giovedì,Marzo 28 2024

I conti in tasca al Comune di Vibo: quanto incassa e quanto spende

INCHIESTA | Oltre 600mila euro all’anno i costi della politica, mentre si attende ancora l’incasso di 1,6 milioni di euro dalle multe. Quasi nulla la monetizzazione dei parchi cittadini

I conti in tasca al Comune di Vibo: quanto incassa e quanto spende
Il Comune di Vibo

Sono trascorsi sei mesi dall’approvazione del Piano di riequilibrio in consiglio comunale, ma a Vibo Valentia nessuno si è fatto sentire: né il ministero dell’Interno néla Corte dei conti, che devono vagliare la bontà della cura proposta dall’amministrazione Limardo sul malato terminale che è il Comune capoluogo. Ma da quel giorno di agosto sono cambiate tante cose, ovviamente in peggio. La massa debitoria, all’epoca accertata intorno ai 25 milioni di euro, è salita per via di altre “cartelle” recapitate all’ente, in particolare sui rifiuti, che hanno fatto lievitare il debito. Di contro, vi è una riscossione che continua ad essere assolutamente deficitaria pur facendo registrare un minimo miglioramento.

Il 30 aprile è il termine ultimo entro cui l’ente deve approvare il bilancio di previsione triennale, dopo la proroga decisa dalla conferenza Stato-Città che ha fatto slittare di un mese l’approvazione del documento economico-finanziario. Un atto fondamentale per capire in che direzione – al netto dell’eventuale (e probabile) secondo dissesto finanziario – questa amministrazione intende andare. Nei giorni scorsi è stato approvato il Piano esecutivo di gestione (Peg) provvisorio, che fotografa settore per settore le previsioni di entrata e uscita, ed anche i residui, ovvero quelle somme che il Comune deve ancora incassare.

Ebbene, nelle 50 pagine del Peg che abbiamo approfondito non mancano numeri che evidenziano anche alcuni risvolti politici, come la poca programmazione a lungo termine, pur tenendo presente che si tratta di un documento provvisorio e che il bilancio – si spera – conterrà ben altre previsioni, a partire dalle opere pubbliche che verranno cristallizzate nel piano triennale. [Continua dopo la pubblicità]

La sala giunta del Comune di Vibo

Costi della politica

Nel settore della segreteria generale sono previsti i “famigerati” costi della politica. E non sono pochi quelli per mantenere l’apparato istituzionale del Comune di Vibo Valentia. Ogni anno – vale per il 2020, 2021 e 2022 – vengono stanziati ben 310mila euro per le indennità di sindaco e assessori, mentre 257mila sono quelli previsti per i gettoni di presenza dei consiglieri comunali. Non finisce qui. Altri 40mila euro circa sono stanziati per i rimborsi spese degli organi istituzionali e per le spese di viaggio dei consiglieri. Un totale di oltre 600mila euro all’anno.

Polizia municipale

Nel settore della Municipale, in cui vengono inseriti gli introiti previsti per l’anno 2020 (ed anche i due successivi), si prevede di incassare 150mila euro dalle soste su strisce blu, mentre a 250mila euro ammontano gli incassi previsti per violazioni ai regolamenti comunali, come quello sul commercio e sull’ambiente. Esattamente come previsto dal Peg 2019. In questo settore, il dato rilevante – in negativo, of course – è la somma di residui che il Comune di Vibo vanta: un milione e 682mila euro di sanzioni non incassate, relative agli anni precedenti. Stessa somma dell’anno scorso è anche quella stanziata per pagare i danni da sinistri stradali: 45mila euro. Nulla a fronte dei 225mila che il Comune deve ai cittadini per risarcimenti degli anni precedenti.

Personale e Affari generali

In questo settore il dato più “beffardo” è quello relativo al personale. A fronte di una diminuzione della spesa sia per il fondo di risultato dei dirigenti (passa a 108mila dai 148mila euro del 2019), sia per quello delle posizioni organizzative (da 161mila a 151mila euro), sia per quello del personale dipendente (da un milione e 110mila a 853mila in virtù dei pensionamenti), tutti questi risparmi non possono essere investiti in nuove assunzioni, ad esempio bandendo un concorso, per via della non avvenuta approvazione del Piano di riequilibrio e della possibilità di un secondo dissesto. Eppure il Comune di Vibo avrebbe un bisogno vitale di nuovo personale, dato che gli effetti dei pensionamenti stanno già iniziando a pesare sull’erogazione dei servizi ai cittadini.

Politiche sociali, Istruzione, Cultura e Commercio

Ammonta a 800mila euro la somma che il Comune prevede di incassare dalla Regione per trasferirla ai cittadini sotto forma di servizi sociali, mentre 630mila euro li sta ancora aspettando, sempre dalla Regione, e circa 320mila euro sarebbero già in cassa ma non spesi. Eppure a Palazzo Luigi Razza prevedono, per integrazione scolastica e assistenza specialistica ai disabili, appena 112mila euro di spesa, facendo poi affidamento sui fondi che verranno stanziati dal Piano regionale per il diritto allo studio che dovrà essere approvato dalla nuova giunta regionale. Sono 80mila euro quelli previsti in entrata dalle rette dell’asilo nido, mentre ammonta a 200mila la previsione per la mensa scolastica, esattamente come al 2019. E questo malgrado le polemiche dei genitori per le nuove tariffe il cui incasso avrebbe finito per superare la copertura del servizio.

Nel settore del commercio, l’ente conta di incassare 20mila euro dai canoni degli ambulanti nei mercati comunali, e 18mila euro per i box del mercato coperto (sono 15mila quelli che ancora non sono stati incassati).

Impianti sportivi: la previsione è di 5mila euro per la piscina comunale di Vibo, mentre ne vengono riportati 27mila ancora da incassare dagli anni pregressi. Identico discorso per tutti gli altri, che però non vengono specificati e quindi si desume comprendano campi di calcio, piscina di Vibo Marina e altro: la previsione di incasso è di 22mila euro per il 2020, mentre ancora ne restano 76mila da introitare dal passato.

Uno scorcio del Parco urbano

Segno di scarsa (nulla?) programmazione in ottica finanziaria è la gestione dei parchi della città. L’ente inserisce in bilancio 1.500 euro per il canone del Parco urbano (ne avanzerebbe ancora 3.750), ma non c’è traccia degli altri parchi, da Villa Gagliardi alla Villa comunale, fino al Parco delle rimembranze. In altre parole, anziché sfruttare i polmoni verdi come risorsa economica, oltre che sociale e naturalistica, si preferisce tenerli in “auto-gestione”, con l’onere di doverli anche manutenere. (1 – continua)

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