martedì,Aprile 16 2024

Dalle ceneri di Sel al Pd, in sei “trovano casa” in via Argentaria

Tra loro il già segretario cittadino Francesco Pacilè e uno dei candidati alle ultime amministrative Danilo Tucci. «Porteremo un contributo al dibattito» la promessa. E Insardà gli dà il benvenuto: «Aperti alle loro idee»

Dalle ceneri di Sel al Pd, in sei “trovano casa” in via Argentaria

«Siamo giovani che amano l’Europa, l’Italia e la città di Vibo Valentia. Ci accomuna il desiderio di cambiare lo stato delle cose e renderle migliori per la nostra generazione e per quella a venire. Da anni ognuno di noi è impegnato nel mondo della politica e dell’associazionismo. Alcuni di noi provengono da Sinistra Ecologia Libertà, mentre altri sono impegnati attivamente nell’associazionismo studentesco ed universitario. Dopo una lunga ed attenta riflessione, siamo arrivati alla comune conclusione, che le nostri idee progressiste hanno bisogno di una casa dove potersi esprimere liberamente. Quella casa ad oggi non può che essere, dal nostro punto di vista, il Partito democratico».

Sono queste le premesse alla base dell’adesione al Pd ufficializzata da sei giovani vibonesi. Si tratta di Giuseppe Mobilio, Giuseppe Nicolino, Francesco Pacilè, Marcello Papaianni, Antonio Sabato e Danilo Tucci. «Dopo la vittoria del “No” al referendum costituzionale – spiegano – (vittoria alla quale ognuno di noi ha contribuito, sulla base di un giudizio di merito della riforma), all’interno del Pd si dovrà opportunamente aprire un dibattito sul ruolo e l’indirizzo politico che bisognerà intraprendere, al fine di liberare tutte quelle energie e quelle potenzialità ancora inespresse. Noi nel nostro piccolo, con umiltà, pazienza e perseveranza, vogliamo contribuire ad invertire questa tendenza, mettendo prima di tutto in discussione l’esistente per creare tutte le condizioni affinché i progressisti possano tornare al governo della nostra città». Perché, piegano, «è necessario che il Pd si faccia promotore della ricostruzione di un centrosinistra ampio, plurale, nuovo e vincente».

Nessuno sconto «all’attuale maggioranza di centrodestra, fintamente civica, paralizzata da beghe interne che poco hanno a che vedere con i problemi reali dei vibonesi, dimostrando in quasi due anni che “la città dei cittadini” non esiste e che le cartoline sbiadite del fantomatico “giardino sul mare” non sono più un programma politico credibile e riproponibile».

Ancora, per i nuovi aderenti al Pd, «mettere in discussione l’esistente significa far sentire protagonisti, dare e sostegno e rappresentatività, a tutti quei giovani che studiano e lavorano nelle università e nelle città calabresi e non. Mettere in discussione l’esistente significa portare la voce e le ragioni di Vibo città con la necessaria autorevolezza al Parlamento italiano e in Europa. La democrazia per come l’abbiamo conosciuta fino ad ora è messa in discussione da forze nazionaliste e demagogiche, brave solo a distruggere e non a costruire e proporre».

Motivi che spingono Mobilio, Nicolino, Pacilè, Papaianni, Sabato e Tucci ad assumere «l’obbligo morale di fare la nostra parte, perché oltre ad essere democratici, siamo cittadini italiani ed europei, che si riconoscono nei valori fondamentali della nostra Costituzione e nei valori fondamentali dello Stato di Diritto europeo. Noi crediamo – aggiungono – che ogni persona debba fare la propria parte contribuendo attivamente al raggiungimento del benessere comune, partendo da un riscatto generazionale. Noi vogliamo impegnarci affinché tutto questo cambi. Lo faremo con forza e determinazione sulla base delle nostre idee e delle nostre convinzioni».

Parole di compiacimento per la scelta di aderire al Pd, sono giunte dal segretario provinciale del partito Enzo Insardà. «Accolgo con grande piacere ed entusiasmo l’adesione al partito di giovani da sempre protagonisti della città di Vibo Valentia come alternativi ad un modo di fare politica personalistico e semplicemente ambizioso – ha riferito in una nota -. La volontà di far parte della nostra comunità democratica – ha aggiunto – deve ancor di più spingerci a lavorare per creare un partito aperto, inclusivo e fautore di spazi democratici dove discutere e proporre soluzioni ai tanti problemi che viviamo giornalmente. Questi giovani sono vera linfa e premiano la volontà di far crescere una comunità che sappia pensare solo ed esclusivamente al bene comune. Sono sicuro – ha concluso Insardà – che il loro apporto al dibattito potrà essere fondamentale per predisporre insieme nuove idee che sappiano coniugare lavoro-legalità-solidarietà e gestione del territorio alternativo ad un modo di fare politica che fino ad adesso non ha visto protagonista nella città la parte migliore della nostra società».

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