«Mamma, ci sono gli angeli vicino a me»: il commovente racconto del piccolo Davide, il bambino che vide il paradiso
Stroncato a soli otto anni da una leucemia fulminante, ha lasciato una testimonianza di fede sconvolgente raccolta nel libro di Costanza Signorelli presentato a Vibo Valentia insieme ai genitori del piccolo
Vivere in ciò che fa costantemente paura ma non dargli peso, forte di una fede che oscura un ingannevole destino, carnefice di una vita che si è vista impedita di scorrere il suo tempo. Un rifugio, Davide Fiorillo, lo ha però sempre avuto e sempre lo avrà, ricucendo la sua giovane speranza che troppo presto ha lasciato chi amava. Non è mai andata via la speranza di Davide, colpito da una leucemia acuta che se lo è portato via il 22 giugno 2021, all’età di soli 8 anni. Circa quattro anni di calvario che lo hanno lentamente strappato dalle braccia, ma lasciandogli un incrollabile fede che non poteva solamente essere quella di un bambino di otto anni. I continui dialoghi con gli Angeli e la Madonna che inizialmente sembravano sono il frutto della fantasia di un bambino ma che, ben presto, si sono rivelati coerenti e significativi.
I continui racconti di Davide alla madre che, presa dall’interesse e dalla preoccupazione, inizia ad appuntarsi tutto ed è da qui che nasce il libro intitolato “Davide – il bambino che parlava con gli Angeli“, scritto dalla giornalista Costanza Signorelli. Nella serata di ieri, alle ore 19, si è tenuta la presentazione dello stesso nella Sala Save the Date di Palazzo Miceli, a Vibo Valentia.
Gli interventi alla presentazione
In una sala colma di gente, toccante è stata la storia che ha ripercorso la breve esistenza di Davide. A moderare l’evento è stato l’avv. Domenico Nardo, presidente dell’Associazione Culturale Rachele Nardo LLFF, anch’egli intriso di dolore per la recente perdita della figlia. Dritto al cuore il racconto di Elisa e Salvatore Fiorillo, genitori del piccolo Davide, che con coraggio e lucidità hanno ricordato ogni piccola tappa. Pieni di significato anche gli interventi dell’autrice del libro, la giornalista Costanza Signorelli, del giornalista e vice direttore della casa editrice Ares Riccardo Caniato e dello scrittore, nonché condirettore della rivista Maria con te, Luciano Regolo.
La scoperta della malattia
Ad aprire l’evento è il già citato Domenico Nardo, sfiancato anch’esso dal pungente dolore della perdita di una figlia a soli 20 anni: «L’Associazione Culturale Rachele Nardo LLFF nasce per ricordare mia figlia che è deceduta improvvisamente il 12 ottobre scorso e la sigla LLFF sta per le parole libera, leggera, forte e felice perché nell’ultima poesia che Rachele ha scritto, tra le sue mille difficoltà, afferma di avercela fatta e di essere libera, leggera, forte e felice. Questa frase deve diventare un motto che prima di trasferirlo ai giovani dobbiamo trasferirlo a noi stessi».
Inizia dunque il racconto di Elisa e Salvatore, a partire dalla nascita di Davide che già regalava sorprese: «Aspettavamo una femminuccia e si doveva chiamare Marika, ma alla fine abbiamo saputo che era un maschietto proprio nel momento della sua nascita. Non sapevamo come chiamarlo poiché non eravamo preparati e allora, come un improvviso flash in testa, abbiamo deciso di chiamarlo Davide». Proprio questo è già un primissimo segno di quello che sarà, dal momento che Davide nella religione cristiana è il padre di Giuseppe, mentre nell’ebraismo è il re d’Israele e da lui discenderà il Messia: «Era molto vivace e capriccioso – continua la madre – come lo sono tutti i bambini piccoli. Verso i 4 anni comincia a stare male e notiamo che c’è qualcosa che non va. Iniziamo così le normali routine con la pediatra e ci accorgiamo che la cosa è grave. Lo portiamo all’ospedale e i medici confermano la gravità della situazione. Così da Vibo ci trasferiscono a Catanzaro e nel febbraio 2017 prima ci dicono che c’è una massa che stava ostruendo la zona cardiaca, un tumore maligno. Iniziamo così le prime cure ma Davide non rispondeva alla terapia. All’ospedale Bambin Gesù di Roma ci danno la diagnosi, ovvero una leucemia acuta. Rimane così in terapia intensiva e solo se l’avesse superata allora si sarebbe potuto parlare su come procedere. Passano 12 mesi e sembrava andasse tutto bene ma appena torniamo in Calabria ritorna anche la malattia, dunque facciamo nuovamente ritorno a Roma. Fu in quel momento che ci dissero che la malattia era diventata più aggressiva e che c’era bisogno di un trapianto». Ed è proprio qui il secondo indizio che riporta alla religione: «Per pura casualità, nella lista vengono aggiunti due donatori compatibili di origine israeliana. Il primo trapianto sembra andare bene ma, poco dopo, si riscontra una prima ricaduta». Si tenta allora per un secondo trapianto e stavolta è la madre a mettersi in lista: «In quel momento mi sentivo finalmente in grado di poterlo aiutare – afferma lei stessa – perché stare in ospedale con un bambino che sta male puoi fare ben poco».
