mercoledì,Aprile 24 2024

Lavori di manutenzione nei tribunali di Vibo, stop a 29 tirocini

A denunciare il caso il segretario provinciale della Cgil Luigi Denardo che afferma: «Chi non ha un lavoro, può fare le valige e partire. Le istituzioni e la politica hanno altro a cui pensare»

Lavori di manutenzione nei tribunali di Vibo, stop a 29 tirocini

Procedura sospesa per 29 tirocinanti degli uffici giudiziari vibonesi a causa dei lavori di ristrutturazione che interessano i due palazzi di giustizia cittadini. È la denuncia, forte, che il segretario provinciale della Cgil di Vibo Valentia Luigi Denardo avanza nell’ambito di un più ampio ragionamento sui temi del lavoro.

«Parlare di qualche opportunità di lavoro a Vibo Valentia – afferma il dirigente sindacale – è diventato davvero un serio problema. Una cosa talmente difficile, che è persino blasfemo pronunciarne il termine, completamente derubricato dalla politica e dalle istituzioni. Ogni quotidiana sciocchezza diventa materia di interessi e del contendere per gli astanti della politica, tranne il cruciale tema del lavoro. Non che la soluzione sia semplice, ma certamente diventa più complicato risolverlo, se nessuno sforzo viene fatto e tentato. Ed anche nelle poche opportunità realizzate in qualche appalto di opere e di servizi pubblici, non c’è stata una sola assunzione che abbia interessato il bacino occupazionale locale».

Quindi il fatto definito «ancora più paradossale» e riferito a «Enti e di Istituzioni che ritardano soluzioni di stabilizzazioni lavorative o di opportunità di avviare tirocini formativi». Da ultimo, incalza Denardo, «il caso del Tribunale di Vibo Valentia, che sospende la procedura per l’avvio di 29 tirocinanti a causa di lavori di manutenzione nei due Palazzi della giustizia a Vibo Valentia». 

Il sindacalista ricostruisce così i fatti: «dopo i lunghi e farraginosi tempi per l’ultimazione delle graduatorie, si era arrivati alla stipula della convenzione per avviare, entro dicembre 2017, il percorso tirocinante per 12 mesi, prorogabili fino a 24, come è avvenuto negli altri Tribunali della Calabria. Ma bisogna arrendersi ad una lapalissiana evidenza. L’intendimento generale appare inequivoco: chi non ha un lavoro, può farsi le valige e partire. Le istituzioni e la politica hanno altro a cui pensare per il benessere della collettività. Eppure, una certa etica della responsabilità imporrebbe a chiunque sieda sul ponte di comando, ad allungare la propria vista almeno oltre un palmo dal proprio naso. Del resto, è proprio questo che fa la differenza tra l’essere ed il divenire nella capacità di servire lo Stato ed i suoi cittadini».

 

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