giovedì,Marzo 28 2024

Vibo: danza, musica e approfondimento decretano il successo di “Dante e l’Arte”

A Palazzo Gagliardi si è svolta la rassegna sul sommo poeta. Il direttore artistico Candela: «La danza strumento per unire e creare un modo migliore»

Vibo: danza, musica e approfondimento decretano il successo di “Dante e l’Arte”
Un momento dell'iniziativa svoltasi a Palazzo Gagliardi

La danza e la musica quali strumenti privilegiati per dire no alla violenza. Per gridare ad alta voce, attraverso queste splendide arti e la figura di Dante, che la guerra produce solo sconfitti. Un tema, purtroppo, di grande attualità, in un momento in cui il mondo si ritrova costretto a fare i conti con le conseguenze dovute all’invasione russa all’Ucraina. Questo e molto altro è stato “Dante e l’Arte”, la manifestazione voluta dall’assessorato comunale alla Cultura e organizzata a palazzo Gagliardi dall’associazione artistica VeipoCam- Dance Vibo Dance Calabria, nell’ambito di “Vibo Valentia Capitale del Libro 2021” e della giornata del “Dantedì”. Un evento ricco di contenuti e di performances di livello, in cui l’arte del “sommo poeta”, la danza e la musica hanno dialogato tra di loro in perfetta armonia. La rassegna, inserita nel programma della decima edizione di “Vibo in danza”, si è avvalsa anche del sostegno della società editoriale Diemmecom e Media Partner e del gruppo Caffo/Antico Amaro del Capo. [Continua in basso]

Ad aprire le “danze”, i quadri coreografici e il flash mob “Non esistono guerre che possono essere vinte”, interpretati da Raphael Burgo, Giada Guzzo e Simona Narzisi, sotto la direzione artistica della maestra e “deus ex machina” della manifestazione, Enrica Candela. A seguire, la performance coreografica “Gratitude”, rappresentata in prima assoluta dalla “Compagnia nazionale del balletto EtruriArte”, realtà di spessore che fonde le esperienze professionali dei suoi due direttori artistici, Giacomo Molinari e Vinicio Mainini. Ogni quadro dell’esibizione – divisa in tre momenti della Divina Commedia (V° Canto dell’Inferno, V° Canto del Purgatorio e Paradiso) e interpretata da Mirko Luigi Giannini, Vittoria Tagliapietra e Simona del Nigro – è stato preceduto dalla declamazione dei versi, ad opera dell’attore Gabriele Cantando Pascali.

Quindi, spazio al dibattito sul tema, moderato dall’archeologa Anna Murmura. Il momento di approfondimento si è avvalso dei contributi del docente associato dell’Università “I Virgili” di Tarragona, Licia Buttà (Dante e il “Visibile Danzare”), del docente dell’Università della Calabria, Romeo Bufalo (“Dante Alighieri: la musica più alta”), e della professoressa e assessore alla Cultura di Vibo Valentia, Daniela Rotino (Dante e il tema della maldicenza), la quale ha fatto una specie di excursus sul “male dicere”, «partendo dal canto 13esimo dell’Inferno dantesco, con la figura di Pier delle Vigne che, come Dante, è stato mandato in esilio a causa della maldicenza». «L’idea di fondo – ha sottolineato, dal canto suo, la maestra Candela, illustrando i contenuti di Dante e l’Arte – era di dare un messaggio forte: “non esistono guerre che possono essere vinte”. Quindi se tutti lavoriamo insieme, forse riusciamo a creare un mondo migliore, unificato nell’idea della pace e nel senso del bello fortissimo che può dare solo la danza. Per un motivo importante, nel momento in cui si danza e noi ci moviamo, l’interlocutore che abbiamo di fronte rimuove i cosiddetti neuroni chiamati a specchio: vorrebbe essere con noi e fare quello che stiamo facendo, muoversi con noi. [Continua in basso]

Quindi – ha aggiunto – si crea quell’amalgama, quella fusione tale per cui determinati momenti che possono creare una frammentazione vengono aboliti. Questo vale per tutti i popoli, ovunque. È un linguaggio universale, più forte della parola stessa che spesso non arriva dove giungono il gesto e la comunicazione forte della musica e della danza. Sicuramente non basta per creare la pace, ma indubbiamente è un mezzo per comunicare un bisogno interiore profondo che unisce tutti i popoli».

All’incontro è intervenuto, seppur in ritardo per un improrogabile impegno istituzionale, anche il sindaco Maria Limardo, la quale, a sua volta, ha voluto ringraziare Enrica Candela «per la straordinaria passione e professionalità che mette in ogni cosa, riuscendo a dare il meglio di sé per questa città. Grazie a lei – ha spiegato – stasera palazzo Gagliardi ha vissuto una vita completamente nuova, tramite la rappresentazione di Dante a 360%, in tutte le sue dimensioni. Con la danza, la recitazione e l’approfondimento scientifico».

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