sabato,Aprile 20 2024

Nicotera, Movi@Vento replica a La Malfa: «La maggioranza non può avere mani libere»

Antonio D’Agostino, Maria Adele Buccafusca e Salvatore Pagano ribattono al presidente del consiglio comunale e chiedono garanzie sul rispetto delle regole

Nicotera, Movi@Vento replica a La Malfa: «La maggioranza non può avere mani libere»
Antonio D'Agostino
Il sindaco Pino Marasco e il consigliere Antonio D’Agostino

Arriva a stretto giro la replica del gruppo Movi@Vento, Antonio D’Agostino, Maria Adele Buccafusca e Salvatore Pagano, alla nota del presidente del consiglio comunale di Nicotera Antonio La Malfa che ieri aveva delineato quelle che, a suo avviso, sono i compiti della maggioranza e della minoranza consiliare.

Vi è nella replica del presidente la Malfa un mix di argomenti, che partendo da una sua analisi, per la verità alquanto contraddittoria e confusa – non si offenda presidente – dei poteri affidati dalla legge al consiglio e all’esecutivo di un’amministrazione comunale, finisce poi rovinosamente fuori strada andando a indagare, in mancanza d’altro, sul percorso di impegno sociale e politico vibonese del nostro capogruppo – per chi volesse, ampiamente disponibile su internet -, arrivando infine a tentare di bollarlo come “infiltrato” nella realtà socio-politica nicoterese (a quando un suo salvacondotto, presidente?). Ovviamente – spiega il grupponon è su questo che intendiamo replicare, evitando di contribuire a spostare l’attenzione da uno spettacolo un tantino inquietante, andato in scena allo spegnersi delle luminarie. Altri fasci di luce, meno suggestivi, hanno purtroppo ricondotto alla realtà i nicoteresi: lo scivolone del sindaco su un clip canoro e il redde rationem arrivato dall’ufficio di governo all’allegra brigata che occupa palazzo convento. Depurato però dalle scorie degli attacchi personali e dalle cortine fumogene delle improbabili interpretazioni giuridico-amministrative del nostro, emergono dallo scritto – che fa registrare comunque un salto di “qualità” – e si focalizzano sempre di più gli elementi caratterizzanti la visione politica e la linea d’azione che tiene insieme questa maggioranza: entrambe degne della destra più becera e antidemocratica, in linea con l’appartenenza politica dei suoi principali esponenti, rispettivamente a Casapound e a Forza Italia. [Continua dopo la pubblicità]

Antonio La Malfa

Con la differenza che il primo, più ruvido e meno furbo del secondo, arriva a teorizzare apertamente nella sua replica il diritto ad avere le mani libere, tacciando da disturbatori del manovratore i consiglieri d’opposizione. Il secondo manda avanti il primo, che elegge come difensore d’ufficio nella replica al prefetto, evitando abilmente di firmare un documento nel quale ognuno era chiamato a giustificare i propri comportamenti e le proprie azioni. Che sono poi quelle su cui esclusivamente i lettori devono concentrare la propria attenzione, chiamandosi fuori, come fa il nostro gruppo, da quella tifoseria, avvezza ai like e ai soli commenti adulatori, funzionali ad alimentare il teatrino squallido dei corpo a corpo da cui rifuggiamo. Ed ecco allora che tutto deve essere riportato ai fatti. E i fatti sono quelli che da tempo andiamo esponendo con dovizia di prove, mai realmente contestate dalla controparte se non con bugie e abbandoni di campo. Lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo nei verbali dei consigli comunali, negli articoli dei media, e nei rapporti che inviamo ai soggetti preposti, da cui pretendiamo quelle garanzie di rispetto delle regole e dei comportamenti senza le quali la democrazia diventa poco più che un vuoto simulacro. Ecco perché, chi immagina di vedere il nostro capogruppo azzuffarsi con La Malfa, sempre più sodale con il sindaco – non si offenda ancora una volta il presidente per un termine che originariamente e romanamente indicava il camerata – , resterà deluso. Ecco perché, sgombrato il campo dalle suggestioni fasulle, restano le nostre contestazioni, tutte in difesa dell’agibilità democratica e della normale dialettica tra maggioranza e opposizione che ci pone su un versante diametralmente opposto a ciò che hanno in testa La Malfa e il suo mentore. E’ a questo punto che poniamo poche ma significative domande ai cittadini nicoteresi di buona volontà e di mente libera, che sicuramente sono la grande maggioranza: è troppo chiedere che vengano eseguite delibere votate all’unanimità in consiglio comunale e subito dopo affossate? E’ una pretesa eccessiva volere che le commissioni previste dallo statuto vengano costituite e fatte funzionare? E’ altrettanto pretenzioso che tutto ciò che si dibatte in Consiglio venga reso realmente pubblico senza i trucchetti che si sono visti a partire dai primi lokdown? E’ imparziale un presidente che affossa le interrogazioni fino al punto da ammettere in un Consiglio la colpa di averle omesse e subito dopo votare contro il loro inserimento nell’ordine del giorno, previsto dal regolamento? E, infine, è lecito affossare uno Statuto elaborato insieme a rappresentanti della maggioranza che prevede importanti istituti di partecipazione popolare, proprio quelli che il presidente e il sindaco, che ne aveva fatto oggetto qualificante della sua campagna elettorale, sembrano aver cestinato reclamando una delega in bianco della durata di cinque anni (tanto i danni non li pagherebbero loro).

Il Comune di Nicotera

E potremmo continuare a lungo…ma vogliamo evitare di annoiarvi ulteriormente. E siccome La Malfa, giocando a modo suo, nel suo ultimo post/articolo fa riferimento a una nostra lettera che, per una riservatezza peraltro non dovuta, non avevamo pubblicato, dobbiamo a questo punto mettere sul tavolo anche questa, insieme alle altre carte, quelle vere e non quelle mancanti o fasulle con cui il nostro è avvezzo barare insieme ai suoi compagni e compagne di cordata. Per il resto rinnoviamo l’appello a quel confronto pubblico al quale il sindaco e il resto della maggioranza sono sempre sfuggiti, credendo che minacce di querele, offese dietro comode tastiere o passaggi di veline, possano davvero impensierirci e consentir loro di silenziare un’opposizione che forse non s’aspettavano, visti i precedenti storici”.

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