martedì,Aprile 23 2024

Vibo, programmi elettorali pieni di «cultura». Ma di lotta all’evasione neanche l’ombra

Gli aspiranti sindaci e quegli slogan consumati che nascondono la carenza di proposte concrete per garantire i tanto agognati servizi essenziali

Vibo, programmi elettorali pieni di «cultura». Ma di lotta all’evasione neanche l’ombra

«Bisogna puntare sulla cultura». E come no, poi però mancano le strade per camminare. «Il porto è il volano di sviluppo del nostro Comune». E come no, soprattutto per chi abita a Vena Media. «Dobbiamo valorizzare i nostri tesori archeologici». E come no, tanto di ospedali è piena l’Italia, perché farlo a Vibo. «Al primo punto della nostra agenda politica…» al primo punto praticamente ci sono tutti i punti. Magari fosse un libro dei sogni: quello che in larga parte propongono i quattro aspiranti sindaci di Vibo Valentia è un libro degli slogan, condito con abbondanti dosi di banalità e scontatezza. Per carità, qua e là spunta anche qualche proposta concreta seppur di dubbia realizzazione. Ma le risoluzioni ai problemi veri stanno fuori dalla porta. 

Giusto per fare un esempio, e far comprendere a tutti quanto elevato sia il livello intellettuale dei governati e dei governanti, la parola “cultura”, con relative declinazioni, ricorre: 73 volte nel programma di Maria Limardo; 58 in quello di Domenico Santoro; 49 in quello di Stefano Luciano; una volta sola, su appena sei pagine di programma, in quello di Francesco Belsito. Mentre bisogna stare con la lente d’ingrandimento per individuare la parola “evasione”, collegata all’evasione fiscale e alla relativa lotta: argomento praticamente bandito dai programmi, che figura una volta sola in quelli di Luciano e Santoro ed è assente in quelli di Limardo e Belsito. Eppure soltanto da lì, teoricamente, si possono recuperare le entrate necessarie a garantire i servizi minimi essenziali di cui poi, a parole, tutti quanti si occupano. Inutile dire, infine, che Vibo ha bisogno di «sinergie» per «mettere in rete» le «energie migliori» al fine di «valorizzare le enormi potenzialità del territorio» tramite «azioni mirate e concordate» in grado di «restituire decoro» ed offrire «occasioni di crescita» ai «tanti giovani costretti ad emigrare». Chi l’ha detto? Tutti. Le belle parole sono gratis.

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