venerdì,Marzo 29 2024

METAFORE | La politica ai tempi di Giovannino

Tradimenti, arrivismi, convenienze. Il Pd vibonese e i suoi uomini come metafora della politica del pezzo di pane, in attesa delle briciole...

METAFORE | La politica ai tempi di Giovannino

In politica le pugnalate sono consuetudini, gli arrivismi un must e le convenienze un dovere. E non stupiscono. La falsità, invece, è spesso innata. Prendi uno qualunque. Toh, prendi per esempio un bravo ragazzo come Giovannino Russo. L’amico di tutti, la persona impegnata, l’uomo sempre disponibile foss’anche la chiamata di uno sconosciuto che chiede aiuto per il tombino sotto casa. Russo prende e scappa, corre in soccorso. Non prima di averlo scritto su Facebook, però. Ecco, proprio Facebook. Il contenitore virtuale che serve a chiunque, quasi come una Bibbia sul comodino di un prete. Già, proprio Facebook. Che fra i tanti meriti ne ha uno in particolare: conserva tutto. Della serie: Facebook ti guarda, Dio no.

2 giugno 2015: “Ad Antonio Lo Schiavo, mio caro amico, dico di non mollare abbiamo ancora molta strada da percorrere insieme”.

La tornata elettorale era appena finita, il Pd aveva nuovamente perso la battaglia più importante. Ma Giovanni Russo, dopo una ricca e combattuta sfida, non mancava di sostenere l’amico di partito, mostrandogli affetto e vicinanza così come si conviene tra, appunto, amici sinceri.

31 maggio 2015: “Grazie Antonio Lo Schiavo, sono orgoglioso di poterti votare!!!”

Era il giorno delle elezioni. Direttamente dall’urna, il buon Russo condivideva la foto del suo candidato a sindaco e scrive il messaggio di cui sopra.

30 maggio 2015: “Con Antonio Lo Schiavo condivido questa bella avventura che ci porterà alle elezioni del 31 Maggio. Quel giorno i vibonesi potranno scegliere una squadra vera, in cui vi è condivisione, confronto,scambi di idee ed opinioni, guidata da un giovane che ha deciso di spendersi per la propria città nel pieno della sua carriera professionale.
Gli uomini soli al comando non hanno mai portato a nulla di buono.
Le squadre hanno sempre conseguito grandi risultati.
NOI siamo una squadra!!
‪#‎antonioloschiavosindaco‬‬
‪#‎tidirannodituttopernoncambiarenulla‬‬
‪#‎unaltraviboèpossibile‬‬”

Era il giorno prima delle elezioni, come di norma nell’epoca dei social, si spendono gli ultimi pensieri prima di chiudere il tablet e andare a nanna con un sogno: vincere. “Ti diranno di tutto per non cambiare nulla”, lo slogan.

28 maggio 2015: “A Vibo Marina, con il sostegno di chi ha deciso di metterci la faccia e il simbolo del proprio partito, il PD e non ha avuto vergogna di nascondersi dietro un ipocrita civismo.
Saremo dentro una filiera istituzionale che sarà utile a risollevare le sorti di Vibo Valentia.
Con Antonio Lo Schiavo sindaco!
Le cartoline sbiadite le lasciamo agli altri. Vibo deve guardare al futuro.
Il passato lo lasciamo ai malinconici, agli uomini soli al comando.
Vibo ha bisogno di una squadra giovane, fresca, energica.
Vibo non può andare in pensione!!
Forza Antonio!!
‪#‎unaltraviboèpossibile‬‬
‪#‎antonioloschiavosindaco‬‬”

Ieri sera questo idillio è finito. Giovanni Russo, l’amico di tutti, la persona impegnata, l’uomo sempre disponibile foss’anche la chiamata di uno sconosciuto che chiede aiuto per il tombino sotto casa, ha tradito. Non un patto politico, ma un’amicizia. Che è forse peggio. Non tanto perché su Facebook ha scritto “baci e abbracci”, ma perché del rispetto e della lealtà il politicante in questione ne ha sempre fatto motivo di orgoglio. Finito dopo soli 5 mesi, senza quindi neanche il tempo di sapere, vedere, capire come e quanto fosse interessante o meno il lavoro sul campo, seppur da opposizione, dell’amico Antonio.

Che Antonio Lo Schiavo fosse un po’ una meteora lo si era capito sin da subito. E lo sapeva anche Russo, che tra i primi ci aveva scommesso. Il Pd vibonese ci aveva scommesso, incoronandolo prima delle amministrative come personaggio assolutamente nuovo e di rottura con il passato. E lui, vincendo poi le primarie, aveva colto la sfida pensando di poter sfruttare l’effetto cambiamento per poter cambiare qualcosa di più. Un azzardo, pagato caro. Con la firma in calce di un amico evidentemente non troppo amico. E’ la politica, bellezza.

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