giovedì,Aprile 25 2024

Vibo da vivere, divorzio ufficiale: Scrugli fuori dalla maggioranza

Arriva il prevedibile strappo del capogruppo, ai ferri corti con sindaco e assessore sulle politiche sociali. Alfonso Grillo non fa sconti: «Persone libere non gradite in un quadro politico torbido»

Vibo da vivere, divorzio ufficiale: Scrugli fuori dalla maggioranza
La maggioranza consiliare di Vibo Valentia, in prima fila al centro Lorenza Scrugli

Vibo Valentia da vivere, il dado è tratto. L’associazione politica fondata e guidata dall’ex consigliere regionale Alfonso Grillo si chiama fuori dalla maggioranza consiliare del Comune di Vibo Valentia, segnando il primo vero significativo strappo di carattere politico dall’inizio dell’era Limardo dopo le dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Muratore, frutto della presa di distanze a seguito della maxi-inchiesta Rinascita-Scott. La decisione è giunta – dopo mesi di segnali di fumo, campanelli d’allarme, critiche a mezzo stampa e duri scontri in aula – nel corso di una riunione che ha messo di fronte i dirigenti del movimento e il capogruppo in Consiglio comunale Lorenza Scrugli, ovvero colei che più di tutti ha sperimentato quella che oggi definisce una «mancanza di confronto e dialogo» che ha causato una presa di coscienza (e di distanze) rispetto all’operato dell’esecutivo. In primo luogo sulla gestione delle politiche sociali, ambito nel quale la Scrugli aveva ricoperto il ruolo di assessore nella Giunta Costa e di presidente di commissione nell’attuale consiliatura, prima di rimettere il mandato nelle mani del sindaco.

Posizione ampiamente nota la sua, così come del resto quella di Alfonso Grillo che non ha mai lesinato critiche alla maggioranza, partendo dalla nomina della Giunta nelle prime battute del nuovo corso per arrivare, solo pochi giorni orsono, alle questioni relative all’approvazione del Psc, interponendo tra Vibo da vivere e la cordata del sindaco quella che non esita ormai a definire una «distanza abissale». Il movimento esce dunque dalla maggioranza, ma la Scrugli non finirà all’opposizione né nel gruppo misto. Resterà in «ascolto critico» e deciderà, di volta in volta, se garantire un appoggio esterno votando gli atti che la convinceranno o, al contrario, esprimere parere negativo su quelli che non riterrà meritevoli di sostegno.  [Continua]

Alfonso Grillo
Alfonso Grillo

Per Grillo è una decisione ormai ineludibile che affonda le sue radici al risveglio dalla baldoria del travolgente successo elettorale del 26 maggio 2019. «I dubbi emersi al tavolo della coalizione 24 ore dopo la vittoria elettorale, e quelli più evidenti dopo la nomina della Giunta che ricordo per metà è formata da dirigenti e tesserati del Pd, purtroppo, hanno trovato conferma. Speravo di essere smentito – ha dichiarato il leader di VV da vivere a Il Vibonese -, ho persino favorito il dialogo mantenendo una linea morbida, condividendo ogni azione con il capogruppo Lorenza Scrugli. Abbiamo sostenuto ogni iniziativa della maggioranza, senza nulla eccepire, in un lasso di tempo abbastanza lungo che ci ha permesso di comprendere che le teste pensanti, le persone libere, non sono gradite. Poiché non possediamo l’attitudine a cedere al volere altrui, quando le azioni si traducono in atteggiamenti che vanno dal semplice disinteresse alla pretesa di ottenere rassegnata o supina sottomissione, non si possono più tollerare. Quindi è preferibile divorziare».

Da qui il nuovo approccio: «Ci limiteremo a valutare se approvare ogni proposta che approderà in Consiglio, senza pregiudizi, avendo come punto di riferimento il bene esclusivo della città. Dal punto di vista politico ci auguriamo che prima o poi si ponga fine a questo trasversalismo che sta regalando alla città anni di oscurantismo politico. Chissà – conclude Grillo – magari il patto anti-inciucio (siglato tra Berlusconi, Meloni e Salvini) prima o poi troverà applicazione anche a Vibo. Fino a quando il quadro politico sarà torbido preferiamo ritagliarci il ruolo di outsider».

Lorenza Scrugli

In «piena sintonia» con Grillo la portacolori del movimento in Consiglio. «Restiamo in una posizione critica – ha spiegato a Il Vibonese Lorenza Scrugli -, a valutare ciò che è bene per la città. E la decisione assunta rispecchia esattamente questo principio: essere liberi, essere critici, dare o meno sostegno alle proposte al di là dell’appartenenza politica ma solo nell’interesse della collettività».

Molti i rimproveri che vengono mossi alla maggioranza dalla Scrugli. «Non c’è stata alcuna risposta alle questioni importanti che ho posto per mesi. Ultima in ordine di tempo quella sull’utilizzo del Fondo povertà che ha visto inevase tutte le mie richieste di chiarimento, espresse anche a mezzo stampa dopo diversi tentativi di dialogo miseramente falliti. Ma, in realtà, è dall’inizio di questa esperienza che sono iniziate le incomprensioni. E ad un certo punto mi è stato chiaro che, evidentemente, sono invisa all’assessore. E non solo a lei. È buona parte della maggioranza a non vedermi di buon occhio. Addirittura da Forza Italia sono stata accusata di agire per invidia e gelosia».

L’assessore in questione è la titolare della delega alla Politiche sociali Franca Falduto. «Da lei – aggiunge la Scrugli – non ho ricevuto risposte. Non c’è mai stato un confronto, nemmeno quando ero presidente di commissione. Con il suo modo di parlare ermetico, o per sua natura o per incompetenza, non ha offerto i chiarimenti richiesti. Ma in generale c’è un operato che stride con la mia visione delle cose ed è totalmente mancato un confronto in un settore importante, quello del sociale, che può contare su tanti fondi e ancor di più ne ha avuti per l’emergenza Covid».

Un muro di gomma, a sentire la sua descrizione, che non ha offerto brecce nemmeno dalle parti di Maria Limardo. «La cosa peggiore di questa esperienza è stata proprio l’assenza di dialogo che non mi ha fatto mai sentire realmente parte di questa maggioranza. Ad un certo ho rinunciato a parlare con l’assessore, cercando altre interlocuzioni, ma anche da parte del sindaco non ho ricevuto l’ascolto che mi sarei aspettata e spesso mi sono trovata di fronte a porte chiuse».

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