sabato,Aprile 20 2024

Bilancio e responsabilità politiche al Comune di Vibo per un disastro senza precedenti

L’attuale minoranza era ieri maggioranza e viceversa. Contraddizioni e “giravolte” che partono da lontano e che certificano il fallimento di un’intera classe politica

Bilancio e responsabilità politiche al Comune di Vibo per un disastro senza precedenti

E’ tempo della ricerca delle responsabilità politiche dopo l’approvazione del bilancio di previsione del Comune di Vibo Valentia. Una situazione finanziaria in rosso senza precedenti per la città capoluogo di provincia ed a farne le spese sono – come sempre – i cittadini tutti, molti dei quali, va però detto, non affatto incolpevoli per aver sostenuto, negli anni, un “carro” ed una classe politica rivelatasi fallimentare al pari di alcuni dirigenti comunali. Una situazione finanziaria disastrosa che, a sentire diversi esponenti del centrodestra, inizia con l’amministrazione dell’allora sindaco Franco Sammarco, mentre a sentire altri esponenti del centrosinistra si inizia con l’amministrazione guidata da Nicola D’Agostino per continuare con l’amministrazione guidata da Elio Costa. [Continua]

Il sindaco Maria Limardo in consiglio comunale

Di certo l’attuale maggioranza guidata dal sindaco Maria Limardo dal punto di vista politico è sostenuta da consiglieri e assessori che sino alla precedente consiliatura hanno militato – con ruoli di primo piano – nel centrosinistra e nel Pd. Lo stesso Pd che si scagliava contro l’amministrazione guidata da Elio Costa in tema di conti e bilanci, ma anche lo stesso Pd pronto ora a farsi rappresentare in aula dallo stesso Stefano Luciano che, nella precedente consiliatura, per lungo tempo ha costituito con i suoi “fedelissimi” valido sostegno al sindaco Elio Costa, a Forza Italia ed agli uomini del senatore azzurro Giuseppe Mangialavori per poi ritrovarsi in campagna elettorale alleato (dopo aver cointribuito a “staccare la spina” a Costa) , in unico “calderone”, tanto ai vari Nicola D’Agostino ed all’ex senatore Franco Bevilacqua – e quindi a forze politiche ed esponenti dichiaratamente di destra – quanto a uomini di primo piano del Pd come Brunello Censore e Michele Mirabello, con il sostegno dichiarato anche del sindacalista della Cisal Franco Cavallaro.

Vito Pitaro
Nicola D’Agostino

Dal canto suo, la coalizione di Maria Limardo non è rimasta a guardare in tema di incoerenza politica imbarcando a proprio sostegno – oltre a Forza Italia che in questa città sarebbe bene iniziasse ad assumersi le proprie responsabilità per lo sfascio attuale – anche il gruppo politico denominato “Città Futura”, espressione dell’attuale consigliere regionale Vito Pitaro (eletto a gennaio con il centrodestra e con la lista “Santelli presidente”) e con esponenti che sino al giorno prima militavano nel Partito democratico e nel centrosinistra. Lo stesso Vito Pitaro, del resto – prima di rimanere “folgorato” sulla via del centrodestra e dell’alleanza con il senatore Giuseppe Mangialavori (lo stesso che insieme a Stefano Luciano nel 2015 ha sostenuto il sindaco Elio Costa salvo mandarlo a casa nel gennaio 2019, dividersi da Luciano ed imbarcare Vito Pitaro) – era stato a lungo nella Struttura speciale (sino a settembre dello scorso anno) dell’allora consigliere regionale del Pd Michele Mirabello. E prima ancora aveva militato in Rifondazione comunista e nei Comunisti Italiani (da tale ultimo partito Pitaro era stato espulso).

Luciano, Costa e Mangialavori durante il rimpasto in Giunta del 2017
Stefano Luciano, Elio Costa e Giuseppe Mangialavori

In questa “girandola” di “cambi di casacca, quindi, ben pochi possono tirarsi fuori dalle responsabilità politiche di un dissesto finanziario sempre più grave e che aspetta il responso finale dalla Corte dei Conti per capire se il Comune dovrà essere seppellito con un disavanzo da 61 milioni di euro o da venti e passa milioni di euro. Ricordiamo, inoltre, che ben 14 consiglieri comunali dell’attuale Consiglio (tanto di maggioranza quanto di minoranza) facevano parte anche del precedente e che alle ultime comunali i candidati alla carica di consigliere sono stati “solo” 446 per 32 posti, il che la dice lunga sul fallimento totale della politica vibonese a tutti i livelli perché quando una comunità sente il bisogno di “scendere in campo” attraverso un numero così spropositato di consiglieri (446) vuol dire semplicemente che la politica con la “P”  maiuscola non esiste più da tempo, non è rappresentativa dei bisogni della società civile e i partiti non svolgono il ruolo che dovrebbe essere loro proprio.

