mercoledì,Aprile 24 2024

Presidenza della Commissione garanzia e controllo, nell’opposizione è guerra aperta

Il Partito democratico stigmatizza l’ingerenza della maggioranza nella nomina di Comito e attacca: «L’occasione fa l’uomo ladro». Replica Mirabello (Vibo prima di tutto): «L’alleanza Luciano-Censore-Insardà produce divisioni»

Presidenza della Commissione garanzia e controllo, nell’opposizione è guerra aperta
L'opposizione consiliare nel giorno dell'insediamento, a giugno 2019

«L’affermazione della consigliera Santoro del Movimento 5 Stelle secondo cui la vera opposizione è rappresentata dallo stesso movimento e dal Pd, è veritiera in quanto sancita dagli ultimi fatti istituzionali. Ed infatti, l’ingerenza della maggioranza nella votazione per il presidente della Commissione garanzia e controllo, è rappresentativa di un evidente accordo politico tra essa ed i tre eletti nelle liste alternative (Policaro, Pilegi e Comito)». A sostenerlo in una nota è il Partito democratico di Vibo Valentia. «Senza i voti della maggioranza, Comito e Pilegi non avrebbero ottenuto postazioni, visto che il Pd aveva deciso di puntare sulla Santoro, sul presupposto che il Movimento 5 Stelle avrebbe svolto con competenza la funzione di controllo degli atti. In ogni caso la giornata di ieri, ci consente di effettuare dei distinguo, anche sui comportamenti istituzionali, per evitare che la città possa pensare che siamo tutti uguali e cioè pronti ad assecondare sempre i vincenti sul presupposto di aspettative di cariche o quant’altro. Gli eventi inoltre, consentono di smentire quanti fino ad oggi hanno predicato di essere puri ed irreprensibili nelle posizioni politiche e che invece hanno dimostrato che è l’occasione a fare l’uomo ladro».

Alla dura presa di posizione del Pd vibonese ha replicato, a stretto giro di posta, l’imprenditore Enzo Mirabello, promotore della lista “Vibo prima di tutto” che esprime all’interno dell’assemblea il consigliere Loredana Pilegi. «Ancora una volta il segretario provinciale del Pd, Enzo Insardà – spiega Mirabello -, continua ad ergersi a stratega e moralizzatore della politica cittadina, quando dovrebbe invece farsi da parte per le sconfitte ripetute e per avere portato il partito al minimo storico nella città di Vibo. L’alleanza innaturale tra Luciano, Censore e Insardà, oltre che politicamente perdente, continua a produrre divisioni nel centrosinistra vibonese. La verità è che fin quando ci saranno Insardà e Censore a dettare la linea nel Pd vibonese non ci sarà unità. La vicenda delle commissioni consiliari di Vibo è infatti emblematica, non si tratta di spartirsi cariche, che non esistono, ma il segnale politico è che tre consiglieri comunali non  intendono riconoscere alcuna leadership a Stefano Luciano nella guida dell’opposizione, né tantomeno intendono riconoscere alcun ruolo politico al duo Insardà-Censore, causa dell’ennesimo fallimento elettorale. Ne prendano atto per il futuro – incalza Mirabello -, se il Pd vuole ritornare ad essere determinante nella politica vibonese deve avere la forza di far mettere da parte chi lo tiene in ostaggio e lo ha relegato a questo ruolo di subalternità». Quindi la conclusione caustica: «Dispiace davvero per Stefano Luciano che in un solo mese ha distrutto la sua alleanza con forze civiche e movimenti isolandosi nella sue scelte e nella sua alleanza con personaggi che la città ha più volte dimostrato di respingere». 

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