martedì,Aprile 16 2024

Il Pd di Vibo guarda al dopo Limardo: «Siamo pronti ad elezioni anticipate»

Nella contro-conferenza stampa in risposta al bilancio amministrativo di fine anno, i dirigenti smontano il «dipinto fiabesco» del sindaco e si dicono sicuri: «Abbiamo imparato la lezione della magistratura e siamo preparati ad un eventuale ritorno al voto»

Il Pd di Vibo guarda al dopo Limardo: «Siamo pronti ad elezioni anticipate»
La conferenza stampa su piattaforma telematica

Decostruire un «dipinto fiabesco» che non trova riscontri nella realtà; rivendicare il ruolo di un’opposizione che non ci sta ad essere «silenziata in nome dello stato emergenziale»; rilanciare le prospettive di governo della città, consapevoli di aver «imparato la lezione della magistratura».

La contro-conferenza stampa di fine anno del Partito democratico di Vibo Valentia ruota attorno a queste tre linee guida principali, emerse nel corso di un incontro in videoconferenza al quale hanno preso parte i dirigenti provinciali e comunali del partito e il gruppo consiliare cittadino. Scopo primario: smontare punto per punto il quadro idilliaco fornito dal sindaco Maria Limardo e dalla sua maggioranza nel corso della conferenza stampa di fine anno. Un quadro, ha detto nella sua introduzione il segretario cittadino Francesco Colelli, che esiste solo nella fantasia degli amministratori. «A sentirli – ha spiegato – la città vive una sua età dell’oro. È in salute. È invidiata nel panorama regionale ma non solo».

Prima di cedere la parola ai componenti della segretaria che hanno relazionato sui temi specifici, Colelli ha fatto riferimento anche alla querelle sulla spesa di oltre 9mila euro per l’acquisto di un termoscanner e per il ripristino degli accessi automatici al Comune. «Chiedere chiarimenti su una determina è un diritto dell’opposizione. Ancor di più se si tratta di un atto “sommario” che non specifica in alcun modo da cosa dipende la spesa complessiva. Il messaggio che fa passare la sindaca è che in pandemia qualsiasi domanda è “sciacallaggio” e che chi pone domande è uno sciacallo. L’opposizione – ha ribadito Colelli – serve a questo e lei dovrebbe assoggettarsi alla discussione e non ricorrere a risposte sgarbate, come quando parla di “taluni soggetti”».

A rincarare la dose il capogruppo in Consiglio comunale Stefano Luciano: «Non è serio per un sindaco convocare conferenze stampa e dire tante bugie ai cittadini. Dovrebbe parlare il linguaggio della verità e non della bugia rappresentando una città che non esiste; dovrebbe dialogare senza pregiudizi anche con l’opposizione, che ha dichiarato più volte di voler collaborare nell’interesse della città. Ma si è di fronte ad un’Amministrazione e ad un sindaco arrogante che dicono bugie, non inquadrano problemi, sono caratterizzati da incapacità amministrativa».

Ci sono poi le questioni attinenti alla legalità a dare lo spunto a Luciano per affermare che «come testimoniato dalle inchieste giornalistiche fondate su risultanze investigative, questa amministrazione è sostenuta da soggetti che hanno avuto contatti diretti con esponenti di organizzazioni criminali. Il sindaco non ha mai posto in essere comportamenti che possano far stare più sereni i cittadini a fronte di questa aura grigia che ruota attorno al Comune».

D’incapacità d’ascolto ha parlato il consigliere comunale Stefano Soriano, mentre ad entrare nel merito dei temi di dibattito sono stati Claudia Gioia (finanze comunali e dissesto), Carmelo Apa (sanità),  Gernando Marasco (scuola e politiche sociali), Antonio Iannello (Lavori pubblici), Samantha Mercadante (urbanistica e commercio).

«Non vogliamo rassegnarci a populismo e strumentalizzazione – ha detto il segretario provinciale Enzo Insardà, tirando le somme dei vari interventi -. Dire verità che non esistono, dire che tutto andrà bene, vantarsi di essere nella piena legalità ed esempio per altri comuni, non aiuta. Bisogna essere realisti: viviamo la pagina più buia dell’epoca recente, questa è una politica che fa danno ai cittadini. Un’Amministrazione seria dovrebbe aprire un libro bianco e iniziare ad essere protagonista reale e dare risposte ai cittadini».

All’orizzonte, non troppo lontano, potrebbe esserci anche una nuova chiamata alle armi e una nuova campagna elettorale da affrontare. Sulla reattività del Pd vibonese di fronte a tale scenario, la risposta la dà il già candidato a sindaco Stefano Luciano. «Credo con grande franchezza che, nell’eventualità di elezioni anticipate, saremo pronti con il nostro solito metodo basato su liste credibili. Se le indagini della magistratura ci hanno insegnato qualcosa, è che chi ricopre un ruolo istituzionale e politico deve cogliere l’aspetto pedagogico che viene dalle inchieste: non puoi fare liste mettendo dentro di tutto e di più. Una forza politica seria, non può fare così: noi l’abbiamo recepito con prese di posizione serie e con azioni importanti. Siamo pronti, siamo nelle condizioni di fare liste di ragazzi perbene, che hanno compreso la lezione della magistratura, che preferiscono fare due liste con gente al di sopra di ogni sospetto anziché imbarcare chiunque. Non si deve e non si può vincere ad ogni costo: noi vogliamo dormire sonni tranquilli. Faremo una politica seria, correggeremo gli errori e ci misureremo con i nostri volti, con le nostre storie e con gli amici che, sulla base di requisiti ben determinati, staranno con noi. Non ci servono eserciti ma, al netto della scelta del candidato sindaco, noi possiamo dirci pronti all’eventualità di un ritorno al voto».

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