martedì,Aprile 16 2024

Salario accessorio, l’ira della Cisal contro il Comune di Vibo: «Promessa disattesa»

Nusdeo (Rsu) denuncia la paura dei dipendenti a protestare per il timore di «rivalse» da parte dell’amministrazione Limardo. La soluzione? «Sperare nell’intervento del prefetto di Vibo Valentia, baluardo di legalità»

Salario accessorio, l’ira della Cisal contro il Comune di Vibo: «Promessa disattesa»
Il Palazzo municipale di Vibo Valentia

«Una promessa non mantenuta che, evidentemente, fa meglio comprendere la mera considerazione che l’amministrazione attiva ha nei confronti dei suoi pochi dipendenti rimasti in servizio e che da qui a breve saranno soltanto un centinaio». Duro affondo di Antonello Nusdeo, Rsu-Cisal, all’interno del Comune di Vibo Valentia, nei confronti dell’esecutivo guidato dal sindaco Maria Limardo per avere disatteso il pagamento al personale dipendente del salario accessorio per gli anni 2018, 2019 e 2020, caso sollevato nei giorni scorsi proprio da Il Vibonese.it. [Continua in basso]

Nusdeo definisce «una chimera» il rispetto del contratto decentrato sottoscritto a suo tempo sia dai sindacati di categoria quanto dall’amministrazione attiva, mentre entro l’anno – ricorda il sindacalista – «un cospicuo numero di lavoratori dell’Ente andrà in pensione ed allora, sottratti i dipendenti comunali appartenenti al corpo della Polizia municipale e gli operai, la restante parte – meno quelli che si ammaleranno o saranno per altri svariati motivi assenti – sarà molto difficile garantire i servizi alla cittadinanza, la quale, malgrado tutto, non ha percezione delle reali difficoltà che la nave sarà costretta ad affrontare nell’arco di qualche mese».

Una nave che, a dire sempre di Nusdeo, «fa acqua da tutte le parti e che soltanto con attaccamento e spirito di servizio il personale ha tenuto e continua a tenere a galla. Eppure, in municipio per rivendicare i propri diritti – anche quelli più evidenti e scontati – si è costretti ad incaricare avvocati, alimentando così lo sconforto e il senso che la dignità in realtà viene calpestata, platealmente. Altro che i ringraziamenti  – tuona il rappresentante della Cisal a Palazzo Luigi Razza – per l’impegno profuso elargiti dal primo cittadino nelle rarissime occasioni ai “suoi” dipendenti: nei fatti il silenzio. Il più ingiustificato e assordante. Ed è un silenzio che irrita e indispettisce. È un silenzio che calpesta la dignità e che per questo persino offende. Proprio perché si è così indebolito il rapporto di reciproca stima. Una stima – si fa notare – che solo da una parte è stata nei fatti corrisposta con l’impegno e la dedizione, mentre dall’altra, nella realtà, si sono manifestati solo impegni poi puntualmente non mantenuti». [continua in basso]

Detto ciò, Nusdeo non manca di fare presente che oggi «serpeggia la preoccupazione tra il personale. Anche perché l’esiguo numero di dipendenti non è più in grado di protestare platealmente, spesso anche per paura di rivalse o, ancor peggio, per l’inefficacia della condotta sindacale che da tempo ha perso la tenacia dell’autorevole “potere” che invece dovrebbe impiegare a tutela dei diritti dei lavoratori».

Allora, «per risolvere la questione, a giudizio ancora del sindacalista,  «non resta che sperare nell’intervento del prefetto di Vibo Valentia, Roberta Lulli, baluardo di legalità, che sicuramente ha a cuore le sorti di questa provincia e di questo capoluogo per tentare – chiude Nusdeo – di infondere un rinnovato senso di speranza in direzione dello sviluppo e del vivere civile».

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