I primi dialoghi con gli Angeli
Salvatore ed Elisa cercano dunque conforto nella fede, così rincuorano Davide dicendo che ogni bambino ha un angelo custode che lo protegge, ma proprio a questa affermazione il piccolo spiazza tutti con la sua risposta: «Mamma, lo so. Io ne vedo già tre». La prima volta che disse ciò fu il 19 marzo, giorno di San Giuseppe e festa del papà: «Io incredula – continua la madre – gli chiesi come fossero questi angeli e lui mi rispose che sembravano fatti di ghiaccio, con l’aureola e i capelli bianchi e corti. Da lì in poi ho deciso di segnare ogni cosa che diceva Davide, segnandomeli come appunti e così è nato il libro». E ancora: «Prendendo coscienza dei suoi racconti, gli ho detto di chiedere agli Angeli di farlo guarire, ma lui mi rispose che devono chiedere prima alla Madonna».
che parlava con gli Angeli
La Madonna di cui parlava Davide, inoltre, esiste davvero e si trova a Cassano delle Murge, in Puglia, e si tratta della Madonna degli Angeli. Dopo tre anni e mezzo di ospedale e di calvario, il piccolo viene dimesso ma ancora una volta spiazza i genitori, dicendo che la Madonna lo vuole conoscere e lo vuole vedere da vicino, così quella sera stessa tutta la famiglia parte per Cassano delle Murge e durante il tragitto Davide stupisce ancora: «Quando gli chiediamo cosa portare alla Madonnina – continuano il padre – Davide risponde che dobbiamo portare delle rose gialle perché si abbinano di più al suo vestito. Quando arrivammo davanti alla Madonna, la prima parola che mi viene in mente è beato, poiché la guardava come se la conoscesse da sempre. Anche il suo cambiamento è emblematico e repentino, soprattutto nel carattere e fino al punto che ogni cosa che cosa che lui diceva era per noi reale».
La Prima Comunione con la Madonna
Con la malattia che avanzava sempre di più e il tempo che era sempre meno, Elisa e Salvatore decidono di parlare con il vescovo per far fare a Davide una Prima Comunione anticipata: «Quando glielo accennammo – continuano i genitori – lui ci disse che già sapeva di doverla fare perché glielo aveva detto la Madonna, così gli abbiamo chiesto se ci sarebbe stato anche Gesù e Davide rispose che aveva invitato solo la Madonnina e che Gesù non sapeva ancora se sarebbe venuto. In Chiesa ci dice che la Madonna era alla sua sinistra e che subito dopo aver ricevuto la Prima Comunione era arrivato anche Gesù».
Un dialogo forte e senza filtri quello tra i genitori e il bambino così Elisa e Salvatore, seppur intrisi e spezzati da un lancinante dolore, decidono di fargli una domanda a tratti spaventosa, ma tanto coraggiosa: «Che vestito vuoi per quando dovrai incontrare gli angioletti?». Anche in quel caso la risposta di Davide fu chiara e risoluta, dal momento che scelse un vestito bianco e argento.
La sera dell’addio
Un piccolo fiore che non ha avuto la possibilità di sbocciare in questa terra, ma che fiorirà in eterno in un luogo certamente più giusto e puro. Emblematica è la sera dell’addio alla terra, con tutta la famiglia riunita nella propria casa a Piscopio e con Davide supportato dal costante ossigeno. Solitamente il bambino stava nel letto insieme a mamma e papà, ma la sera del suo addio chiese di andare nella sua stanza: «Fu in quell’occasione – affermano i genitori – che volle vedere tutti i familiari nella sua stanza e affermando con foga di fare veloce. Quando ci fummo tutti tra nonni, zii e cugini, dopo che ci vide ci disse di uscire fuori perché erano arrivati a prenderlo ed erano lì alla finestra. Il suo sguardo infatti era costantemente fisso sulla finestra». Fu in quel momento che si sdraiò nel letto e la madre tornò indietro per abbracciarlo un ultima volta.
Gli interventi di Regolo e Caniato
Significativi gli interventi di Caniato e Regolo, con quest’ultimo che afferma quanto segue: «Davide ha aperto il suo cuore a Dio e i frutti sono che il bambino si evolve nel suo cambiamento. I bambini percepiscono il Paradiso e quando vanno a Cassano delle Murge e avviene questo incontro tra lui e la Madonna, c’è questa sorta di beatitudine dentro Davide. C’è un patrimonio che noi adulti possiamo e dobbiamo cogliere da tutta questa storia».
Ugualmente incisivo Riccardo Caniato: «Ho chiesto ai genitori di scrivere un libro perché questa storia non poteva essere solo per noi. Noi siamo una piccola casa editrice, ma questo libro è partito in silenzio per poi essere stato uno dei più venduti, oltre al fatto che è stato tradotto in più di quattro lingue e richiesto in Slovacchia, Polonia, Germania e non solo. È anche così che Davide vive. Noi come giornalisti siamo abituati a cercare la sostanza nei fatti ed è anche giusto, ma se ci pensiamo un attimo fatti come questi sono davvero importanti da raccontare. La cosa che ci ha colpito è il fatto che non c’è niente di più tragico nel salutare un bambino. Ancora più drammatico è il fatto che i due genitori, da una cosa così tragica hanno scelto di costruire la loro rinascita. Sono testimoni di un testimone ancora più grande».
L’autrice del libro
Seppur non fisicamente, ha voluto essere presente in collegamento la giornalista e autrice del libro, Costanza Signorelli, che si esprime così: «Innanzitutto ho preferito scomparire nella scrittura, non cambiando alcuna cosa del racconto ma lasciando solo quanto detto da Davide. Nel nostro sentirci costantemente con il papà, ho percepito un padre immerso nel dolore. Tutto quello che loro hanno raccontato si è sviluppato in pochi mesi di vita. La malattia è durata anni ma l’esperienza che loro raccontano è durata circa tre mesi. Davide non aveva una formazione religiosa completa e le cose che diceva le sosteneva davvero e inoltre hanno spiazzato tutti».