venerdì,Marzo 29 2024

Vibo, il Consiglio comunale certifica il buco da 2,4 milioni di euro

Duro botta e risposta tra l’opposizione e l’assessore Nardo, che replica: «Non mi dimetto, mai nessuno ha fatto quanto questa amministrazione»

Vibo, il Consiglio comunale certifica il buco da 2,4 milioni di euro
Un momento di un precedente consiglio comunale

Un altro “buco” è certificato. Il consiglio comunale di Vibo Valentia ha approvato il rendiconto di gestione 2019 con un disavanzo di circa 2,4 milioni di euro. Maggioranza compatta, opposizione contraria, la pratica è andata in porto al termine di sei ore di discussione. Un dibattito in cui a tenere botta all’amministrazione, sulle sponde della minoranza vi erano alcuni consiglieri d’opposizione, Stefano Luciano e Laura Pugliese (subentrata proprio oggi al “dimissionario” Alfredo Lo Bianco) su tutti. Loro due, in particolare, hanno criticato il documento contabile portato all’attenzione dell’assise dalla giunta Limardo.

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Ad esporre i motivi del nuovo disavanzo, l’assessore al Bilancio Maria Teresa Nardo. Sono sostanzialmente tre le poste che hanno pesato: il riaccertamento dei residui attivi/passivi, che ha portato a certificare mancati incassi certi per circa 1,5 milioni di euro; la sentenza della Corte costituzionale che ha imposto di sottrarre il Fondo anticipazione liquidità (Fal) dal Fondo crediti dubbia esigibilità (Fcde); ed infine, il cambio del calcolo proprio del Fcde, che passa dal metodo semplificato a quello ordinario.

La Nardo ha evidenziato il risultato positivo relativo all’anno corrente, con un avanzo di amministrazione di 18 milioni di euro e un fondo cassa incrementato che ha portato il risultato di amministrazione a circa 21 milioni, rispetto ai 17 dell’anno prima. Ma il saldo negativo lo ha determinato proprio il Fcde, che è arrivato a superare i 22 milioni di euro. Questo “buco” di oltre 2,4 milioni dovrà essere coperto nei tre esercizi successivi, con circa 823mila euro all’anno. A questi “debiti” vanno ad aggiungersene altri, approvati nei successivi odg del consiglio di oggi, pari ad oltre un milione da spalmare nei prossimi 15 anni.

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Ma il dibattito è andato oltre la freddezza dei numeri, prendendo una piega politica. Dai banchi dell’opposizione, a chi invocava le dimissioni della titolare del Bilancio, la diretta interessata replicava a muso duro: «Io non mi dimetto. Io mi sento vibonese. E se Vibo non la cambia questa maggioranza, questa amministrazione, non la cambia nessuno. Quello che sta facendo questo sindaco, in questa città, non l’ha mai fatto nessuno. Mi sarei aspettata – ha attaccato la Nardo – delle considerazioni differenti rispetto a quanto ho sentito, se non altro per la responsabilità che abbiamo avuto, e che nessuno fino ad oggi si è mai preso, di avere redatto un rendiconto veramente improntato ai principi di veridicità e prudenza. Avrei potuto sbandierare i risultati positivi ottenuti nell’arco di questa gestione, ma non l’ho fatto. Perché non è questo l’interesse della città».

Un confronto aspro, in particolare con la Pugliese, che quel ruolo lo aveva ricoperto fino a poco più di un anno fa. Alla Nardo ha fatto da scudo il sindaco: «Ringrazio l’assessore per la straordinaria competenza, che era già risaputa, ma soprattutto per avere difeso come un leone la città di Vibo Valentia».

Alle legittime ragioni della Nardo – l’operazione “pulizia”, sul fronte dei residui e del Fdce è lì a testimoniarlo, come anche sul calcolo del fondo per il contenzioso -, fanno però da contraltare alcune innegabili lacune. La riscossione dei tributi, ad esempio, è un manifesto all’incapacità di produrre liquidità. E non soltanto nel coattivo. Il leggerissimo incremento, che pure c’è stato rispetto al passato, non è sufficiente a garantire una copertura adeguata nel bilancio per erogare servizi essenziali. E potrebbe non essere sufficiente – lo sanno bene i contabili di Palazzo Luigi Razza – a convincere la Corte dei conti ad approvare un Piano di riequilibrio per il quale il risanamento dei conti partiva proprio dall’aumento della riscossione. A Vibo acqua e spazzatura non la paga praticamente nessuno. D’altronde, dalla stessa maggioranza (Lorenzo Lombardo) è partita la proposta di esternalizzare il servizio riscossione per aumentarla. Ma su questo fronte la strada è in salita, ed i richiami all’orgoglio, alla lotta e alla trasparenza servono davvero a poco.

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