L'aula del consiglio comunale di Vibo

E ci vuole anche un bella dose di “faccia tosta” (a Vibo Valentia in alcuni ambienti non è mai mancata a dire la verità) a parlare di “populismo” e “qualunquismo” quando si fa notare che in una tale situazione di gravissimo dissesto finanziario ci sono ancora consiglieri comunali a Vibo Valentia che si fanno rimborsare i viaggi per raggiungere il Municipio dalle frazioni e che complessivamente per i “gettoni” dei consiglieri comunali presenti ai lavori del Consiglio e delle commissioni si spende non meno di ventimila euro ogni mese. Poca cosa dinanzi a milioni di euro di disavanzo, certo, ma grande cosa per l’esempio in negativo che si continua a dare in una politica che è ben lontana dall’essere “servizio pubblico”.

Qualche dato che fa riflettere….

Il dissesto finanziario del Comune di Vibo Valentia è stato dichiarato nel 2013 con l’amministrazione di centrodestra guidata dall’allora sindaco Nicola D’Agostino. Nel maggio 2018, però, sotto l’amministrazione guidata dal sindaco Elio Costa si scopre che le criticità si sono aggravate portando il Comune ad un disavanzo stimato in oltre 20 milioni di euro. E mentre gli uffici preposti e il sindaco Costa si arrovellavano per cercare di cristallizzare con precisione il quadro finanziario, si è dovuto assistere già allora, come oggi e come sempre a Vibo Valentia, al rimpallo di responsabilità tra livelli politici e tecnici.

La dirigente comunale Adriana Teti

Da un lato la dirigente del settore, Adriana Teti (nel novembre dello scorso anno nominata dal sindaco Maria Limardo alla guida dell’Anticorruzione del Comune a pochi giorni dal blitz in Municipio della Guardia di Finanza) pronta a gettare acqua sul fuoco scongiurando l’ipotesi di un nuovo default, e dall’altro lato l’allora assessore al Bilancio, Laura Pugliese (oggi consigliere comunale di minoranza e molto critica verso l’amministrazione Limardo) che si chiamava fuori dal pasticcio indirizzando all’allora sindaco Elio Costa una missiva con cui sottolineava la sua totale estraneità alle dinamiche che hanno causato il caos finanziario accusando invece i competenti uffici comunali e la stessa dirigente Adriana Teti di averla tenuta all’oscuro della gravità della situazione.

L’assessore Maria Teresa Nardo

Si arriva così alla situazione attuale con sei milioni di euro ritenuti insufficienti a coprire il mancato incasso dei tributi sino a tutto il 2022 e dove sono a rischio le coperture di spesa minime per le funzioni ordinarie. Come dimenticare, poi, – sempre sul piano delle responsabilità politiche che la sanzione dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambienti (Arera) al Comune di Vibo è dovuta all’aumento della tariffa idrica avvenuta nel 2013 (amministrazione guidata da Nicola D’Agostino) senza l’approvazione dell’authority stessa? L’attuale assessore al Bilancio Maria Teresa Nardo – che di numeri se ne intende (e la matematica non è un’opinione) – ha poi parlato di disavanzi non ripianati dal 2013 ossia dal primo anno del bilancio stabilmente riequilibrato.

Un’affermazione – quest’ultima – che mette con le spalle al muro l’intera classe politica, compresa quella che sostiene la stessa giunta guidata dal sindaco Maria Limardo visto che a sostenerla ci sono anche consiglieri che nella precedente consiliatura rappresentavano il “braccio” e la “stampella” dell’amministrazione Costa e che, al pari di altri transitati fra le “truppe” di Stefano Luciano e compagnia, sono ora accusati dall’attuale assessore Nardo di aver fatto poco per ripianare disavanzi che sono lì dal 2013.

La Dda di Catanzaro sul Comune di Vibo

La Guardia di Finanza al Comune lo scorso anno

In questo quadro finanziario disastroso ricordiamo che è dell’ottobre dello scorso anno l’acquisizione in Municipio da parte della Guardia di Finanza – su delega della Dda di Catanzaro – di una mole enorme di documenti che arrivano sino al settembre 2019 (ad amministrazione Limardo già insediata quattro mesi, quindi) per fare luce sugli ipotizzati reati di concorso esterno in associazione mafiosa e illecita concorrenza con minaccia o violenza aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose. Un’inchiesta, quella del pm antimafia Antonio De Bernardo, aperta lo scorso anno con notizie di reato a carico di persone note (modello 21 del registro generale della Procura), i cui nominativi in tale fase sono ancora coperti dal segreto investigativo. Molte “teste” –dopo la storica operazione Rinascita-Scott – potrebbero però presto cadere e le “sorprese” non mancare. Non resta che attendere.

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