martedì,Aprile 23 2024

Il forte “Si” dei centristi al referendum

Si è svolto oggi a Vibo Marina un incontro organizzato dal coordinamento nazionale giovani Udc. Diverse facce conosciute in platea, accolte dai membri del partito e da Marco Martino, fresco di nomina. Ecco le opinioni e gli umori degli ospiti, tutti sulla linea del “Si”, o quasi.

Il forte “Si” dei centristi al referendum

Il “Si” al referendum arriva unanime dal convegno dell’Udc, con qualche piccola eccezione. Un incontro con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica contro l’astensionismo, quello di oggi pomeriggio, avvenuto all’Hotel Cala del Porto di Vibo Marina.

Al meeting organizzato dai centristi, che ha visto una discreta partecipazione, erano presenti diversi esponenti locali, da Gaetano Bruni a Stefano Luciano, presidente del consiglio comunale, da Mino De Pinto dell’Udc di Vibo Marina, alle delegazioni provenienti da altre province. Una platea composta anche da qualche volto noto della politica locale, come i consiglieri della federazione formata da Alleanza per Vibo e Vibo Unica, o il coordinatore cittadino Bruno Greco, oltre ai cittadini intervenuti.

A moderare l’incontro è stato Michele Guerrieri, portavoce nazionale dei giovani dell’Udc, mentre a fare da padrone di casa è stato Marco Martino, coordinatore nazionale dei giovani fresco di battesimo. «Non si poteva restare indifferenti di fronte ad un tema così delicato come il referendum sulle trivellazioni. Il partito seguirà la linea del “Si”, fortemente. Ma una cosa è fondamentale, sopra tutte: andare a votare. Non bisogna seguire gli slogan sull’astensionismo, piuttosto le nostre coscienze. È una scelta per il territorio, per preservare i nostri mari salvaguardando l’ambiente», ha detto Martino.

Per un punto di vista più tecnico, sono stati invitati Giuseppe Paolillo del Wwf Calabria e Francesco Basile, esperto di ingegneria idraulica, mentre per una rappresentanza “territoriale” era presente Luigi Saeli, presidente della Pro loco di Vibo. «La Terra non può più sopportare l’estrazione di combustibili fossili, né si può pensare che le riserve durino in eterno. Siamo come un diabetico che ha solo dello zucchero a disposizione, che consapevolmente mangia sapendo di rischiare di morire. Ecco noi inquiniamo sapendo che c’è un problema da non sottovalutare, ovvero l’effetto Serra. Bisogna votare Si, evitare ulteriori trivellazioni e puntare tutto sulle forme di energia rinnovabili e ecosostenibili», ha detto Paolillo.

Sulla stessa linea anche Basile, che ha elencato cifre e numeri sulle trivellazioni, spiegando passo passo i vari punti del referendum. Non prima, però, di aver lanciato un appello. «Astenersi, seguire i messaggi che invitano a non presentarsi domenica alle urne, non si possono condividere. È anche, e forse soprattutto, con i referendum che l’Italia è stata formata. Bisogna lanciare un messaggio forte alla nazione, io farò del mio andando a votare Si», ha asserito.

Unica voce fuori dal coro quella di Giovanni Di Bartolo, presidente regionale e portavoce nazionale della consulta studentesca. Voterà “No”, perché crede che si possa migliorare il sistema apportando più controlli sulle trivellazioni. «In Italia?», ha detto Paolillo citandolo nel suo discorso. Bollandolo come discorso utopico ma apprezzabile sotto un punto di vista: anche se l’idea differisce, farà comunque parte di chi è andato a votare, al contrario degli astenuti.

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