelati; commercio al dettaglio in esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici; commercio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati, inclusi gli esercizi specializzati nella vendita di sigarette elettroniche e liquidi da inalazione; commercio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati; commercio di apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni in esercizi specializzati; commercio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiali da costruzione (incluse ceramiche e piastrelle) in esercizi specializzati; commercio di articoli igienico-sanitari; commercio di macchine, attrezzature e prodotti per l’agricoltura e per il giardinaggio;

commercio al dettaglio di articoli per l’illuminazione e sistemi di sicurezza in esercizi specializzati; commercio di libri in esercizi specializzati; commercio di giornali, riviste e periodici; commercio di articoli di cartoleria e forniture per ufficio; commercio al dettaglio di confezioni e calzature per bambini e neonati; commercio di biancheria personale; commercio di articoli sportivi, biciclette e articoli per il tempo libero in esercizi specializzati; commercio di autoveicoli, motocicli e relative parti ed accessori; commercio di giochi e giocattoli; commercio di medicinali in esercizi specializzati (farmacie e altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica); commercio di articoli medicali e ortopedici; commercio di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in esercizi specializzati; commercio di fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti; commercio alimenti per animali domestici; commercio di materiale per ottica e fotografia; commercio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento; commercio di saponi, detersivi, prodotti per la lucidatura e affini;

commercio di articoli funerari e cimiteriali; commercio ambulante di: prodotti alimentari e bevande; ortofrutticoli; ittici; carne; fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti; profumi e cosmetici; saponi, detersivi ed altri detergenti; biancheria; confezioni e calzature per bambini e neonati; commercio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet, per televisione, per corrispondenza, radio, telefono; commercio effettuato per mezzo di distributori automatici.

Resteranno aperte anche le lavanderie e i negozi per la pulitura di articoli tessili e pelliccia; le lavanderie industriali, le tintorie, i servizi di pompe funebri e attività connesse, i parrucchieri e i saloni di barbiere.

I negozi chiusi

Il Dpcm sospende “le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering”. Resta consentita “la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze”.  Tutti gli  altri negozi (colpiti principalmente quelli di abbigliamento) dovranno quindi abbassare le serrande. Chiusi anche cinema, teatri, musei, mostre, palestre, sale bingo e scommesse. I centri commerciali resteranno chiusi in tutta Italia sabato e domenica.

I problemi alla libertà di circolazione e la quasi impossibilità di sanzioni

Con un simile Dpcm è chiaro che a farne le spese maggiori saranno i cittadini e le forze dell’ordine deputate ai controlli, senza che si abbia alcuna certezza che tali restrizioni servano davvero ad evitare i contagi e la diffusione del coronavirus. Il Dpcm vieta infatti nelle zone “rosse” come la Calabria gli spostamenti da un comune ad un altro se non per ragioni di lavoro, salute o stati di necessità. Se però una determinata attività commerciale resta aperta, ma è presente solo in un altro comune, chi potrà mai impedire ad un cittadino di raggiungerla? Nessuno. Le concessionarie di auto e moto, ad esempio (che resteranno aperte), o le lavanderie e i negozi di computer ed elettrodomestici sono infatti presenti solo nei grossi centri (Vibo Valentia per restare nella nostra provincia), quindi nessuna forza dell’ordine potrà mai sanzionare alcun cittadino che dichiarerà di recarsi in una di tali attività commerciali. Così per i negozi di fiori e piante, per i negozi di elettronica, i negozi di biancheria e tutte quelle attività commerciali aperte ma non presenti nei propri paesi.

Di difficile interpretazione, poi, si presentano altre situazioni specifiche che rischiano solo di complicare la vita ai cittadini senza alcun beneficio per la salute pubblica: se si è infatti soliti andare dal parrucchiere nel comune limitrofo (un cittadino di Stefanaconi o Sant’Onofrio piuttosto che Ionadi o San Gregorio che ha il proprio parrucchiere a Vibo), quale norma potrà mai obbligare loro di recarsi unicamente da quello ubicato nel proprio comune di residenza? E che senso ha lasciare aperti i negozi al dettaglio di fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti se poi si impedisce – come si impedisce – di poter raggiungere campagne e seconde case ubicate in un comune diverso da quello di residenza? E in base a quali criteri non rientra nello “stato di necessità” la cura delle proprie campagne o delle seconde case?

L’attività motoria e sportiva individuale

Resta consentita l’attività motoria individuale “nei pressi” della propria abitazione, ma anche qui il Dpcm non chiarisce entro quali limiti ci si possa muovere senza essere sanzionati. E’ consentita invece l’attività sportiva individuale all’aperto all’interno del proprio comune. Sospese le competizioni sportive e le attività nei centri sportivi.

Da ricordare, infine, che non vi è alcun obbligo (non esisteva neanche a marzo e aprile, in verità) di portare dietro con sé l’autocertificazione per spostarsi. Saranno le forze dell’ordine a dover essere munite dei moduli per l’autocertificazione in cui annotare le giustificazioni sugli spostamenti fornite dai cittadini fermati.

E’ bene evidenziare, fra l’altro, che la Calabria è stata posta dal Governo quale “zona rossa” non tanto per il numero contenuto dei contagi da coronavirus (specie se paragonato a quello di tante altre regioni italiane), quanto piuttosto per un sistema sanitario talmente arretrato, fatiscente, sottosviluppato e con pochi posti letto negli ospedali da non garantire alcuna capacità di tenuta dinanzi all’emergenza pandemica.

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