giovedì,Aprile 25 2024

Trasferimento della Murmura di Vibo, Barbuto attacca il Comune: «Scelta imposta»

Il rappresentante del movimento Liberamente progressisti contro lo spostamento degli alunni dalla «centralissima zona Sant’Aloe all’area industriale nella lontana periferia della città capoluogo»

Trasferimento della Murmura di Vibo, Barbuto attacca il Comune: «Scelta imposta»
L'istituto "Murmura"
Il neo coordinatore di Mdp Vibo Sergio Barbuto
Sergio Barbuto

«Lo spostamento del plesso scolastico Trentacapilli – Murmura, da parte dell’amministrazione comunale di Vibo Valentia, dalla centralissima zona Sant’Aloe all’area industriale nella lontana periferia della città capoluogo, ha suscitato non poche perplessità nei soggetti coinvolti, che vedono questa soluzione come un ripiego fuori tempo massimo. Questo processo si è accelerato senza ponderare bene tutte le variabili che concorrono nello spostamento fuori città di attività che coinvolgono più profili». Lo afferma Sergio Barbuto, componente del movimento Liberamente progressisti, secondo il quale «il fattore mobilità andava verificato con una visione a più ampio raggio, tenendo presenti quei parametri determinati dalla fruizione di un’arteria primaria, a prevalente utilizzo di mezzi pesanti, vista la localizzazione nel cuore di una più estesa zona industriale ed artigianale, e che provoca nelle ore di punta maggiore congestione e forti rallentamenti. Questo – aggiunge il rappresentante del movimento che fa capo al consigliere regionale Antonio Lo Schiavo – potrà incidere anche sugli spostamenti dal centro città all’area periferica in questione, che saranno concentrati nelle ore in cui la massa studentesca si sposta andando a congestionare ancor di più un’area che raccoglie i maggiori siti produttivi dell’area vibonese». [Continua in basso]

Dunque, «oltre ad essere stata una scelta poco ragionata sotto il profilo prettamente logistico», a parere di Sergio Barbuto, «sembra essere una scelta imposta, poiché con i soggetti coinvolti non è stata concertata alcuna possibilità di valutazione. L’indirizzo politico di spostare il plesso scolastico, è stato imposto peraltro disconoscendo altre proposte di non delocalizzare scuole di primo grado, che come facilmente intuibile provocano disagi alle famiglie nella gestione degli spostamenti dei propri figli. Un’alternativa a tale soluzione andava certamente praticata e vagliata ponderando bene il rapporto tra benefici e difficoltà. La ristrutturazione del plesso, poi, ha un cronoprogramma definito? Abbiamo una data certa di inizio e fine lavori? I genitori sono a conoscenza del quando cominciare ad organizzare la logistica dei propri figli?», questi gli interrogativi finale che pone al Comune il rappresentante di Liberamente progressisti.

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