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Crisi idrica Vibo, dal 2005 è la Sorical a gestire tutto: e il Comune paga quasi 2 milioni all’anno

Sedici anni fa la firma della convenzione per la erogazione dell’acqua potabile dalla società, affidataria della Regione Calabria, a Palazzo Luigi Razza. Nel mezzo anche una inchiesta giudiziaria

Crisi idrica Vibo, dal 2005 è la Sorical a gestire tutto: e il Comune paga quasi 2 milioni all’anno
L'atrio di Palazzo Luigi Razza

A fronte delle emergenze idriche con cui il territorio comunale deve puntualmente fare i conti e che deve sopportare oramai da anni, l’amministrazione di Palazzo Luigi Razza dovrà versare nel solo anno in corso nelle casse della Sorical, la società mista a prevalente capitale pubblico regionale che gestisce l’intero sistema idrico comunale, complessivamente 1.900.000 euro (ma la cifra, verosimilmente, anche negli anni passati sarà stata più o meno questa). La seconda tranche di questi fondi, relativa al II trimestre, quindi corrispondente ai consumi rilevati al 30 giugno scorso, è stata peraltro liquidata dall’amministrazione del sindaco Maria Limardo proprio venerdì scorso, vale a dire mentre i cittadini di Vibo Marina e Bivona erano già alle prese con l’ennesima, lunghissima e snervante crisi idrica. [Continua inbasso]

Ai vertici della società è stata liquidata la somma di 454.603,47 euro. Non solo, il Comune di Vibo Valentia paga la Sorical dal lontano 2005. Il 20 giugno di quell’anno, infatti, è stata sottoscritta la convenzione ai fini della erogazione dell’acqua potabile dalla società, affidataria della Regione Calabria del servizio, al Comune capoluogo. Da allora, quindi, la Sorical è direttamente responsabile sia della fornitura d’acqua che arriva nelle case dei vibonesi, sia della manutenzione dei serbatoi comunali e dell’intera conduttura che parte dal bacino dell’Alaco e arriva fino alla rete idrica comunale, la quale meriterebbe certamente interventi massicci di ammodernamento. Sedici anni, dunque, di gestione Sorical.

Nel mezzo anche una inchiesta giudiziaria scaturita dall’indagine dei carabinieri del Nas di Catanzaro, del Reparto operativo di Vibo e del Corpo forestale dello Stato che, il 17 maggio del 2012, ha visto anche il sequestro dell’invaso artificiale dell’Alaco, ma il processo “Acqua sporca” si è poi concluso lo scorso anno con un nulla di fatto perché i reati a carico degli imputati sono caduti in prescrizione. Tuttavia, nonostante anni di nuova gestione dell’acqua pubblica a Vibo, i progressi sembrano essere stati veramente pochi, discutibili e non poco i miglioramenti complessivi nella fornitura del prezioso liquido. [Continua in basso]

Le emergenze a Vibo Valentia e frazioni non solo non passano ma, come detto, ciclicamente si ripresentano. Affliggono con mille disagi semplici cittadini, operatori economici e, come accaduto in questi giorni, anche i turisti che avevano deciso di raggiungere proprio Vibo Marina o Bivona per trascorrere le loro vacanze e che, una volta preso atto che i rubinetti erano a secco, hanno deciso di andare via. Un peccato e una perdita economica insieme. Dunque che fare? La domanda la giriamo a chi in questo territorio ha responsabilità di governo, ha avuto mandato popolare per gestire la cosa pubblica per conto dei vibonesi. Non si punta il dito contro nessuno. Niente gioco delle freccette. Soltanto che al netto di tutte le ragioni possibili, qualcuno dovrà finalmente dare conto da un lato alla comunità amministrata e, dall’altro, intervenire per capire e comprendere una volta per tutte i problemi e possibilmente risolverli. Ai cittadini il resto non interessa. L’agone del botta e risposta non gli appartiene. Ciò che si vuole e si chiede è semplicemente un ritorno il più presto possibile alla normalità, dove avere l’acqua nelle proprie abitazioni non sia più una conquista, un dono o, addirittura, una concessione ma solo un sacrosanto diritto.

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