giovedì,Aprile 25 2024

Referendum costituzionale, anche a Vibo il comitato a sostegno del “No”

Nasce su impulso di un gruppo di giovani che si riconoscono nel manifesto dei 56 costituzionalisti e che fa riferimento alle attività nazionali del Coordinamento di democrazia costituzionale

Referendum costituzionale, anche a Vibo il comitato a sostegno del “No”

«Anche nella città di Vibo Valentia siamo felici di annunciare la nascita di un Comitato per il “No” alla riforma Costituzionale Boschi in vista del referendum confermativo che si terrà nel mese di ottobre. Un Comitato che si riconosce pienamente nel manifesto dei 56 costituzionalisti e che fa riferimento alle attività nazionali del Coordinamento di democrazia costituzionale».

È quanto si legge in una nota diffusa dal neocostituito comitato, promosso tra gli altri da Daniele Armellino, Carmen Cutrullà, Mariasophia Falcone, Valentino Mazzeo, Giuseppe Nicolino, Francesco Pacilè, Danilo Tucci.

«Il nostro – proseguono – è un Comitato che va oltre i partiti e che ha come obbiettivo quello di costruire condivisioni e cooperazioni con la parte attiva della città che si riconosce nella Costituzione repubblicana e nei valori dell’antifascismo. La Riforma Costituzionale Boschi è stata approvata dal Parlamento a colpi di maggioranza senza una reale condivisione e una apertura al dialogo con le opposizioni, una Riforma quindi dettata dal governo Renzi , con un potere esecutivo che ha messo i piedi in faccia al potere legislativo».

Una riforma, spiegano ancora, che «va a svuotare definitivamente i poteri e le competenze regionali e degli enti locali, il tutto passa nuovamente in mano ad uno Stato accentratore e sempre più lontano dai cittadini, mentre in tutti gli altri Paesi europei è in atto da moltissimi anni un processo di federalizzazione e responsabilizzazione delle autonomie locali. Ciò che allarma di più è il combinato disposto tra questa Riforma e la legge elettorale “Italicum”, che potrebbe potenzialmente consegnarci una maggioranza bulgara e un Presidente del Consiglio senza controlli e frizioni, un po’ come accade nelle forme di premierato assoluto dove c’è una personalizzazione del potere».